Un perdono vero, sincero che mi liberava da un peso enorme che portavo sul cuore, eppure non avevo più alcun dubbio, Dio mi aveva perdonata e mi dava una consapevolezza nuova, una capacità di comprendere ed accettare meglio anche le croci della vita, poiché proprio grazie ad esse ora mi sento rinata.
Un sacerdote che era con noi mi disse: “Sei salita su questo pullman con uno sguardo e torni a casa con un altro, completamente diverso, cerca di non perderlo” Non lo dimenticherò mai.
Tornata a casa mi resi conto che non ero più quella di prima, mi sentivo libera, un’altra persona, desiderosa di ringraziare non solo a parole, ma con i fatti quel Dio che tanto aveva fatto per me toccandomi e sanandomi nel profondo. Ho iniziato perdonando coloro che mi avevano fatto del male e non sembrava affatto difficile, era come se il mio cuore fosse stato cambiato, mi meravigliavo io stessa di quanto fosse vero quel sentimento e più raggiungevo questa consapevolezza più sentivo crescere in me la pace.
Mio padre rimase con noi ulteriori 18 mesi e ci lasciò vivendo il suo ultimo tempo nella grazia di Dio. Nemmeno i medici ci seppero mai spiegare quanto accaduto, io invece sapevo nel mio cuore che Dio aveva ascoltato la mia preghiera. In punto di morte fece promettere a mia sorella che sarebbe andata a Medjugorje al suo posto.
Il rosario divenne il mio miglior compagno e soprattutto desideravo intensamente pregarlo insieme ad altri, proprio come si faceva a Medjugorje. Lo sentivo come una necessità e mi ritrovai a parlarne con il mio parroco che pur conoscendo la mia timidezza comprese che si trattava di una chiamata e mi invitò a creare un gruppo di preghiera nella mia parrocchia dedicato proprio alla Regina della Pace. Non credo fosse un caso che iniziò proprio il 15 settembre 2008, festa della Madonna Addolorata, anche perché me ne resi conto solo un anno dopo. In seguito ne nacquero altri 3.
Anche mio padre vi prese parte molte volte prima della sua morte e sono sicura che queste preghiere aiutarono anche la conversione di tutta la nostra famiglia, per una fede più viva e sentita. Mio padre morì con il sorriso sulle labbra, con tutti i sacramenti, la confessione settimanale, l’eucarestia ogni giorno e l’estrema unzione datagli per ben 2 volte. Anche il mio primo rosario andò con lui, nella tasca della giacca, volevo che fosse una catena dolce che ci teneva uniti tutti a Maria come aveva fatto in quei 18 mesi di grazie.
Questi furono i primi meravigliosi frutti di Medjugorje nella mia vita che fino ad allora era triste ed insignificante, Maria e il Signore avevano dato un senso a tutto quello che sarei stata di lì in avanti una Loro discepola, le loro mani tese. L’ 8 dicembre 2008 sentii nel cuore un desiderio fortissimo di Consacrarmi al Cuore Immacolato di Maria e dopo alcuni giorni di preparazione con grande commozione mi Consacrai alla madre di Gesù presso il Cenacolo Mariano delle Missionarie di Padre Kolbe di Borgonuovo – Bologna, il mio cuore anelava ad appartenere a Maria ed essere un totus tous con Lei.
Durante il secondo pellegrinaggio a Medjugorje mi fu concessa la grazia di vivere Gesù Eucarestia con la consapevolezza che Lui è realmente presente nel Sacramento e che il mio compito non era terminato. Maria desiderava che portassi a Lei altri pellegrini altre persone bisognose del suo affetto e della mia testimonianza per poter ricevere la mia stessa grazia. Ne ero più che certa, me lo sentivo in cuore, sebbene mi sembrasse un impegno troppo grande per le mie forze era come se dentro di me qualcuno mi stesse
rassicurando che non avrei potuto contare sulle mie forze, ma su quelle della Madre Celeste e allora tutto si sarebbe compiuto secondo la Sua volontà. Così accettai di fare da tramite per la realizzazione dei Suoi piani.
Lasciai la foto di mio padre ai piedi della Madonna posta sul monte Podbrdo e quella stessa notte lo sognai bellissimo, giovane, sorridente vestito tutto di bianco, di un bianco abbagliante era davanti alla chiesa di Medjugorje e mi diceva: “Hai visto che ce l’ho fatta a venire qui, sono a casa” ricordo questo sogno come fosse ora.
Il messaggio del 2 marzo 2010 che la Madonna diede a Mirjana schiarì ogni mio dubbio. Quelle parole si stamparono non solo nella mia mente, ma anche nel mio cuore
“Cari figli, il mio Cuore materno soffre grandemente mentre guardo i miei figli che ostinatamente mettono ciò che è umano davanti a ciò che è Divino, i miei figli che, nonostante tutto ciò che li circonda e nonostante tutti i segni che vengono loro inviati, pensano di poter camminare senza mio Figlio. Non possono! Camminano verso la perdizione eterna. Perciò raduno voi che siete disposti ad aprirmi il vostro cuore, che siete disposti ad essere apostoli del mio amore, perché mi aiutiate, perché vivendo l’amore di Dio siate un esempio per coloro che non lo conoscono. Che il digiuno e la preghiera vi diano forza in questo ed io vi benedico con la benedizione materna nel Nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo”
Sentii che quel messaggio era proprio mio, mi apparteneva, come il mio cuore ora apparteneva a Lei, e non solo quello, perché le ho donato tutta la mia vita e finchè avrà bisogno di me non tarderò a risponderle: Eccomi!
Ogni giorno non posso che ringraziare il Signore per questa chiamata che mi ha rivolto, chiedo con semplice umiltà di cuore di esserne degna. Tornando alla preghiera semplice dei primi anni della mia vita. È un dolce ricordo nostalgico che rivedo: la mia famiglia riunita in preghiera che con dolcezza mi ha trasmesso i valori cristiani ed il mio grazie commosso va a quel grande uomo che era mio padre, figlio di Dio e della verità….
Fonte: medjugorjetuttiigiorni.blogspot.it
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