«Limitare gli spostamenti, anche da comune a comune, serve a diminuire gli incontri tra le persone e, dunque, la circolazione del virus. Arriviamo a queste feste di Natale in una condizione epidemiologica molto differente da quella che precedette le vacanze estive.
Oggi siamo ancora a 18mila casi giornalieri, sono moltissimi: una base per la terza ondata molto elevata. E sa quando avremo contezza dei casi di contagio avvenuti a Natale? Proprio attorno al 7 gennaio, quando riapriranno le scuole».
Il professor Massimo Galli, primario infettivologo dell’ospedale Sacco di Milano e docente all’università Statale, spiega la logica dei divieti previsti per il 25 e 26 dicembre e per il primo gennaio. E meno sono gli spostamenti, anche da comuni piccoli, meno possibilità di contagio si creano. La temuta terza ondata, a inizio 2021, appare pericolosa perché sarà alimentata da un numero di infetti molto alto.
«Ci sono più contagiati da Sars-CoV-2 in questo momento, in Italia, rispetto a quando sono state aperte le discoteche. All’epoca si facevano meno test, è vero, ma comunque c’era stato un reale crollo del numero dei sintomatici, anche contando gli asintomatici mai testati c’è da pensare che il numero dei positivi fosse ben più basso di oggi. Continuiamo ad avere, in questi giorni, una quantità di persone con il virus che circolano sicuramente elevata. La riapertura delle Regioni, con questi presupposti, ha delle connotazioni che giustificano i timori dell’Istituto superiore di sanità».