Il terzo momento della Santa Messa ha inizio con la presentazione delle offerte, del pane e del vino che di li a poco diventeranno per la potenza dello Spirito Santo il Corpo e Sangue di Cristo, Pane di Vita per la vita di ogni fedele, nutrimento dell’anima, sostentamento per il viaggio verso il paradiso eterno. Il pane è di frumento, azzimo, segno, nell’antica Pasqua, della repentinità del passaggio del Signore e della fretta dei figli di Israele di lasciare l’Egitto. Anche nella nuova Pasqua di Gesù non si ha tempo per attardarsi, per attendere; bisogna fare presto, mettersi in cammino per il raggiungimento della vita eterna, per operare la liberazione da ogni schiavitù spirituale, morale, fisica, sociale.
Nel vino, frutto della vite, si aggiunge un po’ d’acqua, dicendo: “L’acqua unita al vino sia segno della nostra unione con la vita divina di colui che ha voluto assumere la nostra natura umana”. Questo vino, nel quale è simboleggiata la nostra unione con la vita divina del Verbo Incarnato, viene presentato al Signore perché diventi sangue di Cristo. In esso anche noi veniamo offerti perché diveniamo ciò che Cristo è, sacrificio per il Padre suo.
Ciò che si offre ritorna all’uomo, ma interamente cambiato; si presenta un pezzo di pane e ci è ridonato il corpo di Cristo, si offrono delle gocce di vino e ci è dato il sangue preziosissimo del Signore. Nel pane e nel vino che vengono presentati c’è la vocazione dell’uomo che viene offerta, vocazione da santificare e da vivere sempre in obbedienza alla volontà di Dio che gli ha affidato il creato perché lo custodisca e lo coltivi. La vocazione nei suoi frutti viene data al Signore perché la riempia di vita eterna, la ricolmi di benedizione, le dia la forza e la potenza di creare e di generare nei cuori la vita senza fine.
Alcune domande per la meditazione:
preghiera
Signore, ti offro quello che ho, la vita perché con essa tu possa operare meraviglie. Ti offro i miei piedi perché tu continui a camminare in questo mondo. Ti offro la mia bocca perché tu possa continuare a parlare all’uomo. Ti offro il mio cuore perché tu possa continuare ad amarlo e le mie mani perché tu le possa tendere per accogliere, benedire, perdonare. Amen.
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A CURA DI DON FRANCESCO CRISTOFARO
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