Il Papa arriverà in elicottero da Amman, sorvolando la barriera grigia del muro di separazione che taglia l’orizzonte ed il destino di Betlemme. Sui palazzi che si affacciano sulla Piazza della Mangiatoia dove Francesco celebrerà la Messa, grandi pannelli con l’immagine del Papa e di Abu Mazen. Si calcolano 10 mila fedeli.
Verranno dai territori del nord, dalla Galilea, dalla Cisgiordania e 600 anche da Gaza, tra loro non solo cattolici ma anche ortodossi.I cristiani a Betlemme rappresentavano l’80% della popolazione: oggi sono poco più del 18%. La gente di Betlemme ha molto apprezzato che il Papa – prima della visita privata alla Grotta della Natività – abbia scelto di intrattenersi a pranzo con cinque famiglie cristiane in situazioni difficili che potranno così comunicargli problemi e sofferenze. Una viene dalla Galilea, esule da un villaggio distrutto dalla guerra del 1948, le altre da Beit Jala, Betlemme, Gaza e Gerusalemme.
Betlemme è l’unica città della Cisgiordania ad avere tre Campi profughi e come San Giovanni Paolo II, Papa Francesco visiterà il Campo di Dheisheh
, il più grande dopo quello di Gaza dove vivono 15 mila persone. Una drammatica realtà che dal lontano 1948 accoglie 900mila palestinesi rimasti da un giorno all’altro senza casa né lavoro. Camminare per le strade di questi Campi è desolante: case fatiscenti e sovraffollate allineate come tessere di un domino, fogne a cielo aperto, disoccupazione, violenza e nello sguardo della gente solo rassegnazione, nonostante gli sforzi dell’Onu e di molte Ong che lavorano per i profughi palestinesi.Il silenzio che incombe tra le vie polverose del Campo, è rotto soltanto dalle voci e dalle grida dei bambini che giocano a pallone. E il Papa – prima di lasciare la Palestina – ne incontrerà alcune centinaia provenienti anche dai vicini Campi di Aida e Beit Jibrin.
Lungo il percorso papale, tra le stradine affollate di Betlemme, si prevede un’accoglienza calorosissima anche da parte dei musulmani. Betlemme è tappezzata di manifesti e festoni con i colori del Vaticano e dello Stato di Palestina tra cui spicca un grande striscione dove è scritto: Benvenuto Francesco: dalla Terra della speranza alla speranza della Terra. Di Roberto Piermarini fonte: Radio Vaticana
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