Alessandro De Carolis – Città del Vaticano
Da quattro secoli la sua casa è tra i marmi colorati e le tombe di due Papi, Clemente VIII e Paolo V. Fu quest’ultimo a volerla sistemata sull’altare della Cappella di famiglia a partire dal 1613, all’interno della Basilica di Santa Maria Maggiore. La celebre icona della Salus Populi Romani, davanti alla quale Papa Francesco si inginocchia prima e dopo ogni suo viaggio apostolico, è l’icona per eccellenza dell’Urbe. Dalla tradizione che la volle dipinta da San Luca – passando per vittorie su epidemie di peste e di colera, per il trionfo a Lepanto e infiniti altri segni miracolosi a lei attribuiti fino alla grande devozione nutrita da Pio XII e non solo – il profilo mariano della Salus
ha intrecciato saldamente la sua storia con quella della Città eterna e i suoi Pontefici. E proprio uno dei Papi più recenti ha voluto allargare i confini della sua dimora, portandoli dalla penombra degli stucchi barocchi sull’Esquilino alle chiese a cielo aperto, fatte di erba, zaini e sorrisi, delle Giornate mondiali della gioventù.Roma 2000. La Gmg spartiacque tra due millenni è uno spettacolo di entusiasmo. L’immagine simbolo sono i due milioni e mezzo di ragazzi in festa a Tor Vergata con Giovanni Paolo II, che la malattia ormai evidente condiziona nei movimenti e nelle parole ma non fino al punto da impedirgli di sorridere e lasciarsi coinvolgere dalle “sentinelle del mattino”. Di battere il tempo sul bracciolo al ritmo del “chiasso” che sale dalla spianata e che, esclama, Roma “non dimenticherà mai”. Sul megapalco allestito in quell’occasione, assieme alla Croce delle Gmg, la marea di ragazze e ragazzi vede salire per la prima volta anche la Salus Populi Romani
. In apparenza una scelta ovvia, considerata la città che ospita il raduno. In realtà quella presenza cela un’intuizione.Papa Wojtyla la spiega tre anni dopo. Il 13 aprile 2003 è Domenica delle Palme. Come ormai avviene da tempo è anche il giorno in cui si celebra la Gmg diocesana e in Piazza San Pietro Giovanni Paolo II, prima di concludere la Messa, recita l’Angelus. Di fianco al Papa c’è un gruppo di giovani tedeschi, pronti a ricevere in consegna la Croce della Gmg che da lì, e per i successivi due anni, dovrà camminare per preparare il grande raduno di Colonia 2005. Giunto al termine dell’Angelus, il Papa dà l’annuncio. Accanto al Figlio ci sarà in cammino anche la Madre: “Alla delegazione venuta dalla Germania, affido oggi anche l’Icona di Maria. D’ora in poi, insieme alla Croce, essa accompagnerà le Giornate Mondiali della Gioventù. Sarà segno della materna presenza di Maria accanto ai giovani, chiamati, come l’apostolo Giovanni, ad accoglierla nella loro vita”.
Nel 2003 Internet è ancora una rete lenta che fa scricchiolare i modem, anche se l’interattività sta per esplodere in modo prodigioso – Facebook nascerà dopo un anno, YouTube dopo due e Twitter dopo tre. Ma per quei giovani pre-social, in procinto di diventare il popolo dei tablet, è ancora una tavoletta di legno di cedro a marcare il primo passo di un diverso pellegrinaggio intorno al mondo. E con il disegno mariano impresso su di essa anche la tenerezza di un Papa amatissimo, che indica ai giovani la strada per trovare conforto sotto quel manto azzurro. La tenerezza condensata in un motto, profondo come può essere l’amore per una madre e leggero come un cinguettio: “Totus tuus”.
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