La tonaca di San Francesco e quelle toppe messe forse da Santa Chiara
Rammendata fino all’inverosimile, la tonaca di Francesco, conservata nel Sacro Convento di Assisi, testimonia una vita che non fece nessuno sconto alla radicalità del Vangelo. Suggestiva l’ipotesi che ben diciannove di quelle trentuno toppe provengano dal mantello di Chiara di Assisi, custodito fra le reliquie che ancora oggi possono essere venerate nella basilica a lei dedicata.
Toppe che coprono, rinforzandole, le zone più rovinate, ma anche una stoffa pregiata, il lino che tiene insieme pezze grossolane. Il lino era il tessuto delle vesti sacerdotali, il tessuto delle tovaglie e del servizio all’altare. A San Damiano il lino si tesseva per farne corporali da mandare alle chiese della piana di Assisi. Chiara continuò a lavorare con le sue mani il filato anche durante gli anni più duri della malattia.
Una tonaca “restaurata” da mani pazienti di donna, che sanno custodire ogni frammento di vita perché «nulla vada perduto» (Gv 6,12). La preghiera annoda l’ordito della umana fragilità e dell’incompiutezza che ci abita con l’opera di Dio, nella trama di una storia sacra. Chiara custodì e visse in modo originale l’esperienza cristiana inaugurata da Francesco.
Con la sua vita testimoniò la fedeltà al Vangelo ricevuto, scegliendo di vivere in povertà insieme alle sue sorelle, rimanendo per la fraternità della prima ora punto di riferimento. Le toppe, tagliate dal suo mantello, sono la sua esistenza, offerta in sacrificio di lode e di ringraziamento, che perpetua nel tempo e in una forma di vita l’eredità più bella di Francesco: l’assoluto di Dio, il Sommo Bene. L’una accanto all’altro. Allora come oggi!
di suor Clara – suore francescane di Assisi
Fonte www.sanfrancescopatronoditalia.it