Venerdì 20 settembre 1918, Padre Pio ha terminato da poco la celebrazione della Messa e sosta nel coro della chiesa per il rendimento di grazie. Rimane un’ora in preghiera. Sono circa le dieci. Il piccolo coro, tre file di scanni di legno tarlato, sopra la porta della piccola chiesa, di fronte all’altare maggiore.
Una finestrella divide le file di scanni e si apre sulla piazzetta antistante verso il paese, immerso tra piantagioni di mandorli. Sulla balaustra del coro un Crocifisso del settecento, intagliato in legno di cipresso e rivolto verso il coro. Nella terza fila di scanni, la più elevata, vicino alla finestrella, sta in preghiera Padre Pio, immerso nel più perfetto raccoglimento.
In quel giorno inizia la novena in onore di San Michele Arcangelo, la cui festa si celebra il 29 settembre. Padre Pio ne ha una speciale venerazione. Anche San Francesco aveva una grande devozione per il Principe delle milizie celesti. La chiesa è deserta. Il cuore di Padre Pio arde d’amore nonostante la durissima desolazione dello spirito. Mentre è tutto chiuso nel suo dolore e nella sua preghiera, viene sorpreso «da un riposo simile a un dolce sonno». Tutti i suoi sensi e le stesse facoltà dell’anima sono immersi in una quiete indescrivibile. Attorno, un totale silenzio.
Nella lettera del 22 ottobre 1918, per obbedienza al suo padre spirituale, Padre Benedetto, Padre Pio narra così l’evento: «…Mio Dio, che confusione e che umiliazione io provo nel dover manifestare ciò che tu hai operato in questa tua meschina creatura! Era la mattina del 20 dello scorso mese in coro, dopo la celebrazione della santa Messa, allorché venni sorpreso dal riposo, simile ad un dolce sonno. Tutti i sensi interni ed esterni, non che le stesse facoltà dell’anima si trovarono in una quiete indescrivibile. In tutto questo vi fu totale silenzio intorno a me e dentro di me; vi subentrò subito una gran pace ed abbandono alla completa privazione del tutto e una posa nella stessa rovina. Tutto questo avvenne in un baleno. E mentre tutto questo si andava operando, mi vidi dinanzi un misterioso personaggio, simile a quello visto la sera del 5 agosto, che differenziava in questo solamente che aveva le mani ed i piedi ed il costato che grondava sangue. La sua vista mi atterrisce; ciò che sentivo in quell’istante in me non saprei dirvelo. Mi sentivo morire e sarei morto se il Signore non fosse intervenuto a sostenere il cuore, il quale me lo sentivo sbalzare dal petto. La vista del personaggio si ritira ed io mi avvidi che mani, piedi e costato erano traforati e grondavano sangue…».
Padre Pio cade riverso. Soltanto quando si rianima si accorge che mani, piedi e costato sono traforati e perdono sangue. Spasimo immenso. Immensa confusione. Il personaggio apparso è il Cristo piagato. Di fronte al coro, sull’altare maggiore, vi è la prodigiosa immagine della Madonna delle Grazie. Non è azzardato pensare che il primo sguardo supplice del Frate stimmatizzato si rivolga alla Mamma celeste mentre è terrorizzato dal pensiero di dover mostrare questi segni esterni che generano confusione e umiliazione indescrivibili. Carponi si trascina dal coro alla sua cella attraversando il lungo corridoio, lasciando ovunque un po’ di gocce del suo sangue. Riguarda le sue piaghe e piange. Poi scioglie il pianto in inni di ringraziamento e di preghiera. Da questo istante Padre Pio è tutto trasformato in Gesù mentre porta la Passione di Cristo impressa nella sua carne per 50 anni, fino al 23 settembre 1968, il giorno della sua nascita al Cielo.
Nel 1910, al comparire delle stimmate visibili a Piana Romana, Padre Pio supplicò il Signore e le piaghe non comparvero più all’esterno. Ma ora il suo grido rimane inascoltato. Un dono a vantaggio di tutti. Per 50 anni Cristo mostra nuovamente al mondo le sue piaghe, mediante l’umile frate di Pietrelcina. Padre Pio ora si sente appagato nel pelago immenso dell’amore del diletto. E’ l’irrompere impetuoso dell’infinito amore. Il suo piccolo cuore si sente impossibilitato a contenere l’amore immenso che si rivela come un «fiume di fuoco». Padre Pio è divorato dall’amore di Dio.
Il 18 aprile 1920 sale a San Giovanni Rotondo Padre Agostino Gemelli e se ne riparte infuriato perché, senza autorizzazione scritta, Padre Pio non gli mostra le piaghe. Ma il Sommo Pontefice Benedetto XV, nel 1921, asserisce: «Padre Pio è veramente un uomo di Dio, qualcuno ne ha dubitato… Padre Pio è veramente un uomo straordinario, di quelli che Dio manda di quando in quando sulla terra per convertire gli uomini». Subito dopo la sua morte le stimmate scompaiono completamente. I confratelli, il Dott. Sala ed anche un fotografo testimoniano e documentano il ritorno allo «status quo ante». E’ questa la firma del soprannaturale in Padre Pio.
PASQUALE MARIA MAINOLFI
Fonte www.realtasannita.it
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