Il momento d’inizio del Conclave era stato segnato, dalle 16.30, dalla processione e dal giuramento dei porporati sotto la volta michelangiolesca della Cappella Sistina, l’ultimo atto prima dell’”Extra Omnes”. Il mondo resta fuori dall’imponente porta lignea della Cappella Sistina che lentamente si chiude. Si riaprirà col nuovo Papa. Sono appena passate le 17.30 quando nel silenzio, tra i 115 cardinali seduti al loro posto, risuona l’intimazione del Maestro delle Cerimonie, mons. Guido Marini. I porporati si erano ritrovati poco dopo le 16 nello spazio raccolto della Cappella Paolina, nella prima loggia del Palazzo Apostolico. A guidarli e prepararli in processione, il cardinale – primo per ordine e anzianità – Giovan Battista Re che, in latino e in nome di tutta la Chiesa, ha invocato la grazia dello Spirito Santo perché sia eletto un degno Pastore. Si forma dunque la processione aperta dal ministrante con la Croce e chiusa dal diacono col Libro dei Vangeli, al canto delle litanie: “Che i Santi dell’Oriente e dell’Occidente preghino per noi, che Cristo ci salvi da ogni peccato e ci doni la sua misericordia”. Sono suppliche e invocazioni alla Chiesa tutta, a sostenere i passi lenti e solenni dei cardinali elettori: Diaconi, Presbiteri e Vescovi. Avanti a loro i cantori e i cerimonieri, il segretario del Collegio cardinalizio, mons. Lorenzo Baldisseri, e il porporato a cui è affidata la meditazione dopo l’“Extra omnes”, il cardinale Prosper Grech. Da ultimo, il Cardinale Re e il Ministro delle Celebrazioni, mons. Marini. Pochi minuti, e si spalancano le porte della Sistina: le volte del Michelangelo abbracciano ogni elettore mentre prende il suo posto. E arriva il momento della solenne invocazione dello Spirito Santo: “Veni creàtor Spìritus”. Negli ultimi istanti che tutto il mondo segue, c’è il solenne giuramento, prima corale: i cardinali promettono fedeltà alle prescrizioni ecclesiastiche, impegno in caso di elezione e soprattutto giurano il segreto su quanto accadrà in Sistina d’ora in poi. Quindi la formula si fa singola: ciascuno avanza, pone la mano destra sul Libro dei Vangeli e giura.
Inoltre papa Benedetto XVI, con il motu proprio Normas nonnullas del 25 febbraio 2013, ribadì la norma secondo la quale, prima di iniziare il conclave, si debbano attendere per quindici giorni i cardinali assenti, conferendo però al collegio cardinalizio la nuova facoltà di anticipare la data di inizio del conclave se tutti i cardinali elettori sono presenti, come la facoltà di prorogarla fino ad un massimo di venti giorni per attendere gli eventuali assenti. Trascorsi venti giorni dall’inizio della sede vacante, però, tutti i cardinali elettori presenti sono tenuti ad iniziare le votazioni. Nella stessa lettera apostolica venne stabilito che le persone non facenti parte del corpo dei cardinali elettori (con riferimento al segretario del collegio cardinalizio, al maestro delle celebrazioni liturgiche pontificie, agli otto cerimonieri, ai due religiosi addetti alla sagrestia pontificia e ad un ecclesiastico scelto dal cardinale decano o da chi ne fa le veci), qualora venissero a conoscenza degli atti dell’elezione e li rivelassero ad altri, violando il giuramento di segretezza, andrebbero incontro a scomunica latae sententiae, riservata alla sede apostolica. La norma precedente, invece, stabiliva una pena a discrezione del pontefice venturo. Si conferma inoltre l’abolizione delle modalità di elezione del pontefice per acclamazione o ispirazione, e per compromesso, prevedendo unicamente l’elezione per scrutinio. Si trattò, al pari con quello del 2005, del conclave più numeroso della storia della Chiesa Cattolica per numero di cardinali elettori (117). Il numero dei non elettori, tuttavia, fu più alto (nel 2013 furono 90, mentre nel 2005 66). Hanno diritto di voto in conclave i cardinali che non abbiano compiuto l’ottantesimo anno di età il giorno precedente l’inizio della sede vacante. Pertanto il cardinale ucraino Ljubomyr Huzar non partecipò al conclave; invece vi partecipò il cardinale tedesco Walter Kasper, che compì ottant’anni il 5 marzo. a cura di DonSa