La Nazionale portoghese ha iniziato la sua partecipazione ai Mondiali di calcio in Russia affrontando venerdì scorso la Spagna. La partita è finita con un pareggio con tre gol da entrambe le parti, e tutti quelli portoghesi sono stati segnati da Cristiano Ronaldo.
Alla guida della squadra lusitana è il tecnico Fernando Santos, che non ha alcun timore a manifestare pubblicamente la sua fede cattolica e a dichiararsi “devoto a Nostra Signora di Fatima e al silenzio”.
La testimonianza di fede di Fernando Santos
Per lui, “essere cattolici è un impegno serio”. In una serie di incontri su Dio organizzati alcuni anni fa dalla comunità Capela do Rato, a Lisbona, ha dichiarato che la preghiera è la prima cosa che fa quando si sveglia. Subito dopo viene la lettura di alcuni passi della Bibbia, proclamati nella Messa del giorno, alla quale cerca di partecipare sia in Portogallo che quando è all’estero. La domenica non manca mai.
Da bambino andava con i genitori al santuario di Fatima almeno una o due volte all’anno. “C’è stato sempre questo legame. Crescendo il mio rapporto con Dio, tra matrimoni, battesimi e la Cova da Iria, si è mantenuto”, ha dichiarato in un’intervista recente concessa alla rivista Igreja Viva, dell’arcidiocesi portoghese di Braga.
Mantiene le preghiere dell’infanzia e non smette mai di recitarle, anche quando è molto stanco. Dice che guardando indietro sa di non essere mai stato solo e che l’amore di Dio non lo ha mai abbandonato.
La sua giovinezza non è stata molto conforme a ciò che dice Nostro Signore: pur non avendo mai trascurato la preghiera prima di dormire, Santos ammette che il suo rapporto con la fede era superficiale, che “sentiva e poi si allontanava”. Circa il periodo universitario, ad esempio, dice che è stato quello “delle maggiori domande”: dubbi, inquietudini, esitazioni…
Ha voluto sposarsi per la Chiesa, nonostante gli alti e bassi spirituali della giovinezza.
Ha battezzato tutti i suoi figli, anche se a volte non si sentiva molto vicino a Dio.
La conversione è arrivata con la Cresima della figlia, di cui ha accompagnato da vicino la preparazione. In quel periodo, ha raccontato, “ho capito che Cristo è vivo in ciascuno di noi”.
Si è allora rivolto a un sacerdote, che gli ha donato il libro A fé explicada (La fede spiegata). È stato un momento importante nel suo processo di conversione, e sottolinea soprattutto il capitolo del testo relativo al peccato: “Una cosa che mi ha sempre lasciato perplesso aveva a che fare con la punizione, l’idea di un Dio un po’ castigatore, i peccati… Mi ha sempre dato molto da pensare. Dopo aver letto quel capitolo ho capito di più: parlava del peccato mortale, del peccato veniale… È stato sufficiente a sollevarmi un po’”.
Si è riaccostato al confessionale per ricevere il sacramento della Riconciliazione grazie al contatto con quel sacerdote.
Ha iniziato a frequentare la Santa Messa: all’inizio si sedeva negli ultimi banchi, ma pian piano, con la moglie, si è avvicinato all’altare.
Ha partecipato a un Cursillo de Cristiandad, dal quale afferma di essere tornato trasformato. “Sono caduto da cavallo!”
La sua grande scoperta? “Egli è vivo!”, dice parlando dell’Eucaristia. “Ciò che mi colpisce è il tabernacolo, sapere che Egli è lì, che posso parlare con Lui, che ascolta quello che dico… E una cosa positiva è che non mi risponde subito! Risponde sempre, ma non mi interpella immediatamente. Questa scoperta mi ha cambiato radicalmente. La questione dell’amore ha iniziato a germinare lì”.
Ha iniziato a portare sempre con sé un crocifisso, che per lui rappresenta l’impegno con Cristo: “È sicuramente il più grande impegno della nostra vita. A livello sociale è un impegno molto grande. Ed Egli ci chiede solo una cosa: amare il Padre al di sopra di tutte le cose e amare i fratelli come Egli ci ha amati. Cosa ci dice poi? ‘Andate ed evangelizzate’. Le cose che ci chiede sono talmente poche! Se non vogliamo compierle, perché ci assumiamo l’impegno? So bene che la mia testimonianza in questo momento è di grande responsabilità. Mi sento felice di averla. Quello che non voglio è sentirmi presuntuoso, è la mia lotta costante”.
Cosa chiede Fernando Santos nelle sue preghiere? Tutti i giorni, la sua prima preghiera, in dialogo con lo Spirito Santo, è per “chiedere il dono della saggezza, quella dei piccoli, per poterLo sentire, ascoltare. Poi viene la perseveranza, lasciare che mi ami sempre. E in terzo luogo l’umiltà, perché possa servirLo servendo i fratelli”.
Fonte it.aleteia.org
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