Quando parliamo di santi che avevano le stigmate, ci stiamo riferendo alla presenza miracolosa delle ferite di Cristo riprodotte nel corpo del santo. La parola “stigmate” deriva dal greco che indica i segni lasciati da uno strumento appuntito.
Molti santi canonizzati nel corso dei secoli hanno ricevuto le stigmate. Le ferite in genere appaiono visibilmente sulla fronte (visto che il capo di Gesù venne ferito dalla corona di spine), sulle mani e sui piedi (perché Gesù venne ferito dai chiodi) e sul fianco (perché Gesù venne ferito dalla lancia). Alcuni santi hanno portato le stigmate in modo invisibile, con le ferite che provocavano dolore ma non erano visibili al mondo esterno.
La Chiesa è sempre stata molto cauta nell’esame di qualsiasi affermazione relative alle stigmate, e bisogna rispettare una lunga serie di criteri prima che i leader ecclesiali le riconoscano come una grazia soprannaturale. I santi non hanno quasi mai chiesto un segno simile, anche se potevano essere del tutto disponibili a sopportare il dolore per essere più simili a Cristo. Le stigmate sono un modo unico per far sì che la persona sia unita alle sofferenze di Cristo quando è ancora sulla terra, e si avvicini così alla perfezione spirituale.
Ecco cinque uomini e donne noti per la loro vita esemplare di santità e che avevano le stigmate:
San Francesco d’Assisi
Tra i primi di cui si sa che ricevettero le stigmate, Francesco venne segnato dalle ferite sante di Cristo dopo aver compiuto uno speciale ritiro di 40 giorni sul monte della Verna, alla fine del quale vide un serafino alato venire verso di lui e in mezzo al serafino vide Cristo sofferente sulla croce. Il primo biografo di Francesco, Tommaso da Celano, registrò cosa accadde subito dopo:
Le sue mani e i piedi apparvero trafitti nel centro da chiodi, le cui teste erano visibili nel palmo delle mani e sul dorso dei piedi, mentre le punte sporgevano dalla parte opposta. Quei segni poi erano rotondi dalla parte interna delle mani, e allungati nell’esterna, e formavano quasi una escrescenza carnosa, come fosse punta di chiodi ripiegata e ribattuta. Così pure nei piedi erano impressi i segni dei chiodi sporgenti sul resto della carne. Anche il lato destro era trafitto come da un colpo di lancia, con ampia cicatrice, e spesso sanguinava, bagnando di quel sacro sangue la tonaca e le mutande.
Santa Gemma
Vissuta tra il 1878 e il 1903, Gemma aveva una profonda devozione per il Sacro Cuore e ricevette una visione speciale di Gesù, nella quale Questi apparve con le sue ferite e il fuoco scese e toccò Gemma. Ecco come raccontava la sua esperienza:
In un momento solo quelle fiamme vennero a toccare le mie mani e i miei piedi e il cuore. Mi sentii morire… Dopo… tutto disparve, e mi trovai in ginocchio in terra; ma mi sentivo ancora un dolore forte alle mani, ai piedi e al cuore. Mi alzai per mettermi sul letto, e mi accorsi che da quelle parti, dove mi sentiva [faceva male], usciva del sangue. Mi coprii alla meglio quelle parti, e poi, aiutata dall’angelo mio, potei montare sul letto.
Le stigmate continuarono fino alla morte di Gemma, apparendo il giovedì e scomparendo il venerdì. Dopo la sua morte, sul suo corpo rimasero dei leggeri segni nei punti in cui in vita erano apparse le stigmate.
Santa Caterina da Siena
Caterina era una terziaria domenicana del XIV secolo con una profonda vita di preghiera e contemplazione. Ricevette le ferite di Cristo dopo aver fatto la Santa Comunione, e all’inizio erano visibili. Chiese però a Dio che quella grazia venisse resa invisibile, di modo da poter partecipare ancora alle sofferenza di Cristo ma rimanendo nascosta al mondo.
