Il 29 gennaio 1998 a Firenze nasceva Sara, una bambina all’apparenza come tutte le altre, ma con un compito davvero speciale, portare con grande amore una croce ben più grande di lei, e l’ha saputa accettare più di un qualsiasi altro adulto, per amore del suo Gesù.
Sara Colagiovanni nasce a Firenze il 29 Gennaio 1998 (dieci minuti dopo la sorellina gemella Silvia) da papà Fabio e mamma Sabrina Antonetti, originari della provincia di Frosinone ma residenti a Firenze per lavoro. Ben presto, sempre per motivi di lavoro, la famiglia si trasferisce a Viterbo, e proprio in questa città si compie il cammino cristiano breve ma completo della piccola Sara. Il 30 maggio del ’98 viene battezzata nella Chiesa Santa Maria Maggiore in Giuliano di Roma (FR), sul sagrato della quale verrà salutata per l’ultima volta dieci anni dopo.
L’infanzia scorre veloce e felice: Sara è una bambina ordinata, allegra e gioiosa, trascorre le sue giornate giocando
e sin dai primi anni di vita si denota un carattere gentile e premuroso. Cresce in una famiglia normalissima come tante, il papà sottufficiale dell’esercito, la mamma casalinga per scelta, proprio per far fronte all’impegnativo compito di crescere due gemelle da sola senza poter contare sull’aiuto di nessuno. Dopo la scuola materna arriva il primo giorno di scuola elementare: da subito è attratta dallo studio, in seconda elementare poi inizia il suo cammino verso la Comunione andando a catechismo nella parrocchia di Santa Barbara a Viterbo.La sua vita è scandita da piccole grandi cose: la scuola, il catechismo, le passeggiate con Silvia, mamma e papà, la pizza il sabato, la piscina, lo sport in genere, la messa la Domenica tutti insieme, le gite al lago, le vacanze dai nonni o al mare. Purtroppo un giorno la vita di Sara subisce un brusco cambio di direzione perché la sua fanciullezza viene troncata di netto quando le viene diagnosticato un tumore celebrale nel Marzo del 2007, e dalla sua scoperta all’intervento passano soltanto una decina di giorni. Inizia per Sara un calvario, un percorso tutto in salita, ma lei non si perde d’animo, anzi conforta chi le è vicino e diventa sempre più forte, abbandonandosi totalmente a Colui che incontra con la Prima Comunione il 13 maggio 2007.
Arriva all’incontro con Gesù tanto atteso da lei con in volto i segni dell’intervento ma, come dirà lei stessa, “Per piacere a Gesù non bisogna essere belli fuori ma dentro ”. Nei mesi duri della sofferenza non si ribella e non si abbandona, anzi accetta pienamente la sua condizione e resta fermamente unita al suo Gesù: la malattia la colpisce solo nel fisico, ma non nell’anima; recita tutti i giorni la Coroncina della Divina Misericordia e anche quando arriva, nel Settembre del 2007, l’appuntamento da lei tanto atteso, nonostante i postumi delle dolorose cure che iniziano a farsi sentire, vuole partecipare ugualmente al corteo storico a Viterbo che si tiene ogni anno il 2 del mese di Settembre con il cuore di S.Rosa e con il tipico costume da bocciolo.
Sara vola in cielo il 14 aprile del 2008, e due giorni dopo nel paese nativo della mamma, in una timida giornata primaverile, una folla enorme le si stringe intorno per darle l’ultimo saluto, che però ha tutto il sapore di un arrivederci. Adesso riposa per sempre nel cimitero di Giuliano di Roma, cimitero che si trova ai piedi del santuario della Madonna della Speranza, quella speranza che ha accompagnato Sara fino all’ultimo giorno della sua vita: quella speranza di trovarsi faccia a faccia con quel suo Gesù che aveva scelto proprio lei per soffrire.
La piccola Sara ha avuto un’esistenza breve (breve come il suo nome, come dirà il padre…) ma di un valore immenso. Lei ci ha insegnato tante cose e soprattutto che la sofferenza non è solamente una cosa negativa da cancellare dalla faccia della terra: essa deve essere sì combattuta, ma contemporaneamente accolta con amore dove è presente. Ci ha insegnato che bisogna andare controcorrente e combattere l’idea che accomuna la nostra società: tutto ciò che non risponde ai canoni del bello e del piacere, ciò che provoca rinunce è negativo! Sara, nella sua fragilità, ci ha testimoniato che anche nella malattia, nella sofferenza e nel malato si può gioire e incontrare il volto di Cristo, ed è possibile affrontare il dolore solamente restando intimamente uniti a Lui. A seguito di questa bella esperienza (come la definiscono i genitori) nasce da parte di Fabio e Sabrina, genitori di Sara, il desiderio di fondare un’associazione O.N.L.U.S. a favore dell’infanzia che soffre, per far sì che il sorriso di Sara continui a brillare sul volto di tanti bambini!
L’associazione “SARA UN ANGELO CON LA BANDANA ONLUS“ è stata costituita ufficialmente il 15 Giugno 2010.
Storia pubblicata su https://biscobreak.altervista.org
Il sito ufficiale http://www.saraunangeloconlabandana.com/
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