Acqua, pasta, medicine, pigiami, coperte e materassi. Ne sono arrivati in quantità industriale. La gara di solidarietà che è partita da tutta Italia e dall’estero – dovrebbe essere in arrivo anche un hangar con materie di prima necessità inviato da Putin – per le zone colpite dal terremoto rischia di mettere in ginocchio tutti i magazzini e i centri raccolta di Rieti.
Arriva talmente tanto materiale che non c’è il tempo necessario per catalogare, smistare e distribuire. Oltre 400 volontari sono impegnati giorno e notte a ricevere, immagazzinare e organizzare tutto il materiale. «In città abbiamo i magazzini pieni e non vorremmo che diventasse un problema».
Alessio Ciacci, il presidente di Asm (Ambiente, salute e mobilità) Rieti, la municipalizzata che sta coordinando il centro raccolta per le zone colpite dal terremoto, chiede di stoppare gli aiuti. Quella che è iniziata come una seplice raccolta spontanea di generi di prima necessità fra i cittadini di Rieti, a poche ore dal terribile sisma del 24 agosto, di giorno in giorno si è traformata in una vera e propria centrale di smistamento di generi alimentari e vestiari. È partita dai gazebi allestiti per la festa del peperoncino poi il Comune ha dato manforte, mettendo a disposizione il palazzetto dello sport e altre strutture pubbliche fra cui appunto quella dell’azienda ambientale. È qui il ‘cuore’ operativo della logistica. «Subito fin dalle prime ore – spiega Ciacci – con il progetto ‘Dona un farmaco’, forte del fatto che abbiamo la responsabilità come azienda, delle farmacie comunali abbiamo raccolto medicinali direttamente dai cittadini di Rieti e le abbiamo distribuite nelle aree colpite dal sisma, soprattutto Amatrice ed Accumuli con l’aiuto degli elicotteri della Forestale e dei Carabinieri in quanto erano crollati dei ponti e delle strade erano impraticabili. Ma tutto è andato bene, ce l’abbiamo fatta».
Lo sforzo della popolazione è stato assolutamente ‘generoso’ e il personale di Asm ha potuto così far giungere bende, antidolorifici o medicinali specifici per affrontare la prima fase dell’emergenza. Il personale di Asm Rieti, sottolinea il dirigente, «coinvolto in questi giorni ha offerto la propria prestazione a titolo volontario. È stata una gara meravigliosa ad aiutare chi ha sofferto». «I magazzini sono ora pieni di cibo, vestiti ed abbiamo davanti una nuova fase, non memo impegnativa – aggiunge – gestire questa enorme quantità di roba in modo mirato: dal vestito che ora ci viene richiesto di quella misura al medicinale preciso che serve ad aiutare chi è in tenda. Ci si deve preparare ai prossimi mesi evitando flussi indiscriminati di materiale che se non finalizzati non aiutano concretamente le persone, anzi intasano le strutture di solidarietà».
Ma nella corsa agli aiuti, oltre ai canali ufficiali (quelli della protezione civile e della Croce Rossa) non mancano i volontari, gli amici e i conoscenti delle vittime. Singoli cittadini che, bypassando i controlli e percorrendo di nascosto strade inagibili si fanno in quattro per portare generi di conforto a chi ha perso tutto, anche gli affetti. Ci sono poi anche gli ‘angeli su due ruote’: sono i motociclisti, tutti volontari, che hanno raggiunto i paesi colpiti dal terremoto con le loro moto da enduro per portare gli aiuti anche nelle frazioni più isolate. Mario Menicocci è il coordinatore di uno dei primi gruppi arrivati sul posto. «Rispetto a qualsiasi altro mezzo meccanico viene utilizzato nelle operazioni di soccorso riusciamo ad avere 60-70% di operatività in più, cioè riusciamo ad andare in dei posti dove altri mezzi non vanno».
«Abbiamo trasportato delle attrezzature per la protezione civile per creare una rete di comunicazione, abbiamo portato delle medicine urgenti, dei beni di prima necessità, acqua, degli indumenti siamo andati a controllare la situazione di alcune case isolate e abbiamo portato un pò di conforto ad alcune persone che erano rimaste isolate». Il suo gruppo di volontari è nato nel 2002, col supporto della Protezione civile ed ha partecipato ai soccorsi anche dopo il terremoto dell’Aquila, nel 2009.
Redazione Papaboys (Fonte www.avvenire.it/Daniela Fassini)
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