Il volume si caratterizza come un vero manuale sul patrimonio della musica sacra popolare, che l’autore definisce “un potenziale non ancora adeguatamente conosciuto, apprezzato e utilizzato”. L’opera è suddivisa in due parti principali e si compone di 15 saggi. Nella prima, “Musica Popolare Sacra, cioè Liturgica e Religiosa”, si susseguono capitoli che affrontano, ad esempio, il recupero della “voce popolare” della religiosità e della fede nella musica, come pure l’eredità storica, l’attualità e le prospettive di una musica a servizio dell’Annuncio. Nella seconda parte è invece presentato il tema “Musica Sacra Popolare e feste religiose”, con capitoli sui canti della povertà, quelli natalizi, le espressioni popolari della Settimana Santa e di Pasqua e il canto sacro popolare rivolto alla Madonna.
Un lavoro che ripercorre il ruolo storico svolto da questo particolare genere musicale, fa menzione delle polemiche sulla musica conseguite alla riforma liturgica del Vaticano II, ma “non tralascia di ricordare – nota monsignor De Gregorio nella presentazione del volume – che la nostalgia per una liturgia in canto poggiata sul gregoriano e la polifonia non può essere tranquillamente invocata senza tradire la sua stessa storia, che è quella del cantare la fede nell’‘oggi’ dei linguaggi e dei mezzi sia tecnici che strumentali”.
“Amelio Cimini, con il suo ampio lavoro di indagine minuziosa, segno di amore crescente nel rispetto dei ‘ritmi, della coscienza, delle convinzioni’ delle tradizioni religiose popolari”, prosegue De Gregorio, riesce nel proposito di consegnarci “ragione di una storia, una magnifica storia, e di collegarla con i nostri giorni”.
“La disattenzione che da parte della Chiesa stessa è stata data alla Musica Sacra Popolare – si legge ancora nella presentazione –, ha contribuito a collocarla nell’ambito piuttosto del fenomeno e del colore regionale che non in quello di una musica che costituisca una cultura vera e propria”. Il lavoro di don Cimini è pertanto “un atto di amore verso la straordinaria storia del popolo cristiano che prega, che canta, che celebra gli eventi della vita e della fede, ma è anche un lanciare in avanti, nel domani di questa straordinaria storia, delle prospettive affinché ancora si possa, nel nuovo, rispettare l’anima del Popolo che spera e prega affidandosi alla musica”.
Luca Caruso
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