L’appello drammatico dei vescovi di Aleppo

COMUNICATO – Questa è una dichiarazione struggente ricevuta dalla Siria e firmata dai vescovi della città di Aleppo. Dal 10 al 12 aprile bombardamenti violenti hanno colpito aree cristiane della città dal nord del paese, in coincidenza della Pasqua ortodossa. Il patriarca greco cattolico, Gregorio III di Antiochia, ha denunciato con forza l’attentato e ha fatto appello alla comunità internazionale.

Di seguito il comunicato in forma integrale dei vescovi di Aleppo:

È la Resurrezione del Salvatore o il funerale dei suoi discepoli? Nel mezzo della Settimana Santa e della Pasqua, la nostra città e la nostra gente hanno sofferto il dolore e la tristezza e la depressione nel profondo della notte quando i nostri quartieri sono stati bombardati da granate a razzi. Non avevamo mai visto o sentito tale distruzione prima! Siamo andati a vedere, abbiamo pianto: corpi sono stati rimossi dalle macerie, rimane sui muri il sangue che ha inumidito il suolo della patria! Decine di martiri di tutte le religioni e dottrine, donne, bambini e anziani feriti. Abbiamo sentito che vedove e bambini piangevano e urlavano, il panico sui volti delle persone. Dalle profondità del nostro dolore, invitiamo le persone di coscienza, se ancora esistono, ad ascoltarci.

Basta con desolazione e distruzione! È già abbastanza questo laboratorio di armi da guerra devastante! Siamo stanchi!

Bloccate le porte di armi e munizioni, fermate le forniture di strumenti di morte! Siamo stanchi!
Cosa volete da noi? Diteci? Siamo stanchi!Volete che rimaniamo: feriti e umiliati, sembianza di esseri umani? O ci abbandoniamo alla forza e siamo annientati?

Quanto a noi, ci piace vivere in pace, come cittadini onesti con gli altri cittadini di questo paese. Non temiamo la testimonianza, ma ci rifiutiamo di morire per un prezzo sospetto e sinistro.
Ci rifiutiamo di essere “martiri di Aleppo,” ma vogliamo rimanere come “il gioiello di Aleppo,” la testimonianza di amore e di pace, di perdono e di dialogo. Aleppo, fiore all’occhiello del nostro paese la Siria, e di tutte le categorie di diversità culturale e religiosa.
Pietà per i nostri martiri, guarigione per i nostri pazienti, tranquillità nelle anime dei nostri figli, sicurezza e pace per tutti i nostri cittadini.

Redazione Papaboys (Fonte: Radio Vaticana)

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