Categorie: Testimonium

La vita di Santa Bernardette Soubirous

Bernardette nasce il 7 gennaio 1844 nel mulino di Boly (questo nome gli viene da un antico proprietario), un anno dopo il matrimonio dei suoi genitori: vi ci abiterà per 10 anni con i suoi genitori Francesco Soubirous e Luisa Castérot, anche loro sono mugnai che si guadagnano onestamente la loro vita.

La coppia di coniugi si ama, il loro matrimonio d’amore durerà tutta la loro vita. È in quest’amore che attingono le forze necessarie per sopportare tutto. Avranno 9 bambini di cui 5 moriranno in tenera età. Bernardette chiamerà questa residenza ”il mulino della felicità“, poiché vi farà una scoperta molto importante nell’esistenza di qualsiasi uomo, di qualsiasi donna: l’amore umano. Quest’esperienza farà di lei una persona profondamente
equilibrata, soprattutto al momento della prova, della miseria e della malattia.

Nel novembre 1844, Luisa si ustiona un seno e non può più allattare. A Bernardette, perciò, bisogna inviarla presso una balia nelle vicinanze di Lourdes, a Bartrès. Bernardette vi resterà un anno e mezzo. Oltre alla separazione difficile da sopportare, questo costa caro (5 franchi al mese).
Nell’aprile 1845, il primo lutto colpisce i Soubirous: la morte del loro secondo bambino, il piccolo Giovanni, di due mesi.
Poi, gli affari vanno male al mulino. Francesco Soubirous è un buon uomo, non si preoccupa mai di farsi pagare, soprattutto dai clienti più poveri. Un nuovo incidente si verifica nel 1850 quando il padre di Bernardetta perde un occhio riparando la mola diventata troppo liscia. Il suo occhio sinistro è raggiunto in pieno da una scheggia. La salute di Bernardetta peggiora: soffre d’asma ma anche dello stomaco.


Nel 1854, quando Bernardetta ha 10 anni, la famiglia deve traslocare. Bernardetta lascia il mulino felice della sua infanzia. I mobili sono portati presso la casa Laborde ed il padre inizia a cercare lavori precari per guadagnare il pane per i suoi 4 bambini. Da mugnaio, Francesco Soubirous diventa bracciante, anche Luisa si è messa a cercare lavoro: servizi presso famiglie, lavandaia e lavori agricoli.

Durante l’autunno 1855, un’epidemia di colera scoppia a Lourdes. Bernardetta ne resta colpita, ma pur curata, la sua salute, che già era delicata fin dall’età di 6 anni, ha un peggioramento. L’asma non la lascerà più. La morte della nonna Castérot ristabilisce provvisoriamente la situazione finanziaria della famiglia. Comprano un po’ di bestiame ed affittano il mulino di Sarrabeyrouse (Arcizac-ez-Angles). Ma il contratto che Francesco Soubirous aveva firmato era svantaggioso.
Nel 1856, la miseria è ancora peggiore. Durante l’inverno 1856-1857, Soubirous si rassegna a separarsi da una “bocca da nutrire”, quella di Bernardette. La madrina, zia Bernarda, la prende presso di sè, come inserviente per i lavori di casa e servizio al banco del bar.
All’inizio del 1857, a causa della disoccupazione, Soubirous è licenziato dalla casa Rives e la famiglia deve ridursi a sistemarsi in una stanza scura e umida di 3,72 m per 4,40 m.
Il 27 marzo 1857 la polizia si porta via Francesco Soubirous come un ladro, accusato di furto dal panettiere Maisongrosse.

Nel settembre 1857 Bernardette ritorna presso la sua balia Maria Lagües, per alleviare un po’ la famiglia. Alla sera la sua balia le dà alcuni corsi rudimentali di catechismo. Ma Bernardetta non vuole vivere lontano dai suoi ed il 17 gennaio 1858 ritorna al Cachot, via Petits Fossès. Per quanto riguarda il catechismo andrà dalle suore dell’Hospice.

In un primo tempo Bernardette pensa alla vita religiosa nella contemplazione. Lei conosceva il Carmelo di Bagnères. Nel 1860-61, parla a sua cugina di un ordine dedicato a San Bernardo. Vorrebbe entrarvi poiché si praticano preghiera, digiuno, disciplina, mortificazione, ma la sua salute sembra essere un ostacolo come pure la sua povertà perché le veniva richiesta una dote.
Nel 1863 le Suore dell’Ospizio la orientano verso l’attenzione ai malati: fu un’esperienza decisiva. Ciò che apprezzava, tra le altre cose, nelle Suore di Nevers, era la loro discrezione nei suoi riguardi, in contrasto con altre, che la sollecitavano di qualsiasi parte. Dirà più tardi ”vado a Nevers perché non mi ci hanno forzato

