L’Epifania è una festa della quale si conosce molto poco, eppure la stessa conosciuta Befana trae origine proprio dal viaggio dei tre Re Magi, e prima ancora di Cristo i romani appendevano calze alle porte…
I re Magi originari dell’altopiano iranico erano studiosi di astronomia, seguendo la lettura del cielo, avevano riconosciuto in Cristo il salvatore universale. Sono menzionati solo nel Vangelo di Matteo che parla dei Magi che dall’Oriente arrivarono a Gerusalemme durante il regno di Erode alla ricerca del neonato Re dei Giudei. Tutte le notizie che abbiamo sui Magi ci vengono dai Vangeli Apocrifi e da ricostruzioni e ragionamenti postumi. Dal Vangelo di Matteo abbiamo solo riferimenti ai tre doni, l’oro, l’incenso e la mirra; il numero tre ha una forte valenza simbolica, per alcuni indicherebbe le tre razze umane, discendenti dai tre figli di Noè, Sem, Cam e Iafet.
Le Chiese orientali assegnano vari nomi ai Magi, ma nella tradizione occidentale si sono affermati i nomi di Gaspare, Melchiorre e Baldassarre.
. Un accenno a questi mitici re lo troviamo anche in Marco Polo:”…in Persia è la città che è chiamata Saba da la quale partirono tre re che andaron ad adorare Dio quando nacque…” Secondo numerose leggende i tre magi giunsero a Betlemme 13 giorni dopo la nascita del Cristo. (continua dopo il video)
Il video servizio che abbiamo realizzato sul Canale Youtube della Redazione Papaboys sull’Epifania ed i Re Magi (e la befana!)
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I doni dei Magi hanno un significato: fanno riferimento alla duplice natura di Gesù, quella umana e quella divina: l’oro perché è il dono riservato ai Re e Gesù è il Re dei Re, l’incenso, come testimonianza di adorazione alla sua divinità, perché Gesù è Dio, la mirra, usata nel culto dei morti, perché Gesù è uomo e come uomo, mortale. Dai doni dei Re Magi a Gesù, proviene la tradizione di portare dolci e giocattoli ai bambini: questa tradizione si incrocia con la leggenda della Befana che racconta come i Re Magi, durante il viaggio verso Betlemme, si fermarono alla casa della vecchietta e la invitarono ad unirsi a loro. La Befana declinò l’invito e lasciò partire i Magi da soli, ma poi ripensandoci, decise di seguirli. Non riuscendo a ritrovarli, nel buio della notte, da allora, lascia a tutti i bambini un dono, sperando che fra quei bambini ci sia Gesù.
Una cronaca dell’epoca (IV secolo), riferisce che le sacre reliquie furono risposte dentro una cassa di legno, avvolti in tessuti intrisi di profumi e di mirra, mostravano dal volto e dalla capigliatura età differenti: il primo sembrava avere 15 anni, il secondo 30 e il terzo 60 anni. Recuperate in India da Sant’Elena vennero portate a Costantinopoli nella chiesa di Santa Sofia e solo nel 1034 trasportate a Milano in un’arca e depositate nella chiesa di Sant’Eustorgio, ricca di simbolismi legati ai tre re e ancora oggi luogo di pellegrinaggio, dove la tradizione vuole che fosse battezzato San Barnaba, il primo vescovo della città, venne ampliata dal vescovo Eustorgio per ospitare la reliquia che venne riposta in un’arca romana di marmo sormontato dalla stella e dalle tre corone, con l’epigrafe “Sepulcrum trium Magorum” vi è anche un’altra iscrizione antichissima che ne attesta la custodia sul lato sinistro guardando la facciata della chiesa che dice: “Basilica Eustorgiana titulo Regibus Magis”. Inoltre, la chiesa ambrosiana, nel calendario e nei libri liturgici, di prima del X secolo, viene chiamata Basilica dei Re. Nel 1164 durante l’assedio di Federico Barbarossa, i resti dei Re Magi furono trafugati e trasportati a Colonia. Milano tentò più volte di riaverle, ci provò anche Ludovico il Moro nel 1434 ma inutilmente. Solo il cardinal Ferrari, agli inizi del secolo scorso, riuscì ad ottenere parte delle ossa ora collocate in un prezioso tabernacolo sopra l’altare dei Magi.
NASCE L’EPIFANIA
Il termine Epifania deriva dal greco ”Epifaneia”, cioè “manifestazione”, “illuminazione”, si riferisce al primo manifestarsi dell’umanità e divinità di Gesù Cristo ai Re Magi, dieci giorni dopo la sua nascita, ma una festa simile era celebrata già nella Roma antica. Dopo i Saturnali, festeggiamenti del Sol Invictus che cadevano all’inizio del nostro Gennaio, i romani festeggiavano i Compitali sulle bambina-calze-befana_280x0strade e nei crocicchi (compita), dove i Lari (divinità domestiche), avevano le loro cappellette. Ogni famiglia faceva capo ad una di queste cappelle e contribuiva alla celebrazione della festa con una focaccia, bambole e gomitoli di lana che venivano appesi alle porte. La festa era destinata per lo più alla servitù che riceveva doni ed abbondanti libagioni.
La Festa religiosa Epiphàneia è nata attorno al 120 in Oriente e ricordava il battesimo di Gesù nelle acque del Giordano per mano del Battista.
Scelsero questo giorno all’inizio di gennaio perché in questo periodo si festeggiava il solstizio e il nuovo sole. In seguito la festa fu adottata anche dalle Chiese Ufficiali d’Oriente sommando quattro elementi o date importanti nella vita del Cristo: la nascita, l’adorazione dei Magi, il battesimo e il miracolo di Cana.
In quell’occasione Epifania (Epiphàneia – Apparizione) che significava manifestazione della divinità, fu cambiato in “tà Epiphània ierà”, cioè “feste della manifestazione” poiché, nelle quattro tappe ricordate, Gesù aveva manifestato la sua Natura Divina oltre che umana. In questo modo il Cristianesimo poté opporre, alla festività pagana, la nascita del Vero Sole, identificato in Cristo, infatti, per la Chiesa di Roma, il Sol Invictus era la prova dell’identificazione tra Cristo e Apollo-Helios, proprio il dio del Sole. I primi esempi di iconografia cristiana, raffigurano Gesù con elementi solari, come la corona radiata che resta ancora oggi un particolare proprio degli Ostensori. La festa della Epifania si diffuse in Occidente attorno al IV secolo, come festa della rivelazione di Gesù al mondo pagano, rappresentato dai Magi.