Abitano a Taranto, dove il papà è il progettista della Chiesa di S. Giovanni Bosco e nell’oratorio salesiano, Paola crebbe e si formò. Sensibile ed intelligente, già all’età di nove anni iniziò a scrivere un diario segreto, dove si legge una frase scritta sui 13 anni e che ben chiarisce la personalità, la fede e la costanza di Paola: “ Se credi in Dio hai il mondo in pugno”.
Amava tanto i genitori, a cui dedicava i versi di sue poesie; frequentò la danza classica e per tre anni fece nuoto; suonava agevolmente la chitarra, felice di cantare e suonare per i suoi genitori; sprizzava gioia di vivere, esternandola nei contatti con le sue compagne a cui voleva molto bene. Frequentò con profitto il Liceo Artistico di Taranto, dove il padre è insegnante; predilesse la compagnia di due ragazze un po’ emarginate dal resto della classe.
Una ragazza ‘straordinariamente’ normale, con i suoi slanci adolescenziali, le sue gioie e i suoi turbamenti, con i sogni e le delusioni tipici dell’età.
Diventò un modello coinvolgente per la “santità” vissuta nel quotidiano, a casa, in chiesa, a scuola, con gli amici; “Era si può dire, di un cristianesimo discreto, stile salesiano, fatto di poche chiacchiere e molti fatti”, questo il giudizio del suo parroco don Osvaldo Traversa. Il suo diario è una fonte di pensieri e massime, che sembrano profondi e grandi per una ragazzina di soli 13 anni, ne citiamo alcuni: “Aspetta con calma ed avrai tutto ciò che desideri”; “L’uomo deve fare solo ciò che può fare e non ciò che vuole fare, altrimenti diventa solo causa di disastri”; “Se Dio è la sorgente di tutte le cose, solo Lui ci potrà fare davvero felici!”.
Nel tracciare a sera il bilancio della giornata, dopo aver accondisceso a trattenersi con le amiche con i passatempo da esse preferiti, annotò una sera sul suo diario: “Mi rimane tanta amarezza per le ore libere che sono sfuggite così stupidamente e mi ritrovo con gli occhi pieni di lacrime”. Ogni sera leggeva qualche pagina della biografia di s. Giovanni Bosco. Paola fu una ragazza dei nostri tempi, con la santità di oggi, fatta di doveri verso Dio e i fratelli e di donazione serena e cosciente; non fece miracoli, né atti eroici, fece solo il suo dovere con amore. Un’epatite virale fulminante, la stroncò nel fiore degli anni, il 28 giugno del 1978; i suoi afflitti genitori hanno affidato ad un libro “Dialogo con Paola”, scritto dal padre, il messaggio d’amore e l’esemplare vicenda terrena della loro figlia Paola.
Autore: Antonio Borrelli
La spiritualità di Paola
Pubblichiamo volentieri una testimonianza a più voci di persone che sono vissute accanto a Paola o ne hanno studiato l’armonica personalità e la propongono come ”la giovane di cui la gioventù odierna ha bisogno, per trovare il modello cui guardare, che le discopra il valore della vita e risponda agli interrogativi, alle angosce, ai disorientamenti che l’assillano”.
Sono valutazioni riguardanti i processi attraverso i quali Paola ha maturato la sua spiritualità, nella pratica di quelle virtù umane e soprannaturali che il Concilio Vaticano II ritiene elementi costitutivi nella educazione religiosa della gioventù.
“La spiritualità di Paola è, anzitutto, dialogo.
Un dialogo che non conosce soste; con la facilità d’eloquio e la precoce maturità, coinvolge gli altri, perché lei stessa è dialogo vivente. Paola si muove, parla, studia, lavora, si diverte, prega, guidata e sostenuta dall’inesauribile dinamica dello Spirito di Verità e di Grazia. Il suo parlare è rivolto a tutti, anche se prevale quello con i suoi coetanei. Ne intuisce le difficoltà, consapevole com’è che i giovani non accettano suggerimenti perché non hanno la forza di leggere la loro sofferta realtà… Ma Paola, come mossa dallo Spirito, nella pienezza della sua esuberanza, nella luminosità della sua armonia, riesce ad aprirsi le vie del cuore e, con naturalezza, conversa, analizza e offre a tutti soluzioni limpidamente risolutive”.
Ancora oggi – come attestano le numerose testimonianze di giovani e adulti – pur nella sua assenza fisica, Paola si fa spiritualmente presente e la si sperimenta “come un dono di Dio”, “sempre vicina”, “più che un’amica… una santa del Paradiso”.