Avanzò questa richiesta perché le stigmate visibili, se rese pubbliche, possono attirare il culto di seguaci che, seppur benintenzionati, possono distrarre la persona dalla sua missione. Dio acconsentì alla sua richiesta, e per il resto della sua vita portò le stigmate nascoste (visibili solo da lei), soffrendo interiormente per le ferite di Cristo. Dopo la sua morte le stigmate ritornarono sul corpo perché tutti potessero vederle.
Santa Mariam Baouardy
Carmelitana Scalza vissuta dal 1846 al 1878, Mariam sperimentò le stigmate molto presto nella sua vita, quando era una novizia nel convento delle Suore di San Giuseppe dell’Apparizione. Le stigmate apparivano ogni settimana dal mercoledì al venerdì. Questo fatto le creò dei problemi in convento, perché alcune consorelle erano scettiche o invidiose di quel favore – soprattutto perché le suore erano francesi, e Mariam, che aveva un background greco-cattolico ed era nata in Galilea, era considerata “la piccola araba”. Alla fine Mariam venne trasferita in un monastero carmelitano, dove fece la professione da suora. Ecco il suo racconto delle stigmate:
Mi sembrava che stessi cogliendo delle rose per decorare l’altare di Maria. Queste rose avevano spine da entrambi i lati, e le spine mi si conficcavano nelle mani e nei piedi. Quando sono tornata in me avevo la bocca amara, e i piedi e le mani gonfi. In mezzo alle mani e sui piedi c’erano segni neri.
La sua vita è stata piena di altri segni miracolosi. Mariam Baourdy è stata canonizzata il 17 maggio 2015 da Papa Francesco.
Santa Rita da Cascia
Suora del XV secolo, Rita non ricevette tutte le stigmate come gli altri santi, ma un’unica spina conficcata nella fronte. Un giorno un sacerdote francescano si recò a predicare a Cascia, e Rita andò in chiesa per ascoltarlo. L’argomento era la passione e la morte di Gesù, ma quello che colpì davvero Rita fu la corona di spine che aveva provocato a Gesù grande sofferenza. Dopo essere uscita dalla chiesa, Rita andò immediatamente in una cappella e recitò questa preghiera:
O mio Dio e Signore crocifisso! Tu che eri innocente e senza peccato o crimine! Tu che hai sofferto tanto per amor mio! Hai subito l’arresto, gli insulti, la derisione, una corona di spine e alla fine una morte crudele sulla Croce. Perché desideri che io, tua serva indegna, che sono stata la causa delle Tue sofferenze e dei Tuoi dolori, non condivida le Tue sofferenze? Dolce Gesù, fammi partecipare, se non a tutta la Tua Passione, almeno a una parte di essa. Riconoscendo la mia indegnità, non ti chiedo di imprimere nel mio corpo, come hai fatto nel cuore di Sant’Agostino e di San Francesco, le ferite che Tu ancora conservi come preziosi rubini in Paradiso. Non ti chiedo di stampare la Tua santa Croce come hai fatto nel cuore di Santa Monica, né Ti chiedo di formare nel mio cuore gli strumenti della Tua Passione, come hai fatto nel cuore della mia santa sorella Santa Chiara da Montefalco. Ti chiedo solo una delle settantadue spine che perforarono la Tua testa e Ti provocarono tanto dolore, perché possa provare una parte del dolore che hai provato Tu. O mio amorevole Salvatore! Non rifiutarmi questo favore. Non negarmi questa grazia. Non uscirò da qui consolata se mi manderai via senza un pegno tanto desiderato del Tuo amore.
Rita è unica per il fatto di aver chiesto a Gesù una parte delle stigmate, e la sua richiesta è stata esaudita. Una spina le perforò la fronte e le lasciò una ferita profonda che durò fino alla morte. La faceva soffrire molto ogni giorno, ma si sentiva più unita alle sofferenze di Gesù e credeva che fosse una grazia speciale di Dio.
Fonte it.aleteia.org
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