Il consiglio dei Ministri degli Esteri UE considera la situazione in Crimea e in Ucraina ad alto rischio, valutando superficialmente la nomina di Stoltenberg (ex primo ministro norvegese) a Segretario della NATO (al posto del candidato italiano Franco Frattini). Indicativo è il rafforzamento di una nazione fuori dall’UE, la Norvegia, con l’adesione alla NATO escludendo qualunque armamento nucleare sul territorio che però fornisce un esempio sulla spesa pro capite in campo difesa, fortemente orientata al mercato statunitense. Il Ministro degli esteri greco Venizelos e il responsabile Ashton annunciano una revisione dei rapporti con la Russia, lasciando immaginare un rafforzamento della posizione NATO. Forse la recente visita in Europa del Presidente Obama con una palese sponsorizzazione dell’industria “Made in USA” avrà ricadute sentite sulle soluzioni della crisi Ucraina. La Francia si concentra intanto, soprattutto grazie alla leader Le Pen, sulle problematiche immigratorie del paese a Sud, senza considerare quelle possibili per l’Unione Europea se la crisi non fosse sconfitta in Ucraina dai fondi elargiti. Con il rischio corruzione elevatissimo in un paese in stato emergenziale e al contempo con il paradosso che gli aiuti finiscano in fin dei conti in Russia, in virtù dei crediti per il pagamento del gas già ricevuto in Ucraina negli scorsi mesi indubbiamente i trasferimenti finanziari non saranno sufficienti a stabilizzare la regione. Al contempo proprio gli americani offrono all’Europa l’alternativa alla dipendenza energetica dal gas russo. Ancora una volta l’Europa è disposta a lasciare la leadership agli statunitensi per la risoluzione della ennesima crisi internazionale ed ipotecando già la prossima. di Flavio Britti