Scomparso per una malattia a soli 45 anni, lascia la moglie e quattro figli. Oltre che alla consolle si distingueva anche come batterista, suonando coi fratelli.Fino all’ultimo se stesso.
Così lo ricordano gli amici ed i familiari, ai quali ha chiesto anche nei giorni più terribili di non perdere quel ritmo che lui aveva nel sangue e che ha condiviso con tutti quelli che ne hanno apprezzato le doti di dj nel corso degli anni di attività. Se n’è andato Massimiliano Comparini, 45 anni, in arte “Max Morel Deejay” che ha fatto ballare generazioni di versiliesi e di turisti nei locali di tutto il territorio.
Massimiliano lascia la moglie Chiara, con la quale si era sposato una decina di anni fa nella chiesa del Sacro cuore di Lido dove si sono celebrati i funerali, e quattro figli. L’ultima dei quali, la piccolina di casa e l’unica figlia femmina, di solo un anno.
Lidese di nascita, Comparini aveva abitato per molto tempo in via Rosmini a Viareggio, per poi trasferirsi a Camaiore. Ma aveva suonato ovunque, sia come dj che come valente batterista insieme ai suoi fratelli ed ai gruppi che, pur cambiando nome, li vedevano in tournée anche fuori dall’Italia.
Per più di dieci anni Comparini aveva lavorato in Capannina, ma sono in tanti a ricordarlo alla consolle della famosa Caravella, insieme al collega Marco Bresciani, coppia di sicuro successo.
Il cordoglio dei tanti che lo conoscevano è esploso in Rete, attraverso le pagine Facebook, in particolare quella di Francesco Buccianti, titolare dell’Agorà Cafè: lui e Massimiliano si definiscono “coppia di fatto” sulle rispettive pagine Facebook, a fissare per sempre il loro rapporto strettissimo, professionale e di amicizia.
Ed è un senso di sgomento complessivo che corre sul Web nel dover piangere chi per una vita ha fatto divertire tutti e fino in fondo ha mantenuto tanta riservatezza sulla malattia che lo aveva colpito a tradimento, quando assaporava la nascita della figlioletta. Un ultimo periodo della vita del dj segnata dall’esperienza dei pellegrinaggi a Medjugorje,
contrassegnati da una fede profonda. Bellissima la foto che lo vede commentare, stanco ma felice: «È stata dura, ma sul monte di Medjugorje io ci sono arrivato». Per poi lasciare a tutti un grande monito su cui riflettere: «La vita e una cosa rara e preziosa».
Fonte iltirreno.gelocal.it
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