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La veggente Mirjana: ‘Quello che vidi era inconfondibile: tra i sassi e gli arbusti, c’era una giovane donna’

E’ da circa un anno nelle librerie, uno dei più bei libri su Medjugorje, l’autobiografia di Mirjana Soldo, dal titolo “Il mio cuore trionferà” (Moje srce ce pobijediti, per le edizioni “Dominus Production”

Mirjana è una dei sei veggenti che, in quel giugno del 1981 insieme ad altri 5 ragazzi, vide una misteriosa signora su di una collina a Medjugorje, un piccolo paese dell’allora Jugoslavia. La signora era di una bellezza estrema, aveva molta grazia e disse che era la Gospa, la Madonna in lingua croata. Quello che accadde nel pomeriggio del 24 giugno 1981 e gli eventi degli anni successivi, cambiarono la vita di Mirjana e quella dei suoi cinque amici. Tutti e sei i veggenti sono molto riservati, tendono a rivelare poche cose riguardo alle visioni, ad esclusione dei messaggi pubblici.

IL libro-biografia di Mirjana non é il primo libro scritto da un veggente. Vicka Ivankovic Mijatovic, aveva già pubblicato il libro “Maria mi parla – La mia storia”. La più anziana dei sei veggenti di Medjugorje, si è raccontata in un libro dopo essersi sottratta per oltre trent’anni ai giornalisti e agli editori. Successivamente, Vicka in un secondo libro, curato da don Michele Barone “A Medjugorje con Maria – I segreti che la madonna mi ha affidato”, ha continuato a parlare di se stessa.

Per Mirjana invece è la prima volta che racconta episodi della sua vita. In “Il Mio Cuore Trionferà” Mirjana racconta il fenomeno di Medjugorje visto dai suoi occhi, gli stessi occhi che hanno contemplato la Gospa, la Madre di Gesù.

La veggente nell’introduzione al libro, si presenta in questo modo:”Mi chiamo Mirjana. Vedo la Madonna da oltre 35 anni. Non po­trei dirlo in modo più diretto. Capisco che sia difficile immaginare che al giorno d’oggi possano suc­cedere cose del genere. Perfino per alcuni credenti, i miracoli sarebbero cose del passato. Ma dubito che qualcuno possa essere più scioccato di quanto lo fui io, quando tutto ebbe inizio. Non sapevo nemmeno che vicende simili potessero effettivamente verificarsi, specie a Medjugorje, un piccolo paese della ex Jugoslavia.”

Mirjana continua a raccontarsi e nel libro scrive: “Dire che la mia vita sia cambiata il pomeriggio del 24 giugno 1981, ren­de a malapena le dimensioni di ciò che è accaduto. Fino a quel giorno avevo vissuto sotto la mano pesante del comunismo e sopportato tutti i numerosi problemi ad esso connessi; ma la sofferenza più grande è iniziata dopo aver vissuto, insieme ad altri cinque ragazzi, qualcosa di straordinario. Ciò che avevamo visto avrebbe cambiato radicalmente noi, le nostre famiglie e milioni di persone nel mondo, ma al contempo provocato l’ira del regime jugoslavo. Temendo che la mia testimonianza fosse un pericolo per il loro potere, i comunisti mi considerarono ufficialmente un nemico dello stato, all’età di appena 16 anni. Forse i loro timori erano giustificati, perché avevo vissuto una cosa più grande del regime comunista, più grande, infatti, di qualsiasi cosa sul­la terra. Avevo fatto l’esperienza dell’Amore di Dio.”

Mirjana insieme a Ivanka, sono state le prime veggenti alle quali la Vergine è apparsa, in quel pomeriggio del 24 giugno a Biakovici, una delle quattro frazioni che formano il villaggio di Medjugorje. Le due giovani, Ivanka di 15 anni e Mirjana sedicenne, erano andate a passare le vacanze estive, in quel piccolo paese dell’odierna Bosnia, dove le loro rispettive famiglie possedevano una casa. In realtà non erano vacanze fatte esclusivamente di riposo e svago, Mirjana, andava anche a lavorare nei campi di tabacco per aiutare i nonni. Non esiste un vero resoconto ufficiale dell’inizio delle apparizioni avvenute a Medjugorje, però per la prima volta Mirjana lo racconta nel libro:” […] Una volta finito il lavoro, avevamo di solito un po’ di tempo libero. Ci divertivamo con cose semplici, ad esempio facendo passeggiate fuori dal paese o sedendoci sui muretti a parlare. […] Tra i miei migliori amici c’era Ivanka, una ragazza dai capelli neri. Abitava a Mostar, non lontano, e passava l’estate e i weekend a Medjugorje dalla nonna; lei, quindi, era più integrata di me nel paese. Andavamo d’accordo soprattutto riguardo alla passione per la vita di città; le piaceva, in particolare, parlare di moda – e a volte dell’affetto che provava per un ragazzo del posto, chiamato Rajko. […] Alla fine della giornata ero esausta e avevo le mani appiccicose per aver colto il tabacco, ma ero sempre contenta. […] Quand’ero a Medjugorje mi sentivo benissimo. Mi sentivo viva. Non vedevo l’ora che finisse l’anno scolastico per potervi ritornare. Nel 1981, verso la fine del secondo anno della scuola superiore, iniziai a sentirmi strana. Era una sensazione più intensa della solita eccitazione che avevo prima di partire per Medjugorje e, cosa ancora più particolare, si esprimeva in uno strano desiderio di rimanere da sola a pregare. Mi ritirai a pregare in silenzio, disdegnando i soliti passatempi da adolescente, come passeggiare con gli amici o frequentare i bar. Mamma era sempre più preoccupata, pensando che non fosse un comportamento normale per una ragazza di sedici anni”.   Quel sentirsi strana, quella forte necessità di ritirasi da sola a pregare, erano il presagio di quando stava per accadere, Mirjana però non poteva saperlo.

