Le modifiche apportate da Francesco a uno strumento tradizionale come il Giubileo. La misericordia «sorregge la Chiesa»
Ordinario e straordinario sono categorie oggettive. Il Giubileo può essere ordinario e straordinario. Quello ordinario è legato a scadenze prestabilite, mentre quello straordinario viene indetto in occasione di qualche avvenimento di particolare importanza e la sua durata varia da pochi giorni ad un anno. La consuetudine di indire Giubilei straordinari risale al XVI secolo, e gli ultimi Anni Santi straordinari del XX secolo sono stati quelli del 1933, indetto da Pio XI per il diciannovesimo centenario della redenzione, e del 1983, indetto da Giovanni Paolo II per i 1950 anni della Redenzione.
Ma Francesco ha deciso di convocare un Giubileo che è straordinario non solo perché non segue la cadenza dei venticinque anni, ma per la decisione di legarlo a un tema che attraversa tutto il suo magistero. Nella bolla di indizione “Misericordiae vultus” è stata consegnata solennemente l’11 aprile 2015 nella basilica vaticana, Francesco spiega cosa lo ha spinto verso l’Anno Santo “ tematico”. La misericordia, chiarisce il Papa, è «l’architrave che sorregge la Chiesa». Per questo esige di essere riproposta «con nuovo entusiasmo e con una rinnovata azione pastorale» all’umanità del nostro tempo. Nasce da questa consapevolezza l’iniziativa di celebrare un «tempo straordinario di grazia» e di «ritorno all’essenziale» perché «è giunto di nuovo per la Chiesa il tempo di farsi carico dell’annuncio gioioso del perdono». E «la credibilità della Chiesa passa attraverso la strada dell’amore misericordioso e compassionevole».
Per questo l’8 dicembre 2015 l’apertura della «porta della misericordia» è prevista a San Pietro e successivamente nelle basiliche papali e anche in cattedrali, santuari o chiese particolari sparse nel mondo quale «segno visibile della comunione di tutta la Chiesa». Il mandato è quello di essere “misericordiosi come il Padre”, mentre i segni peculiari dell’esperienza giubilare sono individuati da Francesco soprattutto nel pellegrinaggio, nelle opere di misericordia corporale e spirituale, nel sacramento della penitenza, nell’indulgenza.
A rendere “straordinario” il Giubileo è anche la decisione di Francesco di inviare in tutte le diocesi i «missionari della misericordia», chiamati a predicare delle «missioni al popolo». E di estendere a tutti i sacerdoti la facoltà di assolvere peccati come il procurato aborto. Un appello, una testimonianza di conversione rivolto soprattutto ai malavitosi e ai corrotti. Insomma i motivi per classificare il Giubileo della misericordia come straordinari sono gli stessi che rendono “non ordinario” il pontificato di Jorge Mario Bergoglio.
Il 14 marzo 2015, con un intervento sull’Osservatore Romano, a far chiarezza sui connati teologici e pastorali del Giubileo straordinario è stato proprio il presule di Curia al quale Francesco ha affidato l’organizzazione dell’evento. “Anche se arriva improvviso non è affatto inaspettato”, evidenzia sul quotidiano della Santa Sede, l’arcivescovo Rino Fisichella citando la Lettera programmatica Evangelii gaudium così da farne quasi una prefigurazione dell’evento giubilare laddove sostiene che “la Chiesa in uscita è la comunità di discepoli missionari che prendono l’iniziativa, che si coinvolgono, che accompagnano, che fruttificano, che festeggiano e per questo essa sa fare il primo passo, sa prendere l’iniziativa senza paura, andare incontro, cercare i lontani e arrivare agli incroci delle strade per invitare gli esclusi”. Eppure non sono mancare critiche e resistenze.
Nonostante le incomprensioni di settori ultratradizionalisti del mondo cattolico, Francesco si è mostrato a suo agio nell’inserirsi nel solco della tradizione giubilare innovandola e portandovi uno stile di sobrietà e di essenzialità fin dalla definizione del calendario degli appuntamenti. Pochi gli eventi di grande richiamo per le folle (tra questi il mercoledì delle ceneri l’ostensione a San Pietro del corpo di Padre Pio) e molte occasioni di preghiera comunitaria per categoria e per sensibilità spirituale.
Redazione Papaboys (Fonte vaticaninsider.lastampa.it/Giacomo Galeazzi)
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