La preghiera insegnataci dal Signore: “dacci il nostro pane quotidiano” non esclude il lavoro, anzi lo richiede come legge del vivere dell’uomo sulla terra. Ognuno deve mangiare il pane sudando e lavorando con le proprie mani.
Gesù vuole che l’uomo lavori, ma con serenità, con onestà, con carità e misericordia; vuole altresì che il lavoro non divenga per lui motivo di trascuratezze e di abbandono delle cose della propria anima, soprattutto che venga inserito nella relazione di fede con il Padre nostro che è nei cieli.
Il lavoro è un’occupazione essenziale della vita dell’uomo sulla terra; se viene posto fuori del rapporto di fede, tutta la vita diviene profanizzata, secolarizzata. L’uomo deve poter sempre dire al Padre suo celeste: dacci oggi il nostro pane quotidiano. Daccelo come un tuo dono d’amore, un regalo della tua misericordia, poiché Tu sei il Padre buono che si prende cura dei suoi figli.
Il lavoro è mezzo e non fine; è via attraverso cui il Signore elargisce il pane quotidiano. Chi lavora deve raccogliere ogni giorno quanto gli serve per questo giorno; domani egli dovrà rifare la stessa preghiera con animo riconoscente, perché sa che ieri è stato benedetto dal Signore e che oggi dovrà esserlo di nuovo.
La collaborazione non è soltanto di ordine materiale, fisico, ma anche spirituale; è vita nella giustizia commutativa, che è scambio di doni. Anche un’opera di misericordia corporale o spirituale è strumento o mezzo per raccogliere ciò che Dio elargisce dal cielo. La Scrittura ha sempre visto nella giustizia commutativa, nello scambio dei beni, una via eccellente perché si possa vivere ogni rapporto ed ogni relazione tra gli uomini secondo verità. Ognuno deve collaborare con Dio per il proprio sostentamento secondo i propri talenti, dello spirito o del corpo, della mente, o del cuore, dell’intelligenza o dei sentimenti e questo è necessario per adempiere ogni giustizia.
Ognuno deve attingere dal proprio lavoro quanto gli è necessario per questo giorno, il resto non gli appartiene, è offerta di Dio per gli altri. Il Signore lo ha elargito per gli altri, agli altri bisogna che venga dato, consegnato. Ognuno deve considerare anche se stesso grazia di Dio, strumento nelle Sue mani, Sua provvidenza nel mondo, perché attraverso lui, venga divisa attraverso la legge della giustizia distributiva, che vuole che ognuno abbia quanto gli è necessario per vivere, e deve averlo perché il Signore glielo manda attraverso i suoi strumenti umani, per mezzo di coloro che sono stati arricchiti del dono di Dio per darlo, per consegnarlo, per distribuirlo.
Preghiera
Vergine Madre, Tu sei stata lo strumento nelle mani del Padre perché il Suo Dono di vita e di salvezza fosse elargito attraverso di Te al mondo intero. Ottienici uno spirito di fede, perché possiamo vivere ogni nostra relazione con Dio e con i fratelli nella dimensione del dono. Ognuno di noi è una grazia per l’umanità, affinché, attraverso la sua responsabile e cosciente collaborazione, Dio possa estendere nel mondo la Sua misericordia e la Sua provvidenza. La Tua fede, o Maria, sia la nostra e la tua carità incendi i nostri cuori per vivere solo per donare noi stessi a Dio e ai fratelli. Amen.
Di don Francesco Cristofaro – www.facebook.com/DonFrancescoEsserePrete
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