”.
Il 27 settembre 1863, Bernardetta ebbe una conversazione molto interessante con Monsignor Forcade, vescovo di Nevers. Durante i mesi seguenti, Bernardetta matura la sua decisione su basi nuove.
Il 4 aprile 1864, dopo la messa celebrata all’Ospizio di Lourdes, Bernardette va a trovare la Superiora, Suor Alessandrina Roques e le dice: “Ora so, mia cara madre, dove devo farmi religiosa (…). Da voi, mia cara madre”. Tra il 4 ottobre e il 19 novembre 1864, Bernardetta era partita in vacanza senza avere la risposta alla sua domanda del 4 aprile precedente. A Nevers, la Superiora, Madre Giuseppina Imbert, esitava. Lei si preoccupava per le perturbazioni che la celebrità della veggente rischiava di portare nella Casa religiosa che l’avrebbe accolta. Madre Maria Teresa Vauzou, la maestra delle novizie era favorevole. Il Vescovo appoggiava la richiesta, ritenendola motivata, e perciò ne aveva parlato alle Superiore.
Il 19 novembre 1864, rientrando a Lourdes, Bernardetta trova buone notizie: la risposta è favorevole. Il postulato poteva cominciare, ma Bernardetta ricade ammalata, dall’inizio di dicembre 1864 alla fine del mese di gennaio 1865. E la sua convalescenza è anche rattristata dalla morte di uno dei suoi fratelli più piccoli, Giustino.
Bernardetta comincia il postulato nel febbraio 1865 e, nell’aprile 1866, redige la sua domanda per entrare al noviziato. Il 28 aprile 1866, annuncia la sua partenza. Ma Mons. Laurence ritiene importante che anche lei sia presente all’inaugurazione della Cripta.
Bernardetta assiste alla cerimonia e partecipa alla prima processione ufficiale che rispondeva alla richiesta di Nostra Signora. Bernardetta subisce gli attacchi dei curiosi. Monsignor Laurence autorizza infine la partenza.

Il 3 luglio 1866, tutta la famiglia è riunita al mulino Lacadé per il pranzo d’addio.
Dal 4 al 7 luglio 1866, è in viaggio verso Nevers. È la prima (e l’ultima) volta che Bernardetta prende il treno e lascia i suoi Pirenei. Dopo la testimonianza che fa sulle Apparizioni, Bernardetta veste un piccolo cappuccio e l’abito della postulante, ha formalmente precisato che lei veniva “per nascondersi”.
Bernardetta ha nostalgia. Dirà “è il più grande sacrificio della mia vita”.
Supererà questo sradicamento con coraggio, ma anche con umorismo. Inoltre, assumerà, senza titubanza, questa nuova tappa: “La mia missione a Lourdes è finita”, “Lourdes non è il cielo”.

Prende l’abito il 29 luglio 1866, tre settimane dopo il suo arrivo, con altre 42 postulanti. Riceve il nome di suor Maria Bernarda.
Nel settembre 1866, l’asma di Bernardetta si aggrava. Nell’ottobre 1866, il suo stato peggiora. Il medico Robert Saint-Cyr, medico della Comunità, assicura che non passerà la notte. Madre Maria Teresa considera che sia bene che Bernardetta faccia la professione in articulo mortis. Sopravvivrà tuttavia a questa notte.
Nel dicembre 1866, riceve la notizia della morte della mamma, di 41 anni.
Il 2 febbraio 1867, Bernardetta curata, ritorna al noviziato e il 30 ottobre 1867 fa la professione dinanzi a Mons.
Forcade. Si impegna per tutta la vita a praticare i voti di povertà, castità, obbedienza e carità.
Nel 1869, i problemi di salute di Bernardetta ricompaiono. Nel marzo 1871, riceve la notizia del decesso di suo padre.
Da 1875 a 1878, la malattia progredisce.
 
L’11 dicembre 1878, si mette a letto definitivamente, nella sua Cappella bianca come chiama il grande letto con tende ed il 16 aprile 1879, muore. Il 30 maggio 1879, la bara di Bernardetta è sepolta nel sotterraneo dell’oratorio San Giuseppe.
Dal 3 agosto 1925 il corpo di Bernardetta riposa in un sarcofago nella cappella dell’antico di convento di San Gildard a Nevers, che era la Casa Madre delle Suore della Carità, e ora chiamato «Cenacolo-Bernardetta-Soubirous-Nevers». Il viso e le mani di Bernardetta sono ricoperte da un leggero strato di cera, ma sono in perfetto stato di conservazione.



Redazione Papaboys (Fonte www.veniteadme.it)

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