La politica italiana continua ad autoproteggersi

ROMA – La Camera continuerà a pagare l’indennità parlamentare a Francantonio Genovese, il deputato eletto nelle liste Pd che si trova agli arresti domiciliari. L’Ufficio di presidenza di Montecitorio ha infatti respinto la richiesta avanzata dal M5S di togliere lo stipendio ai deputati che sono sottoposti a misure restrittive della loro libertà e che per questo non possono esercitare il loro mandato. Per interrompere i pagamenti, ha sentenziato l’ufficio di presidenza della Camera, serve infatti «una iniziativa legislativa», cioè una nuova legge che consenta all’amministrazione di Montecitorio di togliere la busta paga ai deputati che finiscono agli arresti. Ma i Cinque Stelle non ci stanno, e Luigi Di Maio attacca: «I partiti danno lo stipendio ai parlamentari in galera».

Dal giorno dell’arresto di Genovese, lo scorso 15 maggio, la Camera paga al deputato eletto con il Pd soltanto l’indennità parlamentare connessa alla titolarità della carica, che è prevista in Costituzione ed ammonta a 5.246,54 euro netti (10.435 euro lordi). Il deputato siciliano, dal momento in cui ha perso la libertà personale, non riceve invece né la diaria né i rimborsi delle spese per l’esercizio del mandato (comprese quelle per il trasporto). Prendendo spunto dalla vicenda, i cinque stelle hanno chiesto di non limitarsi a togliere agli onorevoli arrestati solo le voci accessorie dello stipendio ma di interrompere anche il pagamento dell’immunità vera e propria. Inoltre i cinque stelle chiedono di fermare l’erogazione del vitalizio e della pensione agli ex deputati condannati per reati particolarmente gravi, come quelli di mafia, corruzione e quelli contro la Pubblica amministrazione.

La questione era stata ritenuta «meritevole di attenzione» dalla presidente della Camera. Laura Boldrini ha chiesto un’ istruttoria ai questori, i quali oggi si sono espressi contro le proposte del movimento di Grillo: una eventuale sospensione dello stipendio, è stato argomentato durante la riunione, può essere decisa solo con una legge e non con una semplice delibera dell’Ufficio di Presidenza. Un orientamento a cui si è allineato a maggioranza l’Ufficio di presidenza di Montecitorio. Gli unici contrari sono stati i tre rappresentanti M5S che ora tuonano contro la decisione. «Se Genovese è agli arresti domiciliari – ha chiesto polemicamente Luigi Di Maio – i cittadini che lo pagano a fare?»  Fonte: quotidiano La Stampa

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