Basta un secondo, un post su Facebook e i 700 alunni del liceo Cocito di Alba, in provincia di Cuneo, hanno gli occhi attaccati allo schermo del loro smartphone. Andrea una ragazzo del quarto ha la leucemia e subito bisogna trovare un donatore di midollo compatibile. A riportare la storia è La Stampa.
Detto, fatto. I giovani digitano sulla tastiera. Facebook, il sito web e il blog del liceo. Un testo che compare anche nelle bacheche degli altri istituti e in poche ore viaggia sulle chat di Whatsapp di tutto l’Albese. «Uno studente della nostra scuola è affetto da una grave malattia emopoietica. Ciò comporta una defezione a livello cellulare con rischi elevati verso infezioni, setticemie e malattie con decorso quasi sempre mortale. Tutti noi possiamo provare a dargli una mano, come solo la comunità del “Cocito” sa fare. L’aiuto più concreto è la donazione del midollo osseo: occorre sottoporsi a un test preliminare veloce e non invasivo, tramite tampone salivare».
Anche i genitori e la sorella di Andrea lanciano l’appello e tutti si mobilitano.
Da Cuneo, dove sta seguendo le terapie in day hospital, lui è quasi incredulo. Ha compiuto 18 anni da un paio di mesi e ha tutto il diritto di avere una vita davanti. «Non me l’aspettavo – dice Andrea -. Sono davvero commosso. Pensare che mi stanno sostenendo i compagni e addirittura l’intera città mi mette forza e coraggio. Non vedo l’ora di incontrarli e ringraziarli».
Solo una piccola parte dei ragazzi però potrà effettuare il test di compatibilità del midollo perché e limitato a chi rientra in un fascia d’eta compresa tra i 18 e i 35 anni.
“La probabilità di trovare un midollo osseo compatibile con quello del nostro compagno è molto bassa, una su centomila. Più grande è il campione, più possibilità abbiamo” dice Federico Sordo, rappresentante d’Istituto.
La dottoressa Milena Bernardi dell’Associazione donatori midollo osseo (Admo) ha tenuto però a specificare che il test non sarà specifico per il caso di Andrea. Infatti, i risultati confluiscono in una banca dati di possibili donatori che lavora a livello mondiale.
Tra i ragazzi, chi può ha già deciso: «Io ho compiuto 18 anni e lo farò» dice Alessandro, compagno di banco che dialoga tutti i giorni con Andrea via Skype. Il tempo è poco, ma i ragazzi sono fiduciosi per natura. «Andrea è un portiere fantastico, si allenava cinque giorni a settimana – dicono -. Saprà parare anche questa».
Redazione Papaboys (Fonte www.huffingtonpost.it)