Benedetta Capelli – Città del Vaticano per Vaticannews.va
La chiave del futuro è nei sogni dei giovani, nel loro vedere senza orpelli e pregiudizi a un domani che sia speranza vera non calcolo matematico, interesse o speculazione. E’ al loro entusiasmo, alla loro fantasia e creatività che Papa Francesco ha guardato, sulla scia della Laudato si’, che al mondo ha consegnato “il grido della terra e dei poveri”, per rilanciare una sfida grande e impegnativa: “restituire un’anima all’economia”.
Nella lettera del primo maggio 2019, il Pontefice ha spiegato il senso profondo di “The Economy of Francesco”, inizialmente previsto ad Assisi dal 26 al 28 marzo di quest’anno e poi spostato a causa della pandemia. Chiaro il messaggio del Papa: convocare economisti, imprenditori, ricercatori, attivisti under 35 ai quali chiedere di praticare un’economia diversa.
Quella che fa vivere e non uccide, include e non esclude, umanizza e non disumanizza, si prende cura del creato e non lo depreda. Un evento che ci aiuti a stare insieme e conoscerci, e ci conduca a fare un “patto” per cambiare l’attuale economia e dare un’anima all’economia di domani.
Una chiamata alla quale hanno risposto da tutto il mondo. Dalla Guyana, dove c’è chi difende i diritti delle culture indigene sapendo che da lì passa il progresso, dai giovani del Sud Africa che guardano ai bisogni dei poveri perché è nella lotta alle disuguaglianze che si costruisce la fraternità, dall’Uganda dove, investendo nel microcredito, si conquista il diritto di far sentire la propria voce e di far crescere così una società più inclusiva e attenta alle donne. C’è l’Argentina di Papa Francesco con una fabbrica di cioccolatini che guarda al bene degli operai più che al profitto.
Oltre tremila le candidature arrivate da 120 Paesi: studenti, dottorandi, ricercatori, imprenditori di start-up, i cosiddetti “changemakers”, coloro che sono capaci di creare cambiamenti con un forte impatto sociale e quindi, in questo caso, promotori di attività economiche che mirano al bene comune. Un tessuto sociale attivo, entusiasta e ricco di proposte in ambiti diversi dalle nuove tecnologie, all’intelligenza artificiale, dal consumo responsabile alla tutela dell’ambiente. Duemila i giovani – : il 56% sono uomini e il 44% donne – che prenderanno parte a “The Economy of Francesco”, organizzato con il contributo del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, della diocesi di Assisi, dell’Istituto Serafico, del comune di Assisi e con il supporto di Economia di Comunione.
Casa dell’evento è Assisi, dove San Francesco si spogliò della sua ricchezza. “Un gesto spettacolare e profetico – ha scritto monsignor Domenico Sorrentino, vescovo di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino e presidente del Comitato di ‘The Economy of Francesco’ – che ricorda tutti gli spogliati della storia, invocando per loro un’etica della solidarietà capace di vicinanza, di premura, di condivisione”. Un “atto di fondazione di un’economia alternativa”. Un flusso che dal cuore dell’Umbria arriva al mondo collegato on-line attraverso il portale francescoeconomy.org con i luoghi simbolo del francescanesimo: la Basilica di San Francesco d’Assisi, la Chiesa di San Damiano, il Santuario di Rivotorto, la Basilica Santa Chiara, il Santuario della Spogliazione, il Palazzo Monte Frumentario.
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