Ormai siamo al termine del nostro viaggio con il giovane Geremia, è bello chiudere con una riflessione di taglio spirituale valida per tutti e in ogni momento. “Tu Signore sei vicino alla loro bocca, ma lontano dal loro intimo”. (Ger 12,2-6). Quando il cuore di un cristiano è distratto, è lontano da quello che confessa allora si crea una pericolosa schizofrenia. La fede si trasforma in cose da dire o al massimo da celebrare, la Chiesa diventa un’associazione o un club di appassionati. Ma senza cuore non c’è Verità, non c’è incontro con Gesù Cristo. Geremia si trova a dover parlare – lui che aveva detto a Dio di non esserne in grado per la giovane età- davanti a persone che presumono di essere nella verità. L’ostacolo più grande alla missione della Chiesa è annunciare il Vangelo a persone che pensano già di conoscerlo, di essere salvi, a persone che ormai vedono nella chiesa soltanto la facciata organizzativa. È arduo e doloroso trasmettere la fede, il fuoco a persone tiepide. Come si può incendiare un soggetto ignifugo, ininfiammabile? Geremia soffre proprio perché portava dentro un fuoco che non riusciva a contenere. Per lui Dio era tutto ma al suo popolo non interessava nulla! In fondo però è sempre importante ricordarcelo che di Dio non si può parlare troppo ma si può solo cantare. È così per le cose importanti della vita, in fondo di cosa tratta la musica da secoli? Tradimenti, amori, sentimenti, nostalgie.. Dio è talmente importante che si può solo cantare! Ecco la differenza tra lui e i falsi profeti di “sogni menzogneri”: non sceglie lui di parlare, non è una sua iniziativa, non dice quello che vogliono sentirsi dire. È Dio stesso che gli ha messo dentro questo fuoco, che lo ha sedotto, lo ha amorevolmente “violentato”. Il vero discepolo non sceglie chi seguire, ma è scelto. Non sceglie cosa dire, ma riferisce la parola di Dio. di Roberto Oliva