“Azerbaijan e Turchia minacciano la sicurezza della Repubblica Armena e del suo popolo, anche oltre i confini. Negli ultimi anni, a causa delle aggressioni azere, sono cadute molte vittime. Non si tratta di episodi isolati ma di una vera e propria ostilità congiunta da parte dei due stati nei confronti di uno Stato sovrano. Il presidente azero, Ilham Aliyev, ha dichiarato che presto il Nagorno Karabakh, dove la maggioranza assoluta è di origina armena, sarà parte integrante e inalienabile dell’Azerbaigian Un’escalation volontaria che rischia di accendere nuovi focolai nel Centro Asia”. Per questa ragione, il Centro Italo Arabo Assadakah ha inviato una lettera al Ministro degli Affari Esteri, Federica Mogherini, per chiedere un intervento del Governo italiano presso le rappresentanze diplomatiche dell’Azerbaijan e della Turchia nel nostro paese: “Chiediamo – scrive il segretario generale Raimondo Schiavone – di convocare gli ambasciatori e di esprimere la preoccupazione del Governo per la politica di ostilità nei confronti del popolo armeno e di aggressione nei confronti di Stati sovrani e indipendenti. Chiediamo, altresì, di attivarsi presso le Istituzioni europee affinché vengano intraprese azioni o adottati provvedimenti per far cessare tali azioni”.
Secondo il Centro Italo Arabo, “l’Italia e l’Unione Europea devono condannare con forza la politica di aggressione condotta dal premier turco, Recep Tayyip Erdoğan, nei confronti di altri Stati. Nessun tipo di negoziato, a nostro avviso, può essere avviato fino a quando la Turchia non rispetterà il diritto internazionale. La Turchia ancora oggi continua a negare il genocidio ai danni degli armeni, mentre un paese come la Francia considera invece un reato negarlo”. Nella lettera al ministro Mogherini, il Centro Assadakah ricorda come la Turchia sia intervenuta nei giorni scorsi direttamente nel conflitto nel nord della Siria, favorendo l’ingresso di migliaia di elementi di Al Qaeda nella città di confine di Kassab, costringendo alla fuga oltre tremila armeni: “Questa grave ingerenza nel conflitto da parte della Turchia – e il suo irresponsabile sostegno ai gruppi jihadisti – rischia di inasprire il conflitto religioso nella regione, con una crescente diaspora dei cristiani, da tempo perseguitati dall’Islam più radicale. Le notizie che giungono dal fronte di guerra – conclude Schiavone – parlano di una violenza che rischia di far scomparire importanti tasselli del mosaico culturale, etnico e religioso della Siria”. a cura della Redazione Papaboys