Papa Francesco: preghiamo per i bambini che vivono povertà e abbandono per colpa di noi adulti
Adriana Masotti – Città del Vaticano per Vaticannews.va
“Ci sono ancora milioni di bambini e bambine che soffrono e vivono in condizioni molto simili alla schiavitù”. È la dolorosa costatazione con cui Papa Francesco dà inizio al suo videomessaggio che, attraverso la Rete Mondiale di Preghiera del Papa, indica a tutta la Chiesa cattolica la particolare intenzione su cui concentrare la preghiera nel mese di novembre.
I piccoli non sono numeri, sono esseri umani
“Non sono numeri: sono esseri umani con un nome, con un volto proprio, con un’identità che Dio ha dato loro – prosegue Francesco – . Troppo spesso dimentichiamo la nostra responsabilità e chiudiamo gli occhi di fronte allo sfruttamento di questi bambini, che non hanno il diritto di giocare, di studiare, di sognare. Non hanno neanche il calore di una famiglia”.
Un grido che si eleva a Dio
Papa Francesco mette in evidenza che ci sono precise responsabilità dietro alla drammatica situazione di questi bimbi dimenticati, che sperimentano ogni giorno il rifiuto, l’indigenza, la povertà e conflitti di ogni tipo, senza avere possibilità di crescita e di sviluppo e senza accesso ai diritti più elementari:
Ogni bambino emarginato, abbandonato dalla sua famiglia, senza istruzione, senza assistenza medica, è un grido! Un grido che si eleva a Dio e denuncia il sistema che noi adulti abbiamo costruito. Un bambino abbandonato è colpa nostra
Il diritto di studiare, sognare e sentire l’affetto di una famiglia
Francesco rivolge un forte appello perchè ci sia una reale presa di coscienza delle condizioni estreme in cui vivono questi bambini e bambine nel mondo. “Non possiamo più permettere che si sentano soli e abbandonati: devono ricevere un’educazione e sentire l’amore di una famiglia, per sapere che Dio non li dimentica”. Ecco allora l’invito alla preghiera:
Preghiamo perché i bambini e le bambine che soffrono – quelli che vivono in strada, le vittime delle guerre, gli orfani – possano avere accesso all’educazione e possano riscoprire l’affetto di una famiglia