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La mafia tenta di impedire il raccolto di una cooperativa Libera a Gioia Tauro

CALABRIA – GIOIA TAURO – “La mafia tenta d’impedire il buon raccolto”. Così il presidente della cooperativa “Valle del Marro. Libera terra” di Gioia Tauro, Domenico Fazzari, dopo i furti a danno della cooperativa: arance e parte dell’impianto d’irrigazione nel terreno sito in località Sovereto. “I soci – informa una nota – si erano recati nell’agrumeto confiscato per la consueta giornata lavorativa, notando da subito la consistente sottrazione di frutti e attrezzature. Proprio su quel terreno, in queste settimane, la cooperativa ha cominciato la raccolta delle arance biologiche per venderle ad associazioni ed esportarle nel Nord Italia. L’impianto irriguo è stato realizzato un anno fa (quello originario era stato distrutto prima dell’assegnazione): una spesa che ha stremato le finanze della cooperativa”. Nello stesso periodo gli alberi sono stati potati per assicurare una buona produzione, come di fatto è avvenuto. “Dopo la pessima e scoraggiante annata olivicola – aggiunge Fazzari – tutte le nostre speranze si appuntano sulla vendita degli altri prodotti trasformati e sugli agrumi. Se il frutto dovesse rimanere invenduto e le ruberie mafiose dovessero continuare, le nostre difficoltà si aggraverebbero”

Intanto “Libera Calabria”, lo scorso fine settimana, si è riunita a Villaggio Mancuso per una tre giorni di formazione, alla presenza di don Luigi Ciotti. Durante l’incontro hanno espresso “forte preoccupazione riguardo le vicende politiche del nuovo assetto istituzionale, scaturito dalle ultime consultazioni elettorali. Sentiamo – si legge in una nota – forte la responsabilità di essere coerenti con l’impegno che ha caratterizzato l’azione di Libera in questi anni”. “Riteniamo – si legge ancora – che la Calabria in questo momento richieda massima attenzione e cura, perché si determini quell’inversione di marcia rispetto a metodi, strategie e alleanze – consolidate dalle pratiche politiche – che hanno pesantemente segnato la vita e il destino della nostra terra. E questo per garantire l’onorabilità e la rappresentatività dell’azione politica”. Per l’associazione, “sono necessarie scelte politiche e amministrative che esprimano con chiarezza la distanza da poteri forti e inquinati, così da costruire fiducia nella classe dirigente calabrese. Vogliamo continuare a credere che chi è stato eletto dal popolo calabrese, per ridare dignità a una regione fin troppo martoriata, eserciti il proprio mandato per creare condizioni di vita libera e democratica”. Fonte: Agenzia Sir

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