Una bellissima preghiera per invocare la Madonna
Recita la supplica per invocare la Madonna nella tua vita…
Il testo:
Beata Vergine Maria, ti preghiamo: prega con noi e per noi. Benedici noi e le nostre famiglie con la tua benedizione materna.
Che i nostri cuori diventino sempre più simili al Tuo, al Tuo cuore che vede, al Tuo cuore che sa dire grazie, affinché riconoscano le cose che Dio ha fatto per noi: tutto il creato e la nostra vita.
Vergine Maria, ti preghiamo, prega per noi perché possiamo diventare coraggiosi testimoni della pace e dell’amore; che i nostri cuori possano credere all’amore e alla pace che Dio ci dà attraverso di Te.
Che le nostre famiglie sappiano accoglierti, sappiano aprire le loro porte a Te che stai bussando alle porte delle nostre case, che stai bussando ai nostri cuori.
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Che possiamo riconoscerti e gioire come Santa Elisabetta quando incontrandoti ti ha riconosciuta come Madre del Salvatore.
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Per tua intercessione, o Maria, benedica tutti noi e le nostre famiglie, tutti gli ascoltatori di Radio Maria, i gruppi di preghiera e ci protegga da ogni male Dio onnipotente: il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. Amen. Pace e bene. (Padre Ljubo – Medjugorje)
Approfondimento / Dal Diario di Santa Gemma Galgani
Presa la lettera, l’angelo le dice che sabato prossimo avrà la risposta. Dolore dei peccati e corona di spine. Per obbedire, «manda via» Gesù.
Subito tornata, ho guardato e, curiosa!, la lettera non ci era più. Dico curiosa, perché lo sento dire da altri che è una cosa strana; a me non mi sembra però. L’angelo custode poi mi ha dimandato se ci occorresse risposta. Io ho riso. « E altro », gli ho detto, « se ci occorre! ». « Ebbene », ha soggiunto, «fino a sabato non puoi averla». Pazienza dunque fino a sabato.
Intanto eccomi al giovedì sera. O Dio! Tutti i miei peccati mi si presentano davanti. Che enormità! Sì, sappiatelo tutti: la mia vita fino ad ora è stata una continua serie di peccati. Sempre la vedo la gran quantità di essi, e la malizia riconosco con cui li ho commessi, ma specialmente nell’avvicinarsi del giovedì sera: in una maniera sì spaventosa mi compariscono davanti, che divento vergognosa a me stessa e insoffribile a me medesima.
Allora, massime in quella sera, proponimenti, pentimenti, sono di continuo; ma tutte cose che poi non mantengo e torno al solito. Un po’ di forza, un po’ di coraggio mi viene quando sento che Gesù in quell’ora mi mette la corona delle spine e mi fa soffrire fino alla sera del venerdì; perché ciò offerisco per le anime peccatrici, in modo particolare per la mia.
Così avvenne ieri sera giovedì; mi sembrò che Gesù facesse, come era solito in quella sera: mi posò le spine sul mio capo, cagione di tante pene al mio caro Gesù, e me la lasciò per più ore. Mi fece un po’ soffrire, ma che dico soffrire, godere. È un godere quel soffrire. Quanto era afflitto! E la cagione: per tanti peccati che si commettono, e per tante anime ingrate, che lui tanto benefica, e poi riceve tutto al contrario. Di questa ingratitudine quanto mi sento colpevole io stessa! Al certo Gesù avrà detto di me.
Finita l’ora dell’obbedienza, il mio angelo custode mi avvisò; che fare? Gesù si tratteneva ancora, ma ben vedeva l’imbarazzo in cui mi trovava. Mi ricordò l’obbedienza, e per obbedire dovevo mandar via Gesù, perché l’ora era trascorsa. « Via », mi disse Gesù, « dammi un segno fin da ora che sempre obbedirai». Allora esclamai: «Gesù, va’ pure, ch’ora più non ti voglio». E Gesù sorridendo mi benedì, insieme a tutti i membri del Sacro Collegio, e raccomandandomi all’angelo custode, mi lasciò sì contenta da non potermi esprimere.
Son solita in quella notte di non poter dormire, perché sto unita con Gesù, in unione più stretta del solito, e poi anche perché mi sembra che mi dolga un po’ il capo; vegliai insieme al mio caro angelo.