Da sempre l’uomo cerca di scoprire il mistero più profondo dell’amore.
E se non avessimo ancora capito che questo mistero è in mezzo a noi e aspetta solo di essere incontrato?
Vi doniamo, nel giorno del ricordo dell’amore per eccellenza, l’intervista di un grande sacerdote, teologo e scrittore: Don Luigi Maria Epicoco, con la speranza che possiate trovare tutte le risposte a ciò che di più bello esista: l’Amore.
Questo meraviglioso sentimento, inteso in senso lato, comporta gioia, sacrifici, dolore e tanto altro ancora. Incominciamo dal dolore.
Lei ha vissuto il terremoto de L’Aquila e ha perso moltissimi dei giovani che conosceva e magari seguiva anche spiritualmente.
Per lei, essendo un uomo di fede, forse è stato più semplice, seppur nella difficoltà, cercare di metabolizzare e spiegare il perché di tale tragedia.
Come si può però, spiegare il dolore ad un giovane di oggi (già messo più alla prova nella fede rispetto ad un giovane di ieri)?
Come si insegna l’accettazione del dolore nel nome di Dio?
Per me è stato ancora più difficile coincidere l’idea che Dio è padre ma poi permette questo.
Perché Dio mi ama e poi accadono questi dolori?
Non è questione di trovare un’idea geniale che lo spieghi. Si può comprendere un’esperienza solo se la si vive fino in fondo.
Dopo questo dolore siamo tutti diversi, la vera domanda da porsi è se siamo migliori.
Dobbiamo vigilare che la sofferenza ci renda più capaci di amare, di comprendere l’altro e quindi più empatici.
Questa è l’unica lezione che abbiamo e che dobbiamo imparare.
Dobbiamo poi capire che nella vita le cose vanno affrontate anche quando sono brutte e difficili, in fondo questa è la postura dell’uomo: affrontare in maniera retta ciò che la vita ci da. Essere protagonisti delle cose tristi della vita, non subirle passivamente.
Solo così ci si può rialzare e rialzare in modo migliore.
Per ogni dolore – malattia, catastrofi naturali – diamo sempre la colpa a Dio, ma è sempre colpa sua?
E’ sempre più facile dare la colpa a qualcuno, ma sarebbe opportuno cambiare lo sguardo e non andare alla ricerca del colpevole, ma capire come vivere certe cose.
Nella vita non tiene il “nascondere la testa sotto la sabbia”.
Si avvicina il giorno di San Valentino, la comune festa degli innamorati.
Vorremmo avere da lei una medicina che faccia guarire dall’amore odierno: del social, del bello esteriore e del mordi e fuggi.
Il problema della società di oggi è che abbiamo paura dell’amore: ci destabilizza non vivere con la matematica ed i calcoli.
L’amore non ci fa tenere tutto sotto controllo.
L’amore significa sperimentare una debolezza che ci ricorda che siamo umani.
Molti vogliono guarire da questa debolezza, ma va cercata e cercata ancora.
Questa umanità ti avvolgerà e consegnarsi a questa umanità diventerà felicità.
Perché far entrare Dio nella propria vita di coppia? Cosa cambia?
Lui è un Dio che limita le libertà che il mondo concede e che “delude” nel senso che non sempre da ciò che si richiede?
Perché Dio esistenzialmente è il significato ed ogni cosa della nostra vita necessita di un senso.
Se deve restare in piedi, l’amore, come ogni altra cosa, deve restare attaccata al suo senso, per cui escludere Dio significa eliminare il sapore e lo scopo di ogni cosa.
Se togli il sale alle cose, restano accostate, vicine, ma senza alcun sapore.
Ad una coppia che anche timidamente cerca di far entrare Dio nella propria vita e che conosce ancora molto poco i suoi prodigi, da dove consiglierebbe di cominciare?
Da sè stessi.
In fin dei conti dobbiamo ricordarci che la prima esperienza di fede riguarda me, dobbiamo capire in primis a che punto si è nella propria relazione con Dio.
