Secondo la tradizione, la seconda candela della pace, è legata alla figura del Messia, a Sua Madre e a Betlemme.
Ci sono delle figure che non conosceremo mai abbastanza, per la loro forza, determinazione ed il loro coraggio: Maria, Giuseppe e Gesù.
Ci sono anche dei luoghi però di cui non sappiamo mai troppo e di cui mai fino in fondo apprendiamo la loro sacralità, tra questi possiamo annoverare Nazareth e Betlemme.
La luce della seconda domenica di avvento, viene per ricordarci due delle figure più importanti del nostro Credo ed uno dei luoghi sacri per eccellenza: Betlemme.
La figura di Maria
Dal Vangelo infatti, evince l’importanza di Maria e del suo SI, che ha cambiato la storia.
Questa umile Donna ci conduce a pensare alla nostra dimensione umana.
Maria ci porta a riflettere quotidianamente sui nostri SI detti a Dio ed alla Sua volontà e ci fa vedere il risultato di una vita abbandonata ai progetti di Dio.
La figura di Gesù
C’è poi un’altra figura importante in questa seconda domenica del tempo di Avvento, che è quella di Gesù, tracciata in tutta la sua fortezza e la sua purezza, dal profeta Isaia (Is 11, 1-10):
“Un germoglio spunterà dal tronco di Iesse, un virgulto germoglierà dalle sue radici.”
Ed ancora: “Il lupo dimorerà insieme con l’agnello; Il lattante si trastullerà sulla buca della vipera; il bambino metterà la mano nel covo del serpente velenoso.”
Betlemme
C’è poi un luogo che viene ricordato in questo giorno: Betlemme.
Luogo sacro che Michea annunciava già come tale, più di 6 secoli prima della nascita di Gesù.
Betlemme infatti come diceva il profeta, sarebbe stata “ la culla del Messia “.
La più piccola tra le città di Giuda infatti, verrà elevata in quanto culla del Messia:
“E tu, Betlemme di Efrata così piccola per essere fra i capoluoghi di Giuda, da te mi uscirà colui che deve essere il dominatore in Israele;
le sue origini sono dall’antichità, dai giorni più remoti. Perciò Dio li metterà in potere altrui fino a quando colei che deve partorire partorirà.”(Mic 5, 1-2)
Betlemme, il cui nome peraltro, significa in ebraico: “città del pane” ed in arabo “città della carne”
Come vivere il nostro Avvento
Michea e Isaia si congiungono insieme nella seconda domenica di pace.
Narrano la Vergine, il Messia ed il luogo che sarà teatro della più bella storia che conosciamo.
Entrambi i profeti spaziano su due fronti: quello della luce più fulgida e quello dell’oscurità del tempo che non sempre permette di riconoscere la luce vera.
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Capiamo allora che la seconda domenica di Avvento ha il privilegio di ricordarci come vivere: coraggiosi e ferventi nella fede come Maria, umili come l’Agnello (Gesù) che accetta il suo destino e ricercatori, all’interno delle nostre città, della felicità che caratterizzava la povera Betlemme in quei giorni.
Sintonizzati su questa frequenza, su due figure importanti e su un posto magico per la nostra Fede, riprendiamo le parole di Sant’Agostino per vivere in pienezza le ultime due settimane prima della nascita di Gesù.
Ci dobbiamo sempre ricordare che Betlemme, come la nostra fede, sempre vivranno e sopravviveranno nonostante le prove della vita:
“Cristo viene ancora qui e ora; la città della Pace, come la Betlemme storica, è qui e ora, vive e sopravvive, tra le persecuzioni del mondo e la consolazione di Dio.”
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