Ethica et Oeconomia

No alla magia, ecco cosa ne pensano gli esorcisti

In una nota del giugno 2001 dell’Associazione Internazionale degli esorcisti si legge tra l’altro:”Se, infatti, la lotta contro satana appare in così forte rilievo nella storia sacra, mistero di Cristo, mistero della Chiesa che la rivelazione cristiana ci propone come visione generale del mondo, nessuna meraviglia che la stessa appaia ugualmente fortemente accentuata nella liturgia, la quale del mistero di Cristo non vuol essere che la concretizzazione e l’attualizzazione sotto il velo dei segni sensibili ed efficaci.

Come nella rivelazione in genere, così anche nella liturgia, satana è sempre e dappertutto presente, almeno come il grande antagonista del regno di Dio e quindi dell’attuazione del mistero di Cristo. Nel corso di un convegno che si è svolto ad Assisi nei primi giorni di maggio del 2000, dal titolo “Superstizione, magia e satanismo in Umbria”, organizzato dal locale Istituto teologico, il segretario generale della Conferenza Episcopale Italia, Monsignor Ennio Antonelli, ha invitato a vigilare anche sulla “pubblicità in televisione che fanno maghi e sui loro guadagni…ed evitare il razionalismo che nega l’esistenza del demonio”. La Cei ha sottolineato che il “fenomeno del moltiplicarsi di pratiche magiche offendono la persona umana”: “Assistiamo oggi- hanno sottolineato i vescovi, al rinascere e al rinnovarsi di forme di divinazione, di sortilegio, di maleficio …”.

Più volte e in diverse parti il catechismo della Chiesa Cattolica parla del diavolo, della sua presenza e del suo potere malefici: “La scrittura attesta la nefasta influenza di colui che Gesùchiama “omicida fn da principio” (Giovanni 8, 44), e che ha tentato di distogliere Gesù dalla missione affidatagli dal Padre”.

La Parola di Dio lo chiama: diavolo (dal greco dia-ballien che significa: mettere per traverso), dunque indica un avversario. E’ definito 6 volte “ingannatore” e “calunniatore” nell’Antico testamento e 36 nel Nuovo Testamento. Satana (termine ebraico: “shatan”, termine greco “dia-bolos”, nel senso d’avversario è menzionato 13 volte nel Vecchio Testamento e 34 nel Nuovo Testamento. Egli seduce , tenta, accusa; Gesù lo chiama “principe di questo mondo” (giovanni 14,30; 16, 11) e San Paolo anche “dio di questo mondo” (2Corinzi 4, 4). I vangeli sinottici lo chiamano Beelzebùl 6 volte, (principe dei baal o dei demoni). Il Vangelo di Matteo, al capitolo 13, versetto 28, lo definisce “nemico” e”tentatore” (Matteo 4,3). Nella prima lettera di Giovanni è chiamato “maligno” per cinque volyte. Con lui sono i demoni, istigatori (dal greco “daimon”). Quest’appellativo ricorre 17 volte al singolare e una volta al plurale nel Vecchio Testamento; 7 volte al plurale e 69 al singolare nel Nuovo Testamento. (Altre notizie molto utili si possono trovare nel libro “Le vere armi per combattere con efficacia le potenze del male” – Giancarlo Padula – Editrice Herbita di Palermo – 2001).

Nella Costituzione pastorale sulla Chiesa nel mondo contemporaneo, Gaudium et Spes, n. 37,2 e nel Paragrafo n. 409 del Nuovo Catechismo della Chiesa Cattolica è scritto:
“Tutta intera la storia umana è pervasa da una lotta tremenda contro le potenze delle tenebre; lotta incominciata fin dall’origine del mondo, che durerà, come dice il Signore, fino all’ultimo giorno. Inserito in questa battaglia, l’uomo deve combattere senza soste per poter restare unito al bene, né può conseguire la sua interiore unità se non a prezzo di grandi fatiche, con l’aiuto della grazia di Dio”

Nella Costituzione Dogmatica “Lumen Gentium” si ricorda ai secolari che la loro lotta è contro i dominatori di questo mondo di tenebra e contro gli spiriti del male (cfr. LG n.35a; cfr Efesini 6,12). Il Concilio vaticano secondo, volendo presentare la Chiesa come il Regno di Dio che è già presente, invoca il rinnovarsi dei miracoli di Gesù (cfr Lumen Gentium n. 5). I Padri della Chiesa: La Congregazione per la Dottrina della Fede ha presentato uno studio intitolato “Fede cristiana e demonologia”, nel quale si dice tra l’altro: “I Padri della Chiesa basandosi sulla Sacra Scrittura hanno affermato che satana e i demoni sono gli avversari della Redenzione; perciò i santi Padri non hanno cessato di ricordare ai fedeli la loro esistenza e la loro opera”.

