Salvatore Cernuzio – Città del Vaticano per Vaticannews.va
Dopo gli ultimi due anni di celebrazioni private nella Chiesa del Santo Spirito in Sassia, si celebrerà per la prima volta nella Basilica di San Pietro e in presenza di fedeli la Messa del Papa nella domenica dedicata alla Divina Misericordia, istituita 21 anni fa da San Giovanni Paolo II nella seconda Domenica di Pasqua. L’appuntamento in Basilica – come informa l’Ufficio delle Celebrazioni liturgiche pontificie – è il prossimo 24 aprile, alle 10. Oggi Francesco ha ricordato la ricorrenza, salutando i fedeli polacchi durante l’udienza generale: “Cristo ci insegna che l’uomo non solo sperimenta la misericordia di Dio, ma è anche chiamato a mostrarla al suo prossimo” ha detto, ringraziandoli quindi per la loro misericordia “verso tanti rifugiati dall’Ucraina, che hanno trovato in Polonia porte aperte e cuori generosi”.
Il Papa che della misericordia ha fatto uno dei capisaldi del pontificato al punto da indire nel 2016 un Giubileo dedicato al tema, prosegue quindi l’eredità di Karol Wojtyla che ha istituito questa festa per la Chiesa di tutto il mondo nel Duemila in coincidenza con la “Domenica in albis”, la prima domenica dopo Pasqua. Una data che, secondo le visioni mistiche della santa polacca suor Faustina Kowalska, fu Gesù in persona a chiedere, offrendole anche indicazioni su come dipingere il quadro divenuto famoso in tutto il mondo.
“Io desidero che vi sia una festa della Misericordia. Voglio che l’immagine, che dipingerai con il pennello, venga solennemente benedetta nella prima domenica dopo Pasqua; questa domenica deve essere la festa della Misericordia”, si legge nel famoso Diario di suor Faustina, beatificata da Giovanni Paolo II nel 1993 e canonizzata nel 2000. “Desidero – sono le parole che la religiosa polacca attribuì ancora a Gesù - che la Festa della misericordia sia di riparo e di rifugio per tutte le anime e specialmente per i poveri peccatori… L’anima che si accosta alla confessione ed alla santa Comunione, riceve il perdono totale delle colpe e delle pene”.
Santa Faustina fu la prima a celebrare individualmente questa festa con il permesso del confessore. Ma già nel 1944 il culto della Divina Misericordia nella prima domenica dopo Pasqua nel santuario di Cracovia – Lagiewniki era presente, andando poi a diffondersi in tutta la Polonia negli anni successivi. Ancora Wojtyla, da Pontefice, dedicò alla devozione promossa da suor Faustina la chiesa di Santo Spirito in Sassia, luogo di culto cinquecentesco rinascimentale a pochi passi da piazza San Pietro. Dal 1994 la chiesa è stata elevata a Santuario e ogni mese è meta di numerosi pellegrini e fedeli che lì, ogni pomeriggio, recitano il Rosario.
È in Santo Spirito in Sassia che Papa Francesco lo scorso anno, nel 90.mo anniversario della rivelazione dell’immagine di Gesù Misericordioso, aveva presieduto la Messa per la Divina Misericordia, tuttavia in forma ristretta nel rispetto delle normative anti-Covid, alla presenza solo di un gruppo di ospiti di istituti di pena, di medici e infermieri e di rifugiati provenienti da Africa e Medio Oriente. Quella del 2021 era la terza Messa del Papa della Divina Misericordia; la prima era stata in piazza San Pietro, il 3 aprile 2016, nel pieno del Giubileo straordinario della Misericordia. Un appuntamento universale in cui il Papa ribadì il messaggio dell’amore divino: “Ogni infermità può trovare nella misericordia di Dio un soccorso efficace. La sua misericordia, infatti, non si ferma a distanza: desidera venire incontro a tutte le povertà e liberare dalle tante forme di schiavitù che affliggono il nostro mondo. Vuole raggiungere le ferite di ciascuno, per medicarle. Essere apostoli di misericordia significa toccare e accarezzare le sue piaghe, presenti anche oggi nel corpo e nell’anima di tanti suoi fratelli e sorelle”.
L’anno successivo, nel 2017, Francesco aveva celebrato la ricorrenza con i Primi Vespri nella Basilica vaticana. Invece, nel 2020, nel clou della pandemia, era tornato nella Chiesa del Santo Spirito per una cerimonia privata, senza fedeli. Mentre il mondo si trovava a lottare con l’improvvisa emergenza sanitaria e con la paura di morti e contagi, il Pontefice – durante la Messa trasmessa in mondovisione e in diverse lingue – aveva esortato ancora una volta a guardare alla misericordia di Dio, “mano che ci rialza sempre” e, al contempo, aveva messo in guardia dal “rischio” di essere colpiti da un altro “virus”, quello dell’”egoismo indifferente” che porta a scartare i propri stessi fratelli.
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