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Photo: Zoran Grizelj/Vecernji list…

Per la prima volta nel dettaglio la veggente racconta di quel pomeriggio della prima apparizione:“Il 24 giugno 1981 mi svegliai con il sorriso. Era la festa di San Giovanni Battista, il profeta descritto nella Bibbia come “la voce che grida nel deserto per preparare le vie del Signore”. Ma la mia gioia non aveva tanto a che fare con San Giovanni Battista, quanto con il fatto che quel giorno non saremmo dovuti andare a raccogliere il tabacco. Durante le festività a Medjugorje non si lavorava, il che significava avere molto tempo libero. Era l’occasione perfetta per stare insieme a Ivanka. La sua famiglia abitava accanto alla casa di mio zio, così, quando andai a trovarla, decidemmo di fare una passeggiata per i dintorni di Bijakovici. Ci incamminammo per una strada stretta, per poi fermarci ad una casa lì vicino per vedere se Vicka, un’altra ragazza del posto, volesse venire con noi. In quel momento stava dormendo, ma la madre promise di dirle che eravamo passate. […] Mentre camminavamo su una strada sterrata ai piedi della collina del Podbrdo, parlavamo del più e del meno: di quello che avevamo fatto a scuola, delle nuove amicizie, delle ultime mode e di altri discorsi tipici delle ragazze adolescenti. Ma su quelle conversazioni serene incombeva un argomento che nessuna delle due voleva sollevare: la morte della mamma di Ivanka, passata a miglior vita meno di due mesi prima in seguito a una lunga malattia. […] Stanche del cammino, ci sedemmo su un punto all’ombra sotto la collina, verso le cinque o le sei del pomeriggio. Nel bel mezzo della conversazione, Ivanka esclamò: “Penso che sulla collina ci sia la Madonna!” Aveva lo sguardo fisso verso il Podbrdo, ma pensavo che stesse scherzando, così non guardai. “Ah certo, è senz’altro la Madonna!”, replicai. “Sarà venuta a vedere cosa combiniamo noi due perché non aveva niente di meglio da fare”.

Mentre continuava a dirmi ciò che aveva visto, ero piuttosto seccata. […] “Io vado”, dissi, e mi diressi verso casa. Ma quando arrivai ai confini del paese, sentii una forte stretta al cuore. Qualcosa mi chiedeva di tornare indietro; era una sensazione così forte che mi obbligò a fermarmi e a voltarmi. Trovai Ivanka nello stesso punto: saltava su e giù, con lo sguardo fisso sulla collina. Non l’avevo mai vista in quello stato di eccitazione e, quando si voltò verso di me, sentii i brividi lungo tutto il corpo. La sua carnagione, normalmente abbronzata, era diventata bianca come il latte e i suoi occhi erano raggianti. “Adesso guarda, ti prego!”, supplicò. Mi voltai lentamente e guardai in alto, verso la collina. Quando vidi una figura, il mio cuore fu pervaso dalla paura e dallo stupore, ma con la mente cercai di razionalizzare. Nessuno saliva su quella collina, ma quello che vidi era inconfondibile: lì, tra i sassi e gli arbusti, c’era una giovane donna”.

La descrizione della prima apparizione della Madonna, nel libro è trattata in maniera dettagliata. Quanto abbiamo riportato, rappresenta sono brevi brani del racconto, un piccolo assaggio della descrizione di quella prima visione. Mirjana in questa sua autobiografia, racconta molti fatti ed episodi inediti, che le sono accaduti in questi 36 anni.

Sono trentasette anni che la Madonna a Medjugorje, chiama alla pace, alla conversione, al digiuno, al perdono, a lasciarci amare da Dio. Sono trentasei anni che ignoriamo i suoi messaggi. “Il mio cuore trionferà”, è un libro da leggere, da meditare, che ci aiuta a comprendere i messaggi della Gospa.

Un grazie alla veggente Mirjana Soldo, che lo ha scritto, un grazie alla “Dominus Production”, per averlo pubblicato in Italia.

La “Dominus Production” è nata con lo scopo di portare nei cinema, pellicole di alto valore culturale. Tra i suoi film che sono entrati nel circuito cinematografico, si possono ricordare: “Cristiada”, “God’s not dead”, “Il missionario”. Ora la Dominus  si lancia nella pubblicazione di ottimi libri, dopo la biografia di José Sánchez del Río, salito sugli altari da meno di un anno, ecco un nuovo bel volume, la biografia di Mirjana, “Il mio cuore trionferà”

Ogni informazione e per l’acquisto del volume “Il mio cuore trionferà” si può visitare il sito : http://www.dominusproduction.com/editoria.html

Articolo apparso su La Croce quotidiano, rivisto dall’autore.

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