Al Concilio Vaticano II i Vescovi Cattolici insegnarono:
“Sebbene messo da Dio in stato di rettitudine, l’uomo sedotto dal maligno (satana), abusò della sua libertà fin dall’inizio della storia. Si sollevo sopra Dio contro di Lui e cercò di raggiungere il suo scopo lontano da Lui. Sebbene avesse conosciuto Dio, non lo glorificava come Dio, ma il suo cuore insensibile era oscurato e serviva la creatura piuttosto che il Creatore. Spesso rifiutandosi di riconoscere Dio come sua fonte, l’uomo ha anche sconvolto quel rapporto che dovrebbe legarlo all’ultimo fine, e nel contempo ha spezzato il giusto ordine che dovrebbe regnare dentro di sé, come pure tra sé stesso e gli altri uomini e tutte le creature. L’uomo perciò è diviso tra sé. Come risultato, l’intera vita degli uomini, sia quella individuale che sociale, si dimostra essere una lotta e un dramma tra il bene e il male, tra la luce e le tenebre. L’uomo sente che è incapace di vincere da solo gli assalti del male e si sente come legato da catene. Ma il Signore stesso venne a liberare e rafforzare l’uomo, rinnovandolo interiormente e scacciando il “principe di questo mondo” (Giovanni 12, 31), “che lo tratteneva nel legame del peccato” (Gs n. 13, cf, n 4).

“La Chiesa” – ha scritto poi il cardinale – Medina Estevez – “è sicura della vittoria finale di Cristo e perciò non si lascia trascinare dalla paura o dal pessimismo, ma allo stesso tempo è consapevole dell’azione del maligno che cerca di scoraggiarci e di seminare la confusione”.

Il Cardinale Dionigi Tettamanzi, Arcivescovo di Genova, in occasione della Quaresima del 2001, ha scritto una Lettera Pastorale contenente una sorta di decalogo contro il diavolo:

1) Non dimenticare che il diavolo esiste; 2) Non dimenticate che il diavolo è tentatore, nessuno se è esente o invulnerabile”; 3) Non dimenticare che il diavolo è molto intelligente e astuto, insidia affascinando come ha fatto con il primo uomo; 4) Sii vigilante negli occhi e nel cuore e sii forte nello spirito; 5) Credi fermamente nella vittoria di Cristo sul tentatore, la fede rende sicuro e imperturbabile anche di fronte all’assalto più violento; 6) Ricordati che Cristo ti rende partecipe della sua vittoria; 7) Ascolta la Parola di Dio, abbila come guida; 8) Sii umile e ama la mortificazione. L’amore alla mortificazione, all’umiltà, vincere la tentazione; 9) Prega sempre senza stancarti; 10 ) Adora il Signore Dio tuo: “l’amore crescente al bene che indebolisce e cancella la seduzione del male”. Durante alcuni esorcismi il diavolo ha detto chiaramente che i peccati che più avvicinano gli uomini a lui sono quelli dell’odio, dell’adulterio, della superbia, dell’orgoglio e che ciò che più lo disturba dei cristiani sono quelli che pregano alzando le mani, il Sangue di Cristo, il nome di Gesù, di Maria Santissima, il Rosario. Mentre una virtù che sconfigge l’opera di satana è l’umiltà. Armi potenti per combattere il demonio sono i Sacramenti, la Parola di Dio, il Rosario completo, l’aiuto dei sacramentali, la vita virtuosa, un cammino di fede impegnativo, i Salmi che come satana ha confermato “sono le lodi che il Signore preferisce”. Al diavolo non piacciono in particolare le comunità carismatiche e in proposito, sempre durante degli esorcismi, costretto dal Signore ha detto: “Quei matti? Quelli che stanno sempre con le mani alzate a lodarLo?” Egli infatti è abituato a schiavizzare la gente con il peccato in primo luogo, ma anche con un malefecio che si chiama “giogo”. La gente libera in Cristo lo fa imbestialire egli ha detto, sempre nel corso di esorcismi che nel suo regno ci sono “sudditi”. Egli vuole schiavizzare. Il demonio alla domanda di un esorcista : “Che cosa puoi fare contro lo Spirito Santo?” ha risposto :” Ne ho paura, il Suo Spirito mi soffoca”. L’ex Lucifero si è anche lamentato del passo biblico Ezechiele, capitolo 28, versetto 12 dove si parla della caduta del re di Tiro. Perché il riferimento è a lui. Per quanto riguarda la presenza del diavolo o di “fatture” anche in persone che partecipano alla Celebrazione Euraristica e si comunicano ha detto : “Io ci sono sempre stato con il vostro capo, quel Gesù! E ci sto pure adesso, anche se mi da fastidio”.



