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Kontum (AsiaNews) – Regnano ancora timori e paure fra i cattolici della chiesa domestica di Dak Jak, a Kontum, negli altipiani centrali del Vietnam, da tempo nel mirino delle autorità provinciali che minacciano di abbattere il luogo di culto e cacciare il sacerdote. Il 7 gennaio scorso l’amministrazione locale ha emanato un ordine di espulsione nei confronti del parroco p. Dominic Tran Van Vu, e la demolizione della chiesa costruita dai fedeli con fatica e sacrificio. Si tratta di un edificio provvisorio, realizzato nel 1965 – ai tempi della Guerra – con materiali di fortuna e con una struttura improvvisata, per l’estrema povertà della popolazione locale e le dure persecuzioni delle autorità comuniste.
Nelle scorse settimane migliaia di cattolici (almeno 6mila, secondo fonti locali) hanno organizzato manifestazioni e proteste di piazza, rivendicando il diritto alla libertà religiosa e la difesa del luogo di culto (nella foto). Per questo le autorità hanno sospeso la demolizione e la polizia ha allentato la morsa, anche se fra i fedeli regna la paura per un nuovo, imminente attacco che possa portare alla demolizione della chiesa domestica.
Di recente si sono verificati episodi di sequestri lampo, attacchi, minacce nei confronti dei fedeli che si stavano recando nel luogo di culto per pregare o partecipare alla messa. Il vescovo di Kontum mons. Michael Hoang Duc Oanh ricorda che la diocesi ha più volte chiesto l’autorizzazione per la costruzione di un luogo di culto permanente, in grado di accogliere migliaia di fedeli, senza mai ottenere risposta.
Intanto più a sud, nella diocesi di Xuan Loc, le autorità avrebbero acconsentito alla costruzione di un nuovo santuario mariano, oltre a quelli già esistenti di La Vang, Quang Tri. Il luogo di culto, secondo le intenzioni del governo vietnamita, dovrebbe accogliere il Papa e i fedeli in occasione di un viaggio apostolico del pontefice in un futuro prossimo. In realtà secondo i critici non vi è alcun viaggio del Papa in vista – la Cina “non lo permetterebbe”, rivela una fonte ecclesiastica – ma si tratta di una mossa delle autorità per “aumentare i prezzi dei terreni nell’area”.
Oggi in Vietnam, a fronte di una popolazione di circa 87 milioni di persone, i buddisti sono il 48%; i cattolici poco più del 7%, seguiti dai sincretisti al 5,6%; infine, vi è un 20% circa che si dichiara ateo. Pur essendo una minoranza (sebbene significativa), la comunità cristiana è attiva nei settori dell’educazione, sanità e sociale. Di contro, la libertà religiosa è in costante diminuzione: l’introduzione del Decreto 92 ha imposto restrizioni alla pratica del culto, che è sempre più vincolata ai dettami e alle direttive del governo e del Partito unico comunista.
Nel mirino delle autorità sono finiti leader religiosi, fra cui buddisti e cattolici, o intere comunità come successo nella diocesi di Vinh, dove media e governo hanno promosso una campagna diffamatoria e attacchi mirati contro vescovo e fedeli. La repressione colpisce anche singoli individui, colpevoli di rivendicare il diritto alla libertà religiosa e rispetto dei diritti civili.
Fonte. Asia News
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