Il presidente della Cei Cardinale Bagnasco a margine della settimana sociale dei cattolici Italiani, ha parlato chiaramente dei pericoli della legge sull’omofobia. Le sua parole dalla sinistra estrema sono state etichettate come “ingerenza” della Chiesa su temi che a dire del politico riguardano la sfera sociale che non ha nulla in comune con la gerarchia cattolica. I paladini della libertà di espressione non vogliono che la Chiesa parli. Le affermazioni del deputato non sono in linea con i principi democratici, dove ognuno, dal singolo alle diverse associazioni e istituzioni di qualsiasi tendenza politica e religiosa, possa esprimere le proprie opinioni.
Attaccano perché hanno paura delle parole del Cardinale? Hanno terrore che i cristiani dicano parole diverse dalle verità che vogliono affermare? Intanto questa sera in parlamento è iniziata la discussione sul decreto legge. Non ci devono dividere le bandiere, o i distintivi della giacca, o il tifo per questo o quel leader -afferma Giovanni Pecora-. Esiste un’area politica che si impegna veramente e concretamente a rappresentare un’idea di società, di famiglia, a cui dobbiamo dare il nostro incondizionato appoggio. Giunge il primo post della Roccella in merito alla discussione del decreto citato:
“Sulla proposta di legge contro l’omofobia non c’è ancora un accordo su un testo condiviso, a conferma del fatto che il tema andava affrontato con un’impostazione meno ideologica e di bandiera da parte della sinistra. Un atteggiamento diverso e un’alternativa all’inserimento del contrasto all’omofobia nella legge Mancino avrebbero consentito facilmente un’ampia condivisione. Le pregiudiziali di costituzionalità presentate da Lega, Fratelli di Italia e da 11 deputati del Pdl, hanno comunque ottenuto 100 voti, più del doppio di quelli prevedibili. Siamo soddisfatti di un risultato che indica con chiarezza un disagio, profondo soprattutto nel Pdl, nei confronti di una proposta illiberale e repressiva che limiterà pesantemente la libertà di opinione”.
don Salvatore Lazzara