ROBERTO VECCHIONI: «PAPA FRANCESCO PORTA GESÙ SUL VISO E VERO DOLORE PER LE SOFFERENZE DELL’UMANITÀ»
Sulla traccia 11 del nuovo concept album di Vecchioni, la Canzone del Perdono, dedicata a Francesco «Dietro c’è una storia mentale e una fisica che va raccontata… Quella mentale: la cosa più bella, alta è poter perdonare, e non è solo un comandamento divino, ma anche umano. Un concetto solo della religione cattolica» E per quanto riguarda quella fisica, l’evento che c’è dietro… L’intervista su Tv2000
«Il segreto di Francesco è quello di portarsi Gesù sul viso, perché veramente lui ha Gesù sul viso». Lo ha detto Roberto Vecchioni in un’intervista di Silvio Vitelli per il Tg2000, il telegiornale di Tv2000. Il cantautore ha presentato il nuovo concept album dal titolo ‘L’ infinito’ con un chiaro riferimento a Leopardi ed altri personaggi da Giulio Regeni alla guerrigliera curda Ayse. E poi il duetto con l’amico storico Francesco Guccini con cui ha ripercorso la storia del pilota Alex Zanardi. E nella traccia 11 la ‘Canzone del Perdono’ dedicata proprio a Papa Francesco.
.
.
«Francesco – ha aggiunto Vecchioni – è stato parecchio romanzato. E non voglio andare sul romanzo né sui luoghi comuni però ha delle caratteristiche di perfetta coerenza con quello che dice. Tra queste cose c’è un vero rincrescimento, un vero dolore – si sente e non è casuale – per le sofferenze dell’umanità. Lui ce l’ha e lo si vede quando parla, lo si sente da quello che scrive e da quello che dice. È un Papa di una sincerità immensa».
«Questa canzone – ha spiegato Vecchioni – ha una storia, che va raccontata. Una storia fisica e una mentale. Secondo me la cosa più bella, più alta possibile per un essere umano è quello di perdonare gli altri. E non è soltanto un comandamento divino, è un comportamento umano. Cioè anche se non esistesse il Paradiso e il Signore, per l’etica stessa di essere uomo devi avere la capacità di perdonare. In realtà questo concetto è solo della religione cattolica. Ritengo che sia più forte di qualsiasi cosa, anche del Paradiso».
«I non cristiani – ha proseguito Vecchioni – lo mettono in campo probabilmente perché lo hanno imparato da una costruzione materiale e sociale di vita. Noi cattolici ce l’abbiamo per intendimento divino. Ce l’hanno anche le religioni rivelate ma come lo dice Gesù nel Vangelo è diverso da tutti. Lui perdona un ladrone che non ha visto mai in vita sua e che avrà ammazzato il mondo e a cui promette di portarlo con sé in Paradiso».
Infine Vecchioni ha raccontato un aneddoto sulla canzone dedicata proprio al Papa: «Il mio caro amico Arnoldo Mosca Mondadori, che è il nipote del famosissimo Mondadori, doveva vedere il Papa per qualcosa sull’Africa. Lui era un po’ timido e mi disse: ‘Roberto se mi fai una canzoncina per il Papa, io gli porto il dischetto, magari è più bello, così ho un approccio più facile con lui’. Io in un primo momento pensai che fosse una sciocchezza, poi invece di notte di pensai e al mattino scrissi la canzone. Lui arrivò dal Papa, gli assistenti gli presero le cose e gli dissero che gliele avrebbero date dopo. Invece non gliele diedero mai più quindi il Papa non sentì mai questa canzone. E allora per ‘vendetta’ l’ho messa nel disco e ho detto: ‘Così la sentirà’».