Don Gabriele Amorth – I media e la magia (eco di Maria nr.162)

I mezzi di comunicazione di massa, i cosiddetti “media”, sono nati per essere al servizio dell’informazione, della cultura, dello svago… Purtroppo però sempre più frequentemente si fanno canali attraverso il quali scorrono messaggi pericolosi e inquinanti per l’anima, la psiche e la coscienza di chi, più o meno consapevolmente, ne è destinatario. Don Gabriele Amorth descrive le cause e gli effetti di questo fenomeno per orientare un giusto discernimento nella fede. In Italia ci sono dodici milioni di persone che frequentano i maghi. Ha fatto scalpore ultimamente l’arresto di Wanna Marchi, che (attraverso la sua emittente televisiva privata n.d.r.), estorceva anche centinaia di milioni per vendere imbrogli. Si sa che la pagina più letta dei giornali è l’oroscopo e che tanti, troppi, si dedicano a tentare la fortuna col totocalcio, col lotto, con altri quiz, fino al punto di non lavorare più in attesa del colpo fortunato. Che cosa ci sta alla base di tutto questo movimento, che coinvolge centinaia di miliardi? Se in certe forme il suggerimento è dato dal desiderio di un facile guadagno, in altre forme si vuole altro: si vuole conoscere il futuro, si vuole influire sulla volontà e sulla sorte degli altri; spesso si prende la via dell’occulto, per parlare con i defunti, per curiosità, per superstizione. E i mass media hanno sempre più divulgato tutte queste forme di ricerca, dipendenti da superstizioni che diventano manie. Ma se vogliamo andare in profondità, specie guardando a tutte le forme di magia e di occultismo, la vera causa è la mancanza di fede: l’uomo non ricorre più a Dio e alle forme che lo avvicinano a Dio (preghiera, sacramenti, sacerdoti), ma volge lo sguardo al mondo dell’esoterismo. Eppure la Bibbia parla chiaro: oltre trenta volte se la prende con magi e fattucchieri. Uno dei testi più ricchi è quello che troviamo ne Deuteronomio. “Quando arriverai alla terra che Dio ti dona (ossia in terra pagana, tra gente di mentalità pagana), non imparerai a commettere gli abomini di quelle nazioni. Non si troverà presso di te chi faccia passare il proprio figlio o la propria figlia per il fuoco; chi pratichi la divinazione, il sortilegio, l’augurio, la magia; chi pratichi incantesimi, chi consulti gli spettri o l’indovino; chi interroghi i morti. Perché chi compie queste cose è in abominio a Jahvé” (18, 9-12). Troppi italiani credono di cavarsela in bellezza, da gente aggiornata e moderna, affermando: “Credo in Dio ma non sono praticante”. Ossia calpestano i comandamenti di Dio. Il Vangelo è chiaro: “Non chi dice: Signore, Signore entrerà nel regno dei cieli; ma chi fa la volontà del Padre mio che è nei cieli” (Mt 7,21). E i media, che potrebbero avere un’influenza decisamente positiva nel mettere in luce i veri valori e quindi nell’educazione del costume, sono schierati nella maggior parte verso l’azione negativa, a danno dell’uomo.



Redazione Papaboys (Fonte christusveritas.altervista.org)

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