Quando la persona finisce do fare i conti con Cristo, successivamente può avere la pretesa di portarlo in una relazione.
A una coppia delusa da Dio, che sia credente o no, che magari ha patito grandi sofferenze – penso ad una perdita di un figlio o ad una malattia – come direbbe di ricominciare nel nome di Dio, o nell’altro caso, di iniziare ad avvicinarsi a Dio?
La delusione è dell’immagine che noi ci eravamo costruiti su Dio.
La delusione non è Dio.
Quando si vuole iniziare o ricominciare, bisogna tenere presenti le parole della Bibbia, la prima cosa che si dice è “Di Dio non farsi immagine alcuna”.
La delusione è quindi, ripeto, dell’immagine che ci eravamo costruiti noi su Dio, il problema non è di Dio, e la delusione non è opera delle Sue mani.
Sta a noi decidere quindi se rincontrare o incontrare il Dio psicologico o quello reale.
Con il primo ti tieni la delusione, al secondo fai spazio e ricominci o cominci nel Suo nome.
Ci tracci la linea sottile che separa l’Amore con la A maiuscola verso il proprio fidanzato/a, marito/moglie; da quello con la a minuscola.
L’Amore con la “A” maiuscola si poggia sul dono di noi stessi e su delle scelte: sullo sguardo al futuro per esempio, seppure nelle difficoltà.
L’amore con la “a” minuscola è un modo per riempire il vuoto. E’ un amore intrattenimento.
Consigli di Don Luigi su come affrontare la vita di coppia e di come trasformare i sacrifici e le difficoltà che si riscontrano, in una palestra di vita.
In un’epoca come la nostra, che è concentrata sull’individualismo, ciò che ci parla di relazione diventa una fatica: relazione con la moglie o la fidanzata, la relazione con Dio, la relazione con gli amici.
La relazione infatti ci costringe ad uscire fuori da un nostro egoismo.
La verità è che più in una relazione c’è fatica, più si sta lavorando bene: è come quando si esce dalla palestra, se si esce riposati c’è un problema.
Il mio consiglio è quello di lasciarci mettere in discussione dalle relazioni che viviamo perché possono salvarci dall’individualismo e dalla chiusura, dalla solitudine e dall’autoreferenzialità.
L’antidoto ad un amore tiepido e timido verso Dio?
Non vivere in difensiva nei suoi confronti.
Ratzinger diceva: “Dio non toglie nulla, ma dona tutto”.
Non sei mai in perdita quando fai spazio a Dio.
La concezione che si ha che Dio toglie ogni cosa, è un’immagine diabolica.
Se pensiamo all’immagine del roveto ardente nella Bibbia, Mosè rimase sorpreso di come quella fiamma bruciava, ma non consumava.
Dio aggiunge solo luce e calore a tutto.
Una parola per descrivere la convivenza ed una il matrimonio.
La convivenza è costruita sulla paura del “per sempre”, se una persona non vale il rischio del per sempre che amore è?
Il matrimonio non parte dalla presupposizione che noi siamo capaci, ma parte da ciò che noi sappiamo fare attendendo che Dio ci rendi capaci di cose più grandi.
Per il “per sempre” basta solo Dio o ci sono anche altri presupposti?
Dio non è astratto, lo incontriamo nelle cose concrete.
Ci sono varie relazioni che ci aiutano nel per sempre: Dio ci manda delle circostanze che fanno da punto di appoggio, indubbiamente però Lui resta il punto vero su cui si appoggia il “per sempre”.
Una frase per dare coraggio ad ogni giovane che vorrebbe, ma ha troppa paura di seguire un Dio che spesso costringe a fare un salto nel vuoto, abbandonando ogni certezza per viverlo a pieno.
Nella vita è troppo poco pensare di dover essere buoni, abbiamo bisogno di essere felici.
Accontentarsi nella Bibbia non è buono, per essere felici però bisogna rischiare.
E cosa non vale la pena se non Dio?!