Giuda non è nello Spirito Santo. Lui è nel Diavolo. Si è già consegnato a lui. Ha già deciso di tradire il Maestro. Aspetta solo l’occasione propizia. Vede il gesto della donna che versa su Gesù un profumo prezioso e assai caro e lo giudica irresponsabile, un inutile spreco. Perché sciupare su Gesù vanamente più di trecento denari, mentre i poveri muoiono di fame? Gesù non può permettere tali cose. Lui non è un vero Maestro. Giuda sì che è un vero maestro dell’umanità. Lui sa distingue ciò che è vano e ciò che vale. Lui sa fare una differenza tra Gesù e i poveri. Questo pensa l’uomo del Diavolo. Giovanni con sottile finezza e arguzia rivela che Giuda era un ladro. Si serviva dei poveri per arricchirsi. Lui era il cassiere apostolico e sottraeva dalla cassa ogni cosa. Giuda parla da vero ladro. Non parla da vero amante dei poveri.
Quando non si è nello Spirito Santo non abbiamo la verità di ciò che avviene attorno a noi. Vi è povertà e povertà. Vi è una povertà spirituale che è più invadente della povertà materiale. Vi è la povertà della solitudine che è molto più grave della mancanza di pane. Vi sarà l’imminente povertà di Gesù che lo porterà ad essere sepolto senza le dovute unzioni. Lo Spirito Santo ha predisposto che questo per Cristo non avvenisse e muove la donna perché unga in anticipo il corpo del Signore.
Per comprendere i gesti profetici dello Spirito Santo si deve essere in Lui. Chi non è in Lui, mai li potrà comprendere. Li giudicherà, li rinnegherà, li combatterà, li criticherà. Questa verità ci rivela che il santo può essere compreso solo da un altro santo. Chi non è santo non può comprende il santo, perché non è nello Spirito del Signore. Se poi si è nello spirito di Satana, che si è impossessato dei nostri pensieri, del nostro cuore e degli stessi nostri occhi, si comprende quanto sia impossibile accettare un gesto che è di purissimo e santissimo amore. In questo istante è Gesù il più povero del mondo. È Gesù che è senza casa, senza abiti, senza sepolcro, senza unzione, senza qualcuno che potrà prendersi cura di Lui. Se è il più povero, è giusto che sia a Lui che vada ogni servizio. Ma questa povertà solo nello Spirito del Signore potrà essere contemplata.
Oggi il mondo è senza lo Spirito di Dio. Per esso diviene impossibile contemplare la vera povertà. Vi sono infinite povertà spirituali, morali, intellettuali, relazionali, familiari, sociali, civili. La povertà che miete più vittime è oggi quella sociale. Si è incapaci di relazioni vere, di grande carità, di condivisione, sostegno, aiuto, soccorso. La chiusura in se stessi sembra essere ricchezza, mentre è povertà infinita, perché è carenza, assenza di vera umanità. Se non“indossiamo” nuovamente lo Spirito Santo come veste della nostra anima e del nostro spirito, questa povertà ci consumerà.
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