Mercoledì della terza settimana di Quaresima
Vieni in aiuto alla mia infermità, Signore.
La storia del paralitico che giace da molti anni sul bordo della piscina aspettando di poter scendere nell’acqua al momento opportuno è la storia di ogni uomo. Un po’ tutti siamo ciechi o paralitici o sordi o muti. Un po’ tutti possiamo rapportarci all’uomo dalla mano rattrappita o all’idropico. La malattia o il limite appartengono alla nostra condizione umana.
Gesù è il medico che sana e guarisce tutti. Gesù è il Dio che viene in aiuto della nostra debolezza. Gesù è colui che ha realizzato quanto le antiche scritture avevano previsto quando avevano parlato del pastore che porta gli agnellini sul petto e le pecore madri sulle spalle.
Infinita ed indescrivibile è la sua bontà. Egli è compassionevole e misericordioso, lento all’ira e pieno di bontà, non lascia mai andare a mani vuote chi si avvicina a lui, supplicandolo e abbandonandosi alla sua volontà. Dal suo comportamento dobbiamo apprendere che, per essere “conformi” a lui, dobbiamo fare nostri i suoi paradigmi di bontà. Dobbiamo aprirci a soccorrere quanti appaiono ai nostri occhi, e nella storia del mondo, come bisognosi di aiuto.
Di poveri, come diceva Gesù, ce ne sono tanti nel mondo. Non dobbiamo mai smettere di interessarci di loro. È importante che nel povero, nell’ammalato, nell’indigente, noi sappiamo vedere Gesù ed impariamo a chinarci su tutti con la sua bontà.
Non basta infatti dividere il proprio pane con l’affamato o il proprio abito con chi è nudo. Bisogna sapere condividere la propria condizione umana con l’altro come Gesù ha condiviso la sua natura divina con noi e ci ha arricchiti col dono di sé.
Il vero amore sta nel fare propria la povertà altrui senza mai condannare o accusare chi avesse sbagliato.
12 Loda, o Gerusalemme, il Signore, celebra il tuo Dio, o Sion! 13 Perchè ha rafforzato le spranghe delle tue porte, ha benedetto i tuoi figliuoli in [mezzo a] te. 14 Ha messo ne’ tuoi confini la pace, e del grasso del frumento ti sazia. 15 E’ manda la sua parola sulla terra: velocemente corre il suo detto. 16 Dà la neve come [fiocchi di] lana, e la brina e’ sparge come cenere. 17 Getta il suo ghiaccio come briciole: davanti al suo gelo chi può resistere? 18 Manda [poi] la sua parola e lo scioglie; soffia il suo vento e scorron le acque. 19 Annunzia la sua parola a Giacobbe, le sue leggi e i suoi giudizi a Israele. 20 Non fece così a nessuna nazione, e i suoi giudizi ad esse non manifestò. [Alleluia!]Matteo 5,17-19 Non sono venuto per abolire, ma per dare compimento.
DALL’EGOISMO ALLA CONDIVISIONE
Parola di Dio
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Non pensate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto per abolire, ma per dare compimento. In verità vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà dalla legge neppure un iota o un segno senza che tutto sia compiuto.” (M t 5,17-18)
Riflessione
Ogni scelta egoistica è una opzione di morte. Si apre alla vita solo colui che ha il coraggio di donarsi disinteressatamente agli altri.
Gli Atti degli Apostoli mettono bene in risalto il cambiamento operato negli Apostoli dalla risurrezione del Signore: “I credenti tenevano ogni cosa in comune; chi aveva proprietà e sostanze le vendeva e ne faceva parte a tutti, secondo il bisogno di ciascuno” (Atti 2,44-45).