La Siria che resiste agli attacchi dei fondamentalisti
Nonostante la Siria è soffocata dalla furia del fondamentalismo che cerca in tutti i modi di impadronirsi con la forza de patrimonio culturale siriano, Abdul Karim Mamun, Direttore Generale delle Antichità e dei Musei, ha reso noto che il centro si occuperà di esaminare la condizione degli edifici, le antichità e il patrimonio non materiale per collaborare nella lotta contro il commercio illegale e il recupero del patrimonio culturale siriano (patrimonio dell’umanità) dopo la fine della crisi. Il centro aiuterà anche quanti sono all’interno del Paese a scambiarsi informazioni via internet sui siti archeologici danneggiati e gli oggetti antichi siriani rubati. Segni di rinascita popolare arrivano da Homs: le vie dei quartieri di Bustan Al-Diwan e Kasr El-Sheikh vengono ripulite dalle macerie e dai detriti segno del passaggio delle bande armate nella città. Le vie dei quartieri di Bustan Al-Diwan e Kasr El-Sheikh vengono ripulite dalle macerie e dai detriti segno del passaggio delle bande armate nella città. Il desiderio di andare avanti, è molto forte. La guerra non può piegare la volontà dei siriani! Sono pronti a ricostruire, a ripartire con più forza e caparbietà. Hanno capito che solo con il bene si può annientare e distruggere il male.
I segni di ripresa sono attaccati dalle iniziative dei fondamentalisti islamici. Il quotidiano britannico Daily Telegraph ha reso noto che i fondamentalisti islamici stanno indossando abiti con slogan con chiamate alle armi venduti in tutta Sydney. Negozi e bancarelle dei mercati locali della zona sud-occidentale della città vendono magliette e maglioni con scritte e armi e gli slogan più fanatici ed estremisti a sostegno dello spargimento di sangue. Simili merci vengono vendute liberamente e anche promosse attraverso internet dalla società DA1. Tra gli slogan più in voga: “Non c’è altro Dio al di fuori di Allah”. È bene ricordare che oltre 150 australiani sono stati identificati tra le persone coinvolte in atti terroristici in Siria e in Iraq e di certo questa nuova tendenza non aiuterà la situazione a migliorare. L’UNESCO ha iniziato a creare un centro di valutazione del patrimonio culturale siriano nel suo ufficio a Beirut. a cura diFrancis Marrash