Categorie: Italiae et Ecclesia

L’azione preferita del demonio è la tentazione. Ecco come fa a cacciare le sue prede!

Il diavolo vuole tutti noi, peccatori e (aspiranti) santi

Cos’è la tentazione? La tentazione è l’azione di Satana per trascinarti all’Inferno. E Satana può leggerti come un libro e suonarti come un pianoforte. Non devi esagerare il suo potere, ma nemmeno sottovalutarlo.

Alcune delle sue azioni più sottili sono attuate nel campo dell’osservanza religiosa, dove può camuffarsi piuttosto facilmente usando la pelle di devozione dell’agnello, ma, lupo com’è in realtà, la distorce, per eccesso o per difetto, distruggendo quindi te con ciò che è buono. Attenti a quelle che alcuni scrittori spirituali definiscono le “trappole dei pii”.

Facciamo qualche esempio:

Può scoraggiarti riguardo alla preghiera dicendo: “Se solo pregassi un po’ più a lungo, Dio ti darebbe ciò che cerchi”. Ma l’inganno è che anche se riusciamo a pregare un po’ di più, non avremo mai pregato abbastanza. Anche se preghiamo, quindi, ci sentiamo solo colpevoli e inadeguati. E visto che non possiamo mai aver pregato “abbastanza”, la preghiera diventa sempre più un compito pesante; Dio diventa un tiranno crudele che chiede preghiere più lunghe e più precise, e la preghiera diventa uno sforzo superstizioso di cui controlliamo in qualche modo il risultato con la lunghezza e il tipo delle nostre preghiere. Gesù ci dice che il Padre sa di cosa abbiamo bisogno e che non dovremmo pensare che siano necessarie solo molteplici parole e azioni pie. Possiamo aver bisogno di perseverare nella preghiera nel tempo, ma Dio non è un tiranno crudele che richiede magie infinite.

Satana può prendere la splendida pratica di recitare il Rosario o di assistere alla Messa quotidiana o altre devozioni e insinuare lentamente in noi un sentimento di compiaciuta superiorità, elitismo o orgoglio. Gradualmente, si inizia a pensare che gli altri siano meno devoti, perfino in errore, perché non fanno o non osservano ciò che è opzionale o incoraggiato ma non richiesto. Ciò che è bello e santo viene quindi impiegato per incitare un orgoglio e un cinismo crescenti. Una forma estrema di questo viene da coloro che prendono la bellissima e potente devozione a Nostra Signora di Fatima e permettono a Satana di volgersi contro il Papa e tutti i vescovi del mondo affermando che hanno fallito nel consacrare propriamente la Russia. E così una delle nostre apparizioni più belle e istruttive può suscitare in alcune persone sfiducia nei confronti della Chiesa e disunità nei confronti di questa, di molteplici papi e perfino della stessa suor Lucia. È un’azione sorprendentemente astuta del maligno prendere ciò che è buono e religioso e corromperlo nella mente di alcune persone.

Satana può anche prendere ciò che è richiesto è trasformarlo in una sorta di minimalismo religioso, un modo di tenere Dio a distanza. E così tenta alcune anime con la nozione per cui la Messa domenicale e poche preghiere frettolose sono la fine della religione piuttosto che il suo inizio. Questa osservanza diventa un modo per “spuntare” la lista e stare a posto con Dio per tutta la settimana, piuttosto che una base su cui costruire una relazione d’amore bella e sempre più profonda con Lui.

Queste pratiche minime diventano un modo di “controllo divino” per coloro che subiscono questa tentazione; è come dire “Ho fatto quello che dovevo fare, ora Dio e la Chiesa devono lasciarmi stare. Dio ora deve anche prendersi cura di me visto che ho fatto quello che mi veniva chiesto di fare”. E così le belle leggi della Chiesa e le regole che descrivono i doveri fondamentali o la base di una relazione più profonda con Dio diventano una sorta di “accordo di separazione”, che insiste su orari di visita molto rigidi e specifica chi ottiene cosa.

Satana può prendere lo zelo religioso e corromperlo in atteggiamento rigido e non caritatevole. Può prendere l’amore per la bellezza della liturgia, antica o nuova, e trasformarlo in un’insistenza pignola sugli ingredienti giusti, a spese della carità e a costo di ridicolaggine, falsa superiorità e divisione. E così, messa da parte la carità, diciamo: “Assicurati di celebrare la liturgia nel modo che mi piace. Chiunque non ama ciò che mi piace è antico, un mascalzone o un rozzo troglodita e deve ovviamente odiare la Chiesa che io amo così tanto”. Satana può prendere il bellissimo amore per i poveri e corromperlo in un paternalismo schiavizzante che li rinchiude nella dipendenza, o non fa fronte ai loro bisogni spirituali parlando loro rispettosamente dei loro peccati o non cerca di approfondire la loro vita spirituale e familiare. E così le bellissime opere corporali di misericordia o sono disgiunte dalle opere spirituali di misericordia o sono considerate adeguate in sé. Satana può inviare molti a servire i poveri, armati di mezze verità e approcci che si limitano a fasciare ferite più profonde senza affrontarle.

In un certo senso, serve ogni virtù. Satana può usare ciascuna di esse e cercherà di corromperle tutte, anche quelle religiose. Nessuno è esente dalla sua opera di tentazione; il suo obiettivo è trascinarci all’Inferno.

Ciò che rende quest’opera di corruzione della virtù così insidiosa è la sottigliezza della sua opera, perché egli prende qualcosa che è intrinsecamente positivo e cerca di corromperlo, per eccesso o per difetto, o di trasformarlo in una sorta di caricatura di sé.

Le virtù, ovviamente, devono operare in combinazione con altre virtù che le equilibrino. Ad esempio, la carità dovrebbe essere bilanciata dalla verità, e la verità dalla carità. Senza carità, la verità può essere costrittiva; senza verità, la carità può diventare dannosa, paternalistica. La carità e la verità devono bilanciarsi a vicenda e operare insieme ad altre virtù in una delicata interazione.

Una delle tattiche di Satana è prendere una virtù e isolarla dalle altre. Attenzione a queste tattiche sottili di Satana, che si camuffa bene nelle vesti della virtù. Ma sono virtù distaccate, senza equilibrio e proporzione.

Attenzione alle trappole dei pii.

Di Mons. Charles Pope
Link all’articolo originale su Aleteia

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