In base al “Family Law Act”, infatti, se i genitori firmano un accordo scritto prima del concepimento, ai donatori è permesso di essere riconosciuti ufficialmente come genitori supplementari.
Ciò è quello che hanno fatto Danielle Wiley e sua “moglie”, Anne Richards. La vicenda ha avuto inizio quando le due si sono trovate di fronte allo scoglio naturale di qualsiasi coppia omosessuale: come rimanere incinta. Danielle e Anne non volevano però un semplice donatore: «entrambi, fin dall’inizio, abbiamo voluto avere un padre che fosse in realtà anche un partecipante» – racconta Wiley. La coppia lesbica per realizzare il proprio sogno ha pensato, dunque, non ad un ignoto donatore, ma a qualcuno che potesse essere coinvolto direttamente nell’educazione dei loro futuri figli svolgendo il ruolo di padre. In tale prospettiva, Wiley spiega a “CBC”: «conosco un sacco di altre coppie lesbiche che non vogliono questo. Vogliono un donatore anonimo. Ma a noi piaceva l’idea di qualcuno che potesse essere effettivamente coinvolto, e che potesse essere una figura paterna per i nostri figli». A questo punto, chiarisce sempre Wiley, la scelta è ricaduta su Kangro, un vecchio e carissimo amico di Richards. L’inaspettata nomina a padre dei loro figli ha lasciato inizialmente di sorpresa Kangro che dopo averci pensato su ha accettato l’inusuale e delicato incarico: «Quando ricevetti la proposta di Anna e Danielle, ho subito pensato che avrei detto si, anche se, prima di dare una risposta definitiva, ho dovuto fare un sacco di riflessioni
». Prima di concepire Della, i tre, attenendosi alle indicazioni del “Family Law Act”, hanno sottoscritto un vero e proprio contratto, nel quale sono state stabilite le modalità di funzionamento del loro inconsueto nuovo nucleo famigliare. In base agli accordi, dunque, a Wiley e Richards spetterà la custodia di Della, così come la responsabilità finanziaria mentre Kangro sarà il tutore, con i cosiddetti “diritti di accesso” alla bambina. L’avvocato Barbara Findlay, che ha assistito legalmente il trio durante l’iter di riconoscimento genitoriale, ha sottolineato schiettamente la portata rivoluzionaria del “Family Law Act” dichiarando entusiasta: «Il vero grande cambiamento introdotto dal “Family Law Act” in termini di genitorialità, è la modalità con la quale si decide chi è il genitore. In passato, abbiamo guardato alla biologia e alle connessioni genetiche. E questo, oggi, non è più vero. Ora noi guardiamo alle volontà delle parti che contribuiscono alla creazione del bambino, e intendono crescere il bambino. E questo è davvero un grande e reale cambiamento».La legge naturale viene, dunque, sostituita dalla legge dell’uomo che pretende dettare i tempi e i modi del suo vivere. Nelle epoche di decadenza la società umana ha conosciuto la poligamia, che è il matrimonio di un uomo con più donne e l’uso ancora peggiore della poliandria che è l’unione di una donna con più uomini. In questo caso si va oltre perché ci si trova di fronte ad una pseudo-famiglia costituita sulla negazione del fine primario del matrimonio, che è l’unione tra un uomo e una donna per procreare dei figli ed educarli. Il pensiero espresso dalla Findlay esprime una scelta egoistica e violenta che fa del bambino una incolpevole vittima delle sciagurate scelte dei propri genitori. L’arbitraria ed illegittima pretesa della coppia lesbica ad avere un figlio viola le leggi biologiche e morali della natura e calpesta l’elementare e sacrosanto diritto della piccola Della a crescere ed essere educata all’interno di una famiglia normale composta da una mamma e un papà. Mentre in Italia discutiamo di genitore 1 e genitore 2 la storia di Della, figlia di tre genitori, rappresenta un forte e chiaro campanello d’allarme riguardo le logiche e reali conseguenze future di un’ideologia che, svincolata da qualsiasi riferimento morale, pretende costruire una realtà fittizia a misura dei propri desideri. Una società capovolta dove la normalità è un concetto fluido che muta in base a ciò che le volontà delle parti, di volta in volta, reciprocamente stabiliranno.
di Lupo Glori
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Sono confusa su alcune parti dell'articolo. Definite la poligamia come epoca di decadenza della società quando era la stessa Bibbia a consentirla. Dobbiamo quindi ritenere che i testi sacri siano sbagliati?
E perché la poliandria sarebbe peggio della poligamia? Cioè va comunque bene che un uomo abbia più donne perché così può virilmente generare una prole più ampia ma una donna non può scegliere da quale uomo trarre i geni per avere dei figli più forti e sani?