Per oltre 30 ore si è continuato a scavare sotto le macerie delle palazzine crollate a Ravanusa, nell’Agrigentino, nella speranza di trovare superstiti.
Una ricerca che va avanti senza sosta dalla serata di sabato, quando un boato prima e le fiamme poi, hanno scaraventato il centro in provincia di Agrigento in un vero incubo.
I resti della palazzina di 4 piani di via Galilei e quelle adiacenti hanno restituito dapprima i corpi di tre vittime: Pietro Carmina
, 68 anni, professore di storia e filosofia in pensione dal 2018, molti i messaggi di cordoglio sulla sua pagina facebook da parte degli ex alunni del liceo Classico di Canicattì. Con lui anche la moglie Carmela Scibetta, assistente sociale.Enza Zagarrio, di 69 anni e Liliana Minacori, di 59 anni.
Due invece le donne estratte vive dalle macerie, Rosa Carmina e Giuseppina Montana: entrambe sono state trasportate negli ospedali di Licata e Agrigento e non sono in gravi condizioni.
Soltanto questa mattina la notizia del ritrovamento da parte dei vigili del fuoco di altri 4 corpi estratti dalle macerie: tra loro ci sarebbero quelli di Selene Pagliarello, donna incinta al nono mese e di suo marito Giuseppe Carmina. Pagliarello, 30 anni sposata con Giuseppe lo scorso mese di aprile e originaria della vicina Campobello di Licata, era stata assunta come infermiera con i contratti Covid ed era in servizio al pronto soccorso dell’ospedale San Giovanni di Dio di Agrigento. Da sei mesi era in maternità perché la coppia era in attesa del loro primo figlio. E lei era ormai prossima al parto.
I due corpi erano al terzo piano del palazzo crollato in via Trilussa dopo l’esplosione. Dove è stato trovato anche il corpo del suocero della donna, Angelo Carmina, marito di un’altra delle vittime Enza Zagarria.
Resta da capire quali siano le cause del disastro ma non è ancora il tempo di farsi domande, almeno per ora. Tutte le forze sono ora concentrate sulla ricerca di possibili superstiti in quella che il capo della Protezione civile Fabrizio Curcio, arrivato a Ravanusa, ha definito “ore delicate di operazioni di ricerca e soccorso e di messa in sicurezza dell’area”.
Con il passare delle ore la possibilità di trovare dei sopravvissuti si attenua, ma i vigili del fuoco continuano nel loro lavoro, muovendosi con perizia, delicatezza e rapidità tra quello che rimane di un intero quartiere. Si continua a cercare senza sosta con l’ausilio delle squadre cinofile e Usar (urban search and rescue), un’operazione complessa e delicata: sono almeno 40 gli edifici coinvolti, con una deflagrazione a catena, diffusa da una abitazione all’altra, almeno una cinquantina gli sfollati, come ha precisato il sindaco Carmelo D’Angelo, su un’area di circa 10mila metri quadrati.
Fonte: Avvenire on line
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