“La spiritualità di Paola è donazione.
E’ questa un’altra sua caratteristica principale: donare, donare serenamente, allegramente, sempre e senza presunzione. Nella sua freschezza di adolescente voleva esportare ovunque, ma specialmente a scuola, quel modello di sana visione umana e di fede che viveva in famiglia, per diffondere i valori fondanti della vita e portare il suo contributo per la risoluzione dei problemi dell’età e dell’ambiente.
Paola era convinta che il suo vivere da creatura “vera”, avrebbe scosso e spronato tutti ad andare avanti senza timore; cercava di legare l’ambiente familiare, scolastico e sportivo in un clima di gioia e di intensa unione fraterna”.
“I giovani di oggi, di fronte ad una realtà così viva e parlante, così vicina a loro, che ama il bello, lo sport, l’amicizia, il dialogo… sono conquisi e si sforzano di imitarla e diventare, come lei, un ponte verso Dio e i fratelli nella gioia di donarsi”.
“La spiritualità di Paola è fede in Dio!
Paola, Dio lo sente, lo ama, gli parla, in Lui sfoga i suoi problemi e i momenti contrastanti della vita. Ha una fede salda e luminosa che le fa dire: “Se credi in Dio hai il mondo in pugno”.
E lei credeva saldamente in Dio, lo amava, lo interpellava, viveva di Lui, lo faceva conoscere e guai a bestemmiarlo! Giungeva ad essere aggressiva, con chi aveva l’ardire di farlo.
E’ un cuore aperto a tutti, specialmente ai più bisognosi; è un dialogo vivente. Ama la vita, ama fare della sua giovinezza un dono. Osserva tutto, e tutto valuta con un sano senso critico che la porta ad una sicura scelta dei valori che le fa disdegnare tutto ciò che degrada, che chiude egoisticamente in sé, che offende. Possiede una superiorità spirituale senza sovrastrutture: semplice, amabile, sincera. Tutto in lei è chiaro, luminoso, irradiante bontà. Un modello quindi. Un modello che affascina i giovani perché li comprende, li ama; conosce e vive i loro problemi come suoi, ma trasfigurandoli nel suo ottimismo e nella sua fede.
Più ancora di un modello, per la sua ricchezza interiore e la sua capacità di irradiazione, Paola è una mirabile icona. L’icona è la spiritualizzazione del modello: ha la vita che quello non ha, ti affascina, ti parla, ti trasmette al suo presentarsi, quanto personifica.
Ti attrae nella contemplazione, ti comunica un’esperienza viva, ti conduce dentro il mistero che raffigura, ti svela l’anima che la vivifica e i tuoi occhi si aprono allo stupore di fronte ad una ricchezza interiore che ti colma di meraviglia: è luce, gioia, pace che ti conquista e ti porta al suo incontro coinvolgendoti e trasfigurandoti.
Tale è Paola: una luminosa icona della giovinezza.
* Ma chi ha plasmato questa stupenda icona?
“Dio anzitutto, con i preziosi doni di cui l’ha arricchita; ma Dio ha agito in lei attraverso la necessaria cooperazione dei genitori e l’impareggiabile direzione spirituale del salesiano Don Giuseppe Schiavarelli.
Architetti entrambi di professione, i genitori, ispirati da una salda fede, si fecero anche i saggi architetti spirituali di quel grande dono di Dio. Consapevoli, come pochi, della loro missione, vissero intensamente il loro compito posponendo ogni altro interesse a quello di conoscere, di seguire, di ascoltare, di indirizzare quel tesoro di figlia. Quella di Paola – come affermò il Postulatore dei Salesiani Don Pasquale Liberatore – è “un’educazione riuscita” dovuta alla fede, all’apertura, all’equilibrio, all’amore della famiglia che forma una perfetta unità che l’anima, la sostiene, l’ispira.
Una famiglia che, con Paola, può essere anch’essa una mirabile icona di fede vissuta, di attenta e ricca dedizione, di grande apertura all’ascolto, di comprensione e di sana fermezza. Paola visse con i genitori e dei genitori, amandoli e osservandoli in tutto il loro agire, “sempre in tre in una felice crescita familiare”.
Nella luce e nella guida di questa stupenda icona familiare, Paola divenne quella che ammiriamo e proponiamo ai giovani: “la luminosa icona della loro giovinezza”.
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