Che debbono fare? Qualche ricchissimo rampollo di una importantissima famiglia italiana in questi giorni ha detto – cito a memoria – che i nostri giovani non vogliono lavorare perché preferiscono rimanere a casa. Che tristezza queste analisi superficiali, inutili e stupide. Almeno si avesse il pudore di tacere. Perché lo fanno? Da noi c’è un detto che dice: “ Chi è sazio non crede a chi sta digiuno”. È vero. Chi è sazio, invece, ha il dovere di tendere la mano a chi non mangia. Il Papa ce lo sta dicendo in tutti i modi in questo periodo. La scena politica di questi ultimi giorni fa sperare alcuni e scoraggiare altri. Che cosa succederà è ancora tutta da vedere. Le parole di chi ci governa non sempre trovano riscontro. Non sempre si onora la parola data. L’Italia vive un momento di crisi terribile. La famiglia rimane l’ultimo baluardo a cui aggrapparsi. Occorre fermarsi e chiedersi seriamente che cosa si vuol fare di tanti giovani. Luisa e Mario aspettano un bambino. Si è affacciato alla vita senza preavviso. Loro vorrebbero accoglierlo, ma la paura è tanta. Il loro ragionamento non fa una grinza: “ Padre, se non abbiamo di che mangiare oggi, come faremo con il nuovo nato?”. Unica soluzione che intravvedono: l’aborto. Gli aborti dei poveri. Tanto diversi dagli aborti dei ricchi. Figli visti come un lusso. “ Non c’era posto per loro nell’albergo”, dice il vangelo di Giuseppe e Maria. Non c’è più posto per i figli dei poveri nella nostra società? Occorre un cambiamento. Una vera conversione. Conversione del cuore e conversione politica. Conversione individuale e conversione collettiva. Sabato mattina a un convegno sulla “ terra dei fuochi” un professionista, pensoso, si chiedeva come fanno certuni a bruciare rifiuti tossici per soli 50 euro. Eppure la risposta c’era. Era proprio a portata di mano. Tanto semplice e tanto triste. Chi ha fame è disposto a tutto. Andiamo incontro a questi nuovi poveri. Aiutiamoli a superare questo terribile fossato. Ridiamo loro un minimo di speranza. Alla fine ci avremo guadagnati tutti. Padre Maurizio PATRICIELLO
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