Un elemento tanto “umile, prezioso e casto” è l’acqua. Ancor più impreziosita dalla benedizione del sacerdote, che ne fa un sacramentale, una piccola sorgente di grazia per sé, per le anime purganti e un potente aiuto contro il maligno. Perché non attingervi fervorosamente?
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«Laudato, sii, mi Signore, per Sora Aqua, la quale è molto utile et umile et preziosa et casta» (FF 263).
San Francesco d’Assisi attribuisce all’acqua molta importanza e molte virtù; innanzitutto ringraziando il Signore per averla creata, la definisce molto utile. Noi ci accorgiamo della sua vitale importanza e preziosità, solo quando abbiamo molta sete, o nei periodi di siccità, o quando ci viene a mancare; invece, ne dovremmo sempre tener gran conto e non sprecarla. Ma forse è proprio perché è umile, nascosta e pronta subito a donarsi, che ne sottovalutiamo l’importanza. Ci dice che è preziosa: senza di essa l’uomo non può sopravvivere, e la terra perde la sua fertilità, divenendo una landa desolata. Sorella Acqua è casta: avete mai visto una sorgente di alta montagna? La sua acqua è purissima, di una casta freschezza.
Il Serafico san Francesco ha ringraziato l’Altissimo e Onnipotente Bon Signore di questo grande dono, un dono prezioso per la vita materiale, ma ancor più per quella spirituale: benedetta, infatti, dal sacerdote diventa l’acqua benedetta, un sacramentale oggi in disuso, ma non nel Medioevo…
È possibile immaginare con quale fervore egli avrà pensato all’acqua uscita dal Costato di Cristo, quell’acqua fonte della nostra Salvezza: «E subito ne uscì sangue e acqua» (Gv 19,34). Lo stesso fervore che lo accomuna alla sua parva plantula, santa Chiara d’Assisi, e che ci viene ben descritto da Sora Angeluccia, nel Processo di Canonizzazione: «Avendo una volta la preditta Madre madonna Chiara udito cantare dopo Pasqua vidi aquam egredientem de templo ex latere dextro, tanto se ne rallegrò e lo tenne a mente, che sempre, dopo mangiare e dopo Compieta se faceva dare a sé et alle Sore sue l’aqua benedetta, e diceva ad esse Sore: “Sorelle e figliole mie, sempre dovete recordare e tenere nella memoria vostra quella benedetta aqua, la quale uscì dal lato destro del nostro Signore Iesu Cristo pendente in croce”» (FF 3111).
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Purtroppo, noi post-moderni sottovalutiamo l’importanza delle benedizioni, e di tutto il bene ad esse legato, e così non siamo capaci di apprezzare le benedizioni dei sacerdoti. La mistica Caterina Emmerich così scrive: «La benedizione del sacerdote penetra nel Purgatorio e porta refrigerio alle anime come rugiada celeste. Se qualcuno potesse vedere questo, come è capitato a me, certamente farebbe di tutto per procurare loro questo beneficio».
Benedizioni quindi per le anime sante del Purgatorio, ma anche benedizioni per le anime nostre, di noi pellegrini su questa terra; quando incontriamo un sacerdote, chiediamogli sempre una benedizione, personale o per i nostri cari. E possiamo farlo anche quando ci capita di sentirlo al telefono, o attraverso i mezzi di comunicazione, lettere, internet, ecc. La benedizione del sacerdote è efficacissima, le sue mani sono state consacrate per questo; infatti, durante l’Ordinazione sacerdotale il Vescovo le consacra con la seguente formula: «Benedici e santifica, Signore, con la tua unzione queste mani. Tutto ciò che queste mani benediranno sia benedetto, e quello che consacrano sia consacrato e santificato nel nome del Signore Gesù Cristo».
Ad una mistica tedesca che parlava con le anime del Purgatorio, apparve un giorno l’anima di un sacerdote defunto; aveva le mani completamente nere e si trovava in quello stato, perché si era rifiutato di dare benedizioni. Veniva dalla mistica a chiedere preghiere, invitandola a esortare i sacerdoti a non fare il suo stesso errore. Oggi, quante “mani nere” ci saranno in Purgatorio?
Ritornando a Sora Aqua Benedetta, è da notare che in molte apparizioni mariane, la Madonna ha fatto scaturire delle fonti di acqua dalle proprietà miracolose e curative. Il Signore ha voluto riporre nelle sue mani torrenti di grazie materiali e spirituali: «Ecco, io farò scorrere verso di essa [la Madonna], come un fiume di prosperità [le grazie]; come un torrente in piena la ricchezza [la Salvezza] dei popoli» (Is 66,10-14). L’acqua di Lourdes, ad esempio, questo fiume di acqua sgorgato dalla grotta di Massabielle; e tutti i fiumi di grazie scaturiti da quel santuario dei Pirenei, sono gli stessi fiumi di grazie sgorgati alle nozze di Cana, quando l’acqua si è miracolosamente trasformata in ottimo vino, grazie all’intervento, all’intercessione della Madre di Gesù. A Cana, a Lourdes, a Fatima, in ogni luogo, e soprattutto vicino ad ogni Tabernacolo c’è la Madre di Gesù; noi dobbiamo solo ascoltare ciò che Lei dice: «Fate tutto quello che vi dirà» (Gv 2,5). Allora fiumi di acqua viva inonderanno la nostra anima, e lo Spirito Santo c’insegnerà ogni cosa, cambiando l’acqua in vino buono.
Redazione Papaboys (Fonte www.settimanaleppio.it/Clara Rossetti )
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