Italiae et Ecclesia

La preghiera di Papa Francesco per gli eventi tragici del centro-Italia

Si continua a scavare nella neve e tra le macerie dell’Hotel Rigopiano di Farindola, nel pescarese, alle pendici del Gran Sasso d’Italia, travolto da una valanga presumibilmente provocata dalle recenti scosse sismiche o dalle imponenti nevicate.

Due i cadaveri recuperati, due persone tratte in salvo, ma ancora una trentina i dispersi. Estremamente difficoltosi i soccorsi che proseguono, mentre nella zona cominciano ad affluire uomini e mezzi nonostante il muro di neve che ha isolato l’albergo. La Procura di Pescara ha aperto un’indagine per omicidio colposo. Dal Papa un appello alla preghiera e alla solidarietà. Sentiamo Francesca Sabatinelli:

Spazzato via: l’albergo Rigopiano è stato spostato di circa dieci metri e, con esso, tutti gli ospiti che ancora erano all’interno, una trentina circa, in attesa degli spazzaneve che li avrebbero aiutati a ripartire. Un’apocalisse: così descrivono lo scenario i soccorritori della finanza arrivati alla struttura dopo aver percorso per ore la strada con gli sci. Una scena apocalittica, il tragico miscuglio tra un terremoto e una valanga. Ci sono tanti morti: questo è stato uno dei primi messaggi inviati dagli uomini del soccorso alpino, che ieri sera si erano messi in marcia per arrivare al Resort. Le telefonate agli ospiti dell’hotel sono finora rimaste tutte senza risposta e gli unici due superstiti, perché al momento della sciagura fuori dalla struttura, hanno visto letteralmente l’edificio spazzato via. Sono ore difficilissime, gli occhi puntati a chi sta cercando di lottare contro i minuti per riuscire a salvare vite umane. Una colonna mobile con una turbina apristrada è arrivata sul luogo. E Papa Francesco invita all’intervento, lo testimonia mons. Nunzio Galantino, segretario della Conferenza episcopale italiana:


“Il Papa è informato di questo, costantemente. So che lui stesso ogni tanto chiama qualcuno dei vescovi, qualcuna delle realtà… Il Papa è informatissimo su questo. Non solo invita alla preghiera, ma sta stimolando noi, come Conferenza episcopale, a fare tutto quello che è possibile per far sentire la vicinanza della Chiesa a queste realtà. La situazione è veramente drammatica ma è drammatica perché è estesa, è esteso il teatro di questa realtà. Poi, proprio il sommarsi di terremoto e neve, la situazione metereologica, ha complicato terribilmente tutto. Da parte della gente c’è questo fatto fondamentale del disagio psicologico. Questo è quello che tutti i vescovi hanno confermato, tutti”.

In costante contatto con i presenti sul luogo della tragedia è mons. Tommaso Valentinetti, vescovo di Pescara:
R. – Io sto pregando, sto facendo pregare tutti coloro che mi stanno manifestando anche la loro solidarietà e la loro apprensione. Certo, ci dobbiamo rimettere nelle mani del Signore e avere tanta speranza e tanta fiducia.
D. – Non bisogna perdere la speranza, è vero, certo è che l’Abruzzo, in un lasso di tempo veramente brevissimo, ha vissuto il terremoto, fiumi che straripano, nevicate eccezionali anche per una regione che è abituata…
R. – I miei diocesani, gli abruzzesi, sono tutti molto tenaci e molto duri, sanno reagire a tante difficoltà e tante fatiche. Speriamo che anche i miei condiocesani, quelli che purtroppo dovranno registrare delle vittime nelle loro famiglie, siano altrettanto capaci di affrontare questo momento molto difficile. Chiedo agli ascoltatori di essere solidali nella preghiera perché il Signore ci dia forza, coraggio e soprattutto ci dia la capacità di affrontare le difficoltà che ci aspettano.




La situazione è drammatica in tutte le zone del centro Italia colpite dalla nuova ondata sismica e dove forti sono le nevicate. Ad Amatrice sono entrate in funzione le turbine spazzaneve dell’esercito. Il sindaco Sergio Pirozzi:
“La situazione sta migliorando, un po’ per le condizioni climatiche, un po’ per l’invio dei mezzi, si sta cercando di rendere accessibili le tante zone, non raggiungibili a causa dell’eccessivo manto nevoso straordinario. Era da circa 60 anni che non c’erano nevicate così, per cui si sta cercando di riaprire l’accesso. Però, insomma, adesso il mio pensiero va a quelle persone che hanno perso la vita nell’hotel. E’ un’emergenza nell’emergenza nazionale, per cui stiamo insieme uniti, stringiamoci tutti forte e aiutiamoci”.




Fonte it.radiovaticana.va

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