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La mamma e gli amici: ecco a chi i ragazzi chiedono consigli

Secondo il Rapporto Giovani 2015 le figure di riferimento dei giovani non sono i mentori tradizionali ma chi merita e dona fiducia..

Mamma e figlia

Nessun consulente né professore, nessun esperto di comunicazione o guida saggia, nessun maestro zen come per gli aspiranti samurai. Per chiedere consigli, i ragazzi, sanno già a chi rivolgersi: al partner, alla mamma e soprattutto a loro, gli amici.

Il conforto di quanto emerge da un primo sguardo lanciato sul mondo giovanile è avvalorato da un importante capitolo scientifico, il Rapporto Giovani, avviato nel 2012 dall’Istituto Toniolo in collaborazione con l’Università Cattolica, Fondazione Cariplo e Intesa Sanpaolo. Si tratta di un resoconto che contiene il prezioso approfondimento di una docente di Sociologia generale dell’ateneo di largo Gemelli, la professoressa Rita Bichi, e che si basa sulle risposte date da 1.638 giovani.

A proposito dei “preferiti” dei ragazzi, sorprende che non abbiano suscitato una presa forte alcuni mentori tradizionali «dal momento che – come spiega la professoressa Bichi in un’intervista – le figure alle quali chiedere aiuto comprendevano anche quelle legate alla vita religiosa, come il parroco, l’educatore, la suora e altri assistenti religiosi, e le figure professionali come lo psicologo. Era citato anche l’allenatore, pensato come persona di riferimento per chi pratica uno sport. Tutte queste figure hanno ottenuto percentuali quasi nulle di risposta». A sorprendere, in campo sentimentale, è la vittoria della mamma e forse, a dirla tutta, è una risposta che non stupisce più di tanto. Il quadro è chiaro: non esiste consulente o docente, per quanto appassionato alla sua materia, che potrà mai competere con la fiducia disinteressata di un amico, di una madre, di un fratello.

Perché sono proprio loro le persone scelte e premiate dai ragazzi? Semplice, dietro questi punti di riferimento ci sono dei valori per i quali i giovani hanno grande fiuto. L’attenzione disinteressata della persona di riferimento, la certezza che l’altro pensi solo al bene della persona che gli si rivolge: è fiducia, è affidarsi all’altro senza remore. E ancora: generosità, altruismo, comprensione, e quell’essere ascoltati senza dover essere giudicati.

E voi, ragazzi, cosa pensate? Concordate con i risultati di questa indagine? A vostro parere gli adulti, per conquistare la fiducia dei ragazzi, come dovrebbero comportarsi?

Redazione Papaboys (Fonte cogitoetvolo.it/Domenico Cassese)

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