La preghiera alla Croce di Sant’Antonio contro il male…
Conosci la preghiera e la Croce di Sant’Antonio da Padova per fronteggiare il male?
LA STORIA – Secondo la tradizione in Portogallo, nella città di Santaren, viveva una povera donna fortemente molestata dal demonio. Per via di queste molestie, la malcapitata compiva spesso stranezze inspiegabili che la rendevano bizzarra perfino a se stessa. Un giorno il marito, in un momento d’ira, le gridò che era indemoniata. E la povera donna, già in difficoltà e con addosso il peso di una difficile vita, decise di suicidarsi gettandosi nel fiume Tago.
Determinata a mettere in atto il suo triste proposito, la donna uscì di casa, ma mentre si incamminava verso il fiume si imbatté in una chiesa francescana nella quale si stavano celebrando i solenni festeggiamenti in onore di Sant’Antonio da Padova: era infatti il 13 giugno, giorno della festa del Santo.
LA PERGAMENA PRODIGIOSA CON IL MOTTO
La donna, allora, decise di entrare in chiesa per elevare un’ultima preghiera. Mentre pregava, però, affranta per la lotta che combatteva dentro di sé e stremata dalle fatiche, s’addormentò e in sogno le apparve il Santo che le disse: “Alzati o donna e custodisci questa preghiera che ti dono con la quale sarai libera dalle molestie del demonio”.
Svegliatasi bruscamente, la donna si guardò attorno e scorse proprio lì vicino un piccolo foglietto di pergamena sul quale erano scritte le seguenti parole accanto a un segno di Croce:
“Ecce Crucem Dómini, fúgite, partes advérsæ. Vicit Leo de tribu Iuda, Radix David. Allelúia! Allelúia!”
(“12. Ha vinto il Leone della tribù di Giuda, stirpe di Davide. Alleluia! Alleluia!”).
A quella vista la donna si strinse al cuore il biglietto prodigioso e completamente liberata da ogni disturbo malefico fece ritorno a casa piena di speranza. Il marito, venuto a conoscenza del segreto, ne parlò in ogni dove: la notizia del fatto prodigioso si diffuse tanto che ben presto arrivò perfino alle orecchie del Re. Questi, incuriosito dall’accaduto, chiese di poter vedere la pergamena miracolosa e non appena l’ebbe tra le mani se ne impossessò rifiutandosi di restituirla alla legittima proprietaria.
La povera donna, afflitta nuovamente, implorò il Re di restituirgliela, ma il Re non ne volle sapere. La donna, allora, si rivolse ai Francescani i quali riuscirono a ottenere dal Re di poter eseguirne di quella pergamena una copia conforme. E quale gioia quando si scoprì che la copia conforme possedeva le stesse virtù di quella originale!
La preghiera del Breve (o Motto) di Sant’Antonio – che ha un’indubbia valenza esorcistica – la ritroviamo anche nei due Rituali dell’esorcismo attualmente in uso alla Chiesa cattolica: sia nell’antico rituale del 1614, che nel nuovo voluto nel 2004 da papa Giovanni Paolo II. Senza considerare, poi, che la prima parte di questa potente giaculatoria è già presente nelle Sacre Scritture, e precisamente nel Libro dell’Apocalisse, dove al Capitolo 5 versetto 5 leggiamo: “Vicit Leo de tribu Iudae, radix David” (“Ha vinto il Leone della tribù di Giuda, il germoglio di Davide”).
PAPA SISTO V
Con l’appoggio dell’ordine francescano, la preghiera – comunemente nota come Motto (o Breve) di Sant’Antonio – iniziò a diffondersi rapidamente, diffusione alla quale contribuì anche papa Sisto V (1585-1590), francescano, che volle farla incidere alla base dell’obelisco da lui stesso fatto erigere a Roma, al centro di Piazza san Pietro, dove ancora oggi è visibile.