Gabriella Ceraso – Città del Vaticano
Accompagnato da un lungo applauso e dall’esplosione di gioia dei circa 700mila fedeli presenti al Campo San Giovanni Paolo II per la Messa conclusiva della Giornata mondiale della Gioventù, è arrivato, dal cardinale Kevin Joseph Farrell Prefetto del Dicastero Laici, Famiglia, Vita, l’annuncio tanto atteso: prossimo appuntamento in Portogallo:
Sarà infatti la città di Lisbona, capitale del Portogallo, ad accogliere nel 2022, la prossima Giornata Mondiale della Gioventù, la Trentacinquesima. La croce della GMG dunque torna in Europa – dopo Cracovia 2016 – nel più occidentale fra gli Stati del continente, affacciato sull’Oceano Atlantico, con i suoi circa 830 chilometri di coste che nei secoli lo hanno reso Regno marinaro tra i più importanti nonchè potenza coloniale imponente.
Repubblica dal 1910, il Portogallo ha vissuto un lungo periodo di dittatura, dominato dalla figura di Antonio de Oliveira Salazar (1932-1968) e del suo successore Marcelo Caetano. Il 25 aprile 1974, con un colpo di Stato, la “Rivoluzione dei Garofani”, il potere è passato ad una giunta militare e poi ad un Consiglio della rivoluzione formato da militari progressisti. Da allora, il Paese ha acquistato una crescente stabilità, che ha rafforzato le istituzioni democratiche.
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La chiesa cattolica in Portogallo conta circa 9 milioni di battezzati ed è suddivisa in 3 province ecclesistiche e 21 diocesi. Presidente della Conferenza episcopale è il cardinale Manuel José Macário do Nascimento Clemente, patriarca di Lisbona per nomina di Papa Francesco nel maggio 2013.
Sarà la seconda volta di Francesco in Portogallo. La prima risale al 12 e al 13 maggio del 2017 in occasione del pellegrinaggio al Santuario di Nostra Signora di Fatima per il centenario delle Apparizioni della Beata Vergine Maria alla Cova da Iria. Un momento tutto mariano, che cederà il posto, nel 2022 alla grande festa dei giovani.
Ma quale il significato per la Chiesa e per il Paese della scelta di Lisbona per una Gmg? A Vatican News parla padre Jose Manuel Pereira de Almeida, teologo e vice-rettore dell’Università Cattolica del Portogallo e racconta l’entusiasmo nato dalla notizia insieme alle attese dei giovani e della Chiesa locale.
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