Tanta fretta e tante pressioni ci sono state nelle settimane scorse per accellerare l’ingresso della fecondazione eterologa nel nostro paese. Adesso siamo in attesa di conoscere le statistiche circa il numero di coppie che hanno aderito a questo tipo di fecondazione, il numero di tentativi praticati, il numero dei fallimenti e il numero dei successi. Aspettando di leggere queste statistiche, nella speranza che il sistema sanitario pubblico abbia la sensibilità di rendere noti questi dati a tutti, possiamo formulare delle ipotesi che si potrebbero avvicinare molto alla realtà futura.
La fecondazione eterologa prevede una implantologia di un embrione creato in vitro, la stessa pratica utilizzata dalla fecondazione omologa.
Trascurando per il momento la differenza sull’origine del seme e degli spermatozoi, possiamo affermare che la percentuale di successo dell’eterologa sarà al massimo del 25%, lo stesso valore che ormai è consolidato per l’omologa, proprio perchè attualmente questa è la percentuale dei successi della implantologia dell’embrione nel grembo materno. Già questo primo dato dovrebbe fare riflettere i sostenitori accaniti di questa pratica. Si propaganda l’eterolga come la panacea di tutti i mali, come il superamento di una barriera ideologica che impedisce di diventare genitori. Invece si constata che mediamente solo un quarto dei tentativi ottiene il proseguimento della vita dell’embrione.
Ora consideriamo un altro aspetto, quello caratteristico dell’eterologa: la possibilità di malformazioni o malattie embrionali generati a partire dalle varie combinazioni delle caratteristiche genetiche e biologiche tra il seme del donatore, l’ovulo della donatrice e le caratteristiche dell’apparato gestante della futura mamma. Alla percentuale indicata precedentemente (quella del 25%) andranno aggiunti anche il numero di aborti che saranno praticati. Questo aspetto non può essere considerato irrilevante ai fini delle statistiche che saranno fornite. Se stiamo ad ascoltare alcuni lumirari della scienza, questo essere embrionale non è considerato una vita umana, ma una semplice aggregazione cellulare priva di anima.
Se invece consideriamo l’insegnamento della Chiesa, quell’essere embrionale fin dal suo concepimento è dotato di un soffio vitale, che si innesta in quella creatura umana rendendola unica ed irripetibile, perchè dotata di una anima che è un riflesso dell’eternità di Dio.
In altre parole, tutti questi aborti che saranno praticati faranno parte delle statistiche o saranno completamente ignorati? Quante vite umane saranno sacrificate ai piedi dell’’idolo della scienza medica e ai piedi del desiderio egoistico di diventare a tutti i costi genitore biologico?
Come si comporterà il medico davanti a un minimo dubbio sullo stato dell’embrione? Se sarà evidenziato un difetto o una malattia del feto, la coppia avrà il coraggio di continuare la gravidanza?
Come ultimo punto: se questo bambino dovesse nascere con qualche problematica sgradita ai genitori, cosa ne sarà di quella creatura? Questi genitori che hanno fatto tanto per avere un figlio nato dal proprio grembo, saranno capaci di accettare le malattie di questo bambino, se precedentemente non hanno accettato la loro sterilità?
Tutte queste considerazioni fanno pensare che le statistiche di successo della fecondazione eterologa saranno molto più basse rispetto all’omologa. I tanti tentativi falliti, i vari aborti, le tante limitazioni della scienza medica, contribuiranno ad accrescere quell’insodisfazione della coppia, che si vedrà sempre più sola e disperata trovandosi a sopportare un dolore molto più pesante rispetto a quello della sterilità fisica.
Davanti a tutta questa situazione, la via di uscita più naturale per vincere la infertilità biologica rimane l’adozione, un percorso lungo e faticoso, che ha il grande pregio di far raggiungere la maternità e la paternità con percentuali quasi pari al 100% per le coppie che hanno ottenuto il decreto di idoneità.
L’adozione ha la forza di vincere la sterilità biologica con la grazia della fecondità spirituale, che è di gran lunga più fertile di qualunque pratica di fecondazione in vitro. Chi sceglie l’adozione concepisce il bambino nel grembo del suo cuore attraverso la mistica unione tra il seme della speranza e l’ovulo dell’accoglienza.
Chi propende per l’adozione, abortisce il desiderio di diventare a tutti i costi genitore biologico e concepisce lentamente quella alta aspirazione di prendersi cura di un bambino abbandonato nel quale risplende una somiglianza con il volto di Dio.
Il miracolo dell’adozione non è quello di far nascere una vita, ma di ridare vita e speranza a chi è stato rifiutato o abbandanato a causa delle varie situazioni di dolore e di sofferenza presenti in tanti esseri umani. La virtù dell’adozione è quella di far rinascere la vita di un bambino che interiormente si stava spegnendo.
La scelta adottiva è un donare la propria vita ad un bambino, affinchè egli possa iniziare un cammino di rinascita, che gli restituirà piena dignità e quel calore umano che solo una famiglia composta da un uomo ed una donna può donare.
Di Osvaldo Rinaldi per